La questione salvezza è già da qualche giornata per il Flaminia una pratica archiviata con successo. Merito anche delle 13 reti realizzate in 33 partite da Antonio Ferrara, esterno d’attacco 22enne che mister Schenardi ha riscoperto, con successo visti i risultati, seconda punta. Ai nostri microfoni l’attaccante romano ha analizzato la positiva stagione disputata dai laziali, senza farsi mancare un tuffo nel passato, tenendo ben in mente i progetti futuri magari da realizzare tutti con la maglia rossoblù del Flaminia.

Avete raggiunto la salvezza con anticipo e senza particolari patemi, come giudichi la vostra stagione?

“Sicuramente siamo stati bravi a conquistare la permanenza in categoria prima della fine del campionato. Anche se le nostre ambizioni erano altre. L’idea iniziale era quella di fare un campionato diverso che avesse come obiettivo quello di soffrire il meno possibile e tentare l’aggancio ai playoff per la prima volta. Poi purtroppo infortuni e altre situazioni hanno complicato un po’ le cose ma alla fine l’obiettivo primario è stato raggiunto”. 

Con 13 reti in campionato hai lasciato la tua impronta sul campionato del Flaminia. Ti aspettavi di poter essere cosi decisivo?

“Devo dire che è stata una piacevole sorpresa. Questo era il mio terzo anno tra i “grandi” e prima d’ora non mi era mai capitato di segnare 13 gol. Sono felice di come siano andate le cose ma soprattutto del fatto che le mie reti siano servite alla squadra per raggiungere l’obiettivo finale”.

Di base sei un esterno d’attacco che però sa adattarsi anche al ruolo di prima e seconda punta. 

“Vero, in questa stagione mi sono adattato senza problemi a fare la seconda punta nonostante avessi sempre giocato come esterno sinistro. Devo ringraziare il mister per avermi riscoperto in questo ruolo e per aver fatto giocar bene tutta la squadra. In questo modo il compito degli attaccanti viene facilitato”.

Adesso facciamo un passo indietro e parliamo della scelta di sposare il progetto Flaminia dopo le fugaci esperienze in serie C.

“La motivazione principale che mi ha spinto ad accettare l’offerta del Flamina è stata la grande voglia di giocare con continuità dopo l’esperienza negativa ad Arzachena. A portarmi qui poi è stato il direttore Gigi Coni, una persona professionale e competente. E conoscendo il suo modo di lavorare ho capito che la nuova società aveva delle ambizioni serie e di conseguenza è stato facile per me dire sì al Flaminia”. 

Al termine di una stagione così positiva, credi di essere pronto a giocarti le tue carte tra i pro?

“Se dovesse arrivare una proposta dalla C chiaramente sarei felice ma per ora penso a far bene con il Flaminia che è la società che mi ha permesso di disputare un campionato del genere. Sicuramente sarei più pronto rispetto a qualche anno fa quando testai la realtà del professionismo dopo le stagioni con la Beretti della Cremonese. Una scelta forse un po’ azzardata”.

A proposito di Cremonese. Che ricordi porti con te degli anni vissuti nel settore giovanile grigiorosso?

“È stata l’esperienza più bella da quando gioco a calcio. Lì mi trovavo davvero bene, la seconda stagione poi feci 24 gol con la Beretti e arrivammo fino alle finali, purtroppo perse. Successivamente feci 6 mesi in prima squadra con la quale esordii anche in un match di coppa Italia. Poi ebbi l’occasione di allenarmi con gente del calibro di Sansovini, Brighenti e Ravaglia. Furono anni davvero emozionanti”.

Da ex Pro Piacenza come hai vissuto la situazione legata al fallimento della società?

“Mi è dispiaciuto davvero tanto, anche perché quando ho giocato lì la società non aveva mai mostrato problemi, anzi. Era impeccabile, puntuale e precisa in tutto. Una realtà solida”. 

Per concludere, quali sono i tuoi sogni da realizzare in futuro?

“Il mio obiettivo è arrivare più in alto possibile restando però sempre con i piedi per terra. La speranza è ripetere la stagione di quest’anno”.