Dalle domeniche passate allo stadio sognando di vestire la maglia del Cannara fino a diventarne il capitano e bandiera indiscussa. Da 25 anni Alex Raccichini lotta, corre e segna con quella casacca rossoblù che ormai è diventata la sua pelle. A parlare per lui sono i fatti: oltre 100 reti e una salvezza in serie D conquistata dopo anni vissuti tra Promozione ed Eccellenza. Una storia d’amore di quelle vere che emozionano al di là della fede calcistica. Alla redazione di Saranno Famosi l’attaccante cannarino ha ripercorso la sua carriera tra record e storici traguardi, tutti raggiunti al servizio di una sola squadra.

I sette risultati utili consecutivi vi hanno permesso di festeggiare l’aritmetica salvezza ben prima della fine del campionato. Una grande soddisfazione per una neopromossa.

“Sì, abbiamo festeggiato già la scorsa giornata perché si sarebbero dovuti incastrare troppi risultati per farci retrocedere, il che era praticamente impossibile. Raggiungere i 50 punti è stata una grande soddisfazione, in più nel girone di ritorno siamo riusciti ad eguagliare già il bottino di quello dell’andata (25 punti). Un risultato incredibile per una realtà piccola come quella di Cannara. In queste ultime giornate non ci resta che prolungare la striscia di risultati utili consecutivi”.

Per molti di voi la serie D era una novità assoluta, quali erano le aspettative di inizio stagione?

“Vero, per tanti giocatori, mister compreso, questa categoria era una realtà nuova. Nessuno sapeva quali difficoltà avremmo incontrato in questo cammino. Con impegno e dedizione, però, abbiamo iniziato ad ottenere qualche risultato giocando ad armi pari con tutti. In questo modo è aumentata sempre più la fiducia nei nostri mezzi. La cosa positiva è che siamo riusciti ad avere un andamento costante totalizzando quasi sempre gli stessi punti ogni mese. Il nostro è stato un cammino abbastanza regolare, senza grandi picchi ma allo stesso tempo senza cali. Siamo orgogliosi del campionato disputato e di essere diventati la quarta potenza calcistica dell’Umbria dopo Perugia, Ternana e Gubbio. Io in particolare modo essendo un cannarino doc”.

A livello personale come reputi il tuo esordio tra i dilettanti?

“Io di indole sono sempre, forse anche troppo, umile ma nonostante ciò posso dire di essere soddisfatto. Credo di aver disputato un’ottima stagione, sapevo che rispetto alle serie nelle quali avevo giocato il livello era più alto ma devo ammettere di aver riscontrato meno difficoltà del previsto. Anche se ogni partita è stata una vera battaglia, compreso la sfida con la Massese ormai già ultima. Nessuno ci ha mai regalato nulla e appena abbiamo abbassato la guardia siamo incappati in risultati negativi. Per essere il mio primo anno in D sono davvero felice di come sia andata”.

Scendi in campo con questa maglia ormai da 25 anni, com’è nata la tua storia d’amore con il Cannara?

“Beh, che dire. Sono nato con questa maglia, abito ad un minuto dallo stadio e sin da bambino quando andavo a vedere le partite sognavo di giocare per il Cannara. In seguito questo sogno si è realizzato quando a 16 anni feci il mio esordio, addirittura con un gol, nel campionato di Promozione che poi abbiamo vinto. Col passare degli anni sono diventato anche il capitano ereditando la fascia da Angelo Mattonelli, bandiera del Cannara per 20 anni. Oggi continuiamo a collaborare ma prima di tutto siamo legati da una forte amicizia. Come detto prima noi siamo una realtà piccola, la squadra ha militato il più delle volte in Promozione ed Eccellenza lottando spesso per non retrocedere. Fortunatamente sono stato spesso decisivo per la conquista della salvezza. Dopa la retrocessione in Eccellenza di 3 anni fa c’è stato un cambio societario con l’arrivo di Mauro Cuppoloni e Giampiero Ortolani abbiamo cercato di costruire una squadra capace di poter ottenere risultati importanti. E con il gruppo storico, rimpolpato da qualche acquisto, siamo riusciti a vincere il campionato di Promozione senza mai perdere una partita (unica squadra imbattuta in Italia) e a trionfare in Coppa Italia. L’anno scorso poi dopo aver disputato un grande campionato non riuscimmo a vincere i playoff ma la società volle premiarci lo stesso facendo domanda di ripescaggio che fu accolta. Da lì ebbe inizio l’avventura in serie D di quest’anno. Un’altra grande soddisfazione è stata la realizzazione della mia centesima rete col Cannara nella semifinale playoff contro il Modena”.

In questi anni sei mia stato vicino all’addio?

“Ebbi delle proposte quando ero ragazzino, all’età di 16 anni. Fu il Foligno e altre squadre di serie C a volermi ma il Cannara rifiutò. Sarebbe stato bello giocare le mie chance nel professionismo e capire dove sarei potuto arrivare. Così non è stato ma non rimpiango assolutamente nulla, sono felice delle scelte che ho fatto. Magari fossi andato in un club più importante non avrei vissuto queste emozioni”.

Cosa c’è nella tua vita oltre il calcio?

“Oltre a giocare io lavoro nella ditta del presidente. Quest’anno essendoci più allenamenti è stata dura dividersi tra campo e azienda. Ma visti i risultati ottenuti ne è valsa la pena”.

Il tuo futuro sarà ancora a tinte rossoblù?

“Se la società ha intenzione di proseguire su questa linea cercando sempre di migliorarsi non vedo altre strade se non quella di continuare insieme. A fine anno tireremo le somme e prenderemo una decisione. Il mio obiettivo è quello di far sempre meglio, magari raggiungere i playoff”.