Lavoro, sacrificio e tanta passione. Sono questi gli ingredienti base della ricetta vincente di Andrea Sanna, il bomber dell’Arzachena che a 36 anni suonati ha ritrovato la serie C dopo anni di gavetta. Per sua stessa ammissione dopo l’annata sfortunata di Savona, e considerata l’età avanzata, non si sarebbe mai immaginato di ritornare tra i professionisti. E invece, eccolo lì, pronto a trascinare il club sardo verso la salvezza. Alla redazione di Saranno Famosi la punta biancoverde ha sottolineato l’importanza di avere una mentalità vincente e una grande forza di volontà, caratteristiche che lo hanno contraddistinto nel corso della sua carriera.

Dopo una serie negativa di 10 sconfitte di fila siete riusciti ad invertire la rotta vincendo 4 delle ultime 5 partite. Qual è stato il fattore scatenante di questo cambio di passo?

“Credo principalmente il cambio modulo. Il passaggio al 4-3-1-2 dal 3-5-2 ci ha dato una maggior compattezza difensiva mentre prima subivamo troppi gol e facevamo fatica ad attaccare. Nelle prime due gare contro Arezzo e Juventus u23 sono arrivate due sconfitte a mio avviso immeritate, forse un pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. Poi finalmente con la Lucchese in casa siamo riusciti a fare bottino pieno vincendo una gara importante che ci ha dato sicurezza e convinzione nei nostri mezzi. Da qui è iniziato il nostro filotto positivo che spero duri ancora per molte giornate”.

In questo magic moment dell’Arzachena c’è il tuo timbro avendo deciso con 1 gol 3 delle 4 vittorie.

“Sì, fortunatamente sono riuscito a sbloccarmi e dare una mano alla squadra. Sono sincero quando dico che soffrivo un po’ l’astinenza dal gol perché io sono una persona che magari non si fa sentire molto nello spogliatoio ma alla quale piace trascinare la squadra con i fatti. E in questo ultimo periodo sono tornato a farlo”.

C’è un dato statistico insolito che vi riguarda: nell’arco di tutto il campionato avete pareggiato una sola partita. Casualità o frutto di un atteggiamento decisamente offensivo?

“Credo entrambe le cose. A volte ci è capitato di subire gol negli ultimi minuti quando magari eravamo ad un passo dal pareggiare la partita. Per quanto riguarda l’atteggiamento ti dico che quando ti trovi nei bassifondi della classifica in determinate gare il punto non serve, per uscire dalla zona critica hai bisogno di un filotto di vittorie. Allora ti sbilanci di più per cercare di conquistare i tre punti anche a costo di perdere”.

Parliamo della tua carriera. Che soddisfazione provi nel giocare la tua seconda stagione consecutiva in serie C (la terza totale) all’età di 36 anni dopo tanta gavetta?

“Sinceramente dopo la non positiva esperienza di Savona non mi sarei mai aspettato di ritornare tra i professionisti. A 36 anni poi non è stato facile perché devi cambiare completamente la tua preparazione: dall’alimentazione agli allenamenti. Altrimenti rischi di fare brutte figure. Per arrivare in questa categoria alla mia età ci vogliono testa, fisico e concentrazione. Ora che ci sono, però, credo di avere i mezzi per restarci. Anche se questo è davvero un campionato difficile, il livello è alto e soprattutto dal punto di vista atletico devi farti trovare pronto”.

Con 7 gol hai quasi raggiunto il tuo bottino personale della scorsa stagione (8)…

“Innanzitutto spero di raggiungerlo il prima possibile e di non ripetere il finale della scorsa stagione nel qual non riuscii a far gol. Poi magari cercherò anche di superarlo perché la mia mentalità mi porta a migliorarmi sempre di più”.

A parte la stagione trascorsa a Savona hai sempre militato in club presenti sul territorio sardo. E’ stata una tua scelta?

“No. Credo sia una situazione legata alla poca visibilità che c’è in queste categorie. Noi poi essendo isolani riscontriamo ancora più difficoltà nel farci notare, a meno che non ti rendi protagonista di una stagione super difficilmente ricevi offerte da altre squadre. Negli ultimi anni la situazione si sta evolvendo, ora durante le partite vengono effettuate più riprese e le immagini si diffondono con più facilità. Una decina di anni fa anche quando facevi tanti gol spesso nessuno veniva a saperlo perché non c’erano video e i tabellini delle partite non sempre riportavano i marcatori giusti. Vai a spiegarlo poi che hai segnato tu”.

Qual è il tuo pensiero in relazione alla crisi del calcio italiano dal quale sono scaturite situazioni come quella del Pro Piacenza?

“Nel 2019 è inconcepibile che si verifichino queste situazioni. Per tante persone questo è un lavoro è deve esserci precisione e attenzione nel fare le cose. Noi dell’Arzachena ci sentiamo penalizzati dal caos Pro Piacenza perché ti assicuro che la partita disputata contro di loro è stata una battaglia vera. Abbiamo affrontato fior fior di giocatori, non ragazzini, e i tre punti conquistati li avevamo meritati. Per non parlare del nostro avvio di campionato. Siamo stati costretti ad iniziare la stagione a metà settembre e quando tutto sembrava pronto sono arrivati i rinvii che ci hanno scombussolato il calendario. Addirittura abbiamo dovuto disputare 7 partite in 20 giorni con una rosa ristretta. Così si falsa tutto. L’aspetto più importante è la tempistica delle valutazioni, bisogna essere rapidi nel prendere le decisioni anche in caso di ricorso. Soltanto percorrendo questa strada si potrà migliorare.

I tuoi obiettivi futuri riguardano ancora il campo?

“Al momento sì. Fisicamente sto bene e credo di continuare per almeno un altro anno. Sono ancora disposto a fare i dovuti sacrifici e magari aiutare i più giovani a crescere. Spero di essere un buon esempio visti i risultati raggiunti a 36 anni. Infatti spesso durante gli allenamenti scherzando qualche mio compagno mi dice di voler arrivare così in forma alla mia età. Qualcuno mi ha consigliato di intraprendere la carriera da allenatore in futuro, ma per ora mi sento ancora calciatore”.

La foto copertina è tratta dal sito ufficiale del club Arzachena Costa Smeralda Calcio