E’ a caccia di una chance per ripartire, dopo la grande delusione chiamata Matera. Dopo l’esclusione dei lucani dal campionato di serie C, Luca Orlando, 28enne attaccante campano spera di lasciarsi il periodo buio alle spalle per tuffarsi in una nuova avventura, come successo a molti dei suoi ex compagni dopo lo svincolo. Con un curriculum fatto di 249 presenze e 48 gol tra i professionisti, la punta scuola Salernitana aspetta solo un’occasione.

Non solo tu, ma tutti i tuoi compagni, avete vissuto una situazione drammatica a Matera, finita nel peggiore dei modi. Che momenti hai vissuto e che ricordi hai di questa esperienza? 

«Purtroppo la situazione Matera era inevitabile, c’è stato un grande dispiacere per come sia andata a finire, ma c’erano un sacco di debiti accumulati nelle scorse stagioni. Ci è dispiaciuto mettere in mora la società, ma era l’unica situazione per ottenere lo svincolo e trovare una nuova sistemazione, è stato un dispiacere anche per la piazza, specie in un anno così importante per Matera, diventata capitale europea della cultura nel 2019. Quello che è successo ci deve far capire che in questo calcio c’è assoluto bisogno di società serie».

Come si è arrivati a questa situazione?

«Alcuni ragazzi non riuscivano ad ottemperare alle spese minime indispensabili, si faticava anche a pagare i viaggi per tornare a casa, così come mettere un piatto a tavola, era una situazione inevitabile».

Alcuni compagni sono riusciti a ripartire, altri sono ancora a caccia di una chance. Si sta muovendo qualcosa?

«Dopo aver ottenuto lo svincolo c’è stata la voglia di buttarmi dentro a un progetto sano, ci sono stati contatti con alcune società di serie C, ma per un motivo o per un altro non si è chiusa la trattativa, ma ci sono un paio di situazioni ancora in ballo che si potrebbero sbloccare a breve, speriamo che si risolva il più presto possibile. Voglio solo tornare a giocare a calcio».

Nel caso non riuscissi a trovare squadra, potresti rimanere fermo fino al termine della stagione…

«Sì, qualora non andassero in porto le trattative in serie C, rimarrei fermo. C’è il timore, ma sono una persona molto positiva, anche in una grande delusione cerco di vedere le cose positive, diciamo che ho avuto tempo per dedicarmi ad aree tecniche specifiche, cercando un miglioramento fisico, ho 250 presenze tra i professionisti ma c’è sempre tanta voglia di ampliare il proprio bagaglio tecnico e fisico».

Da un punto di vista mentale quanto può incidere per un atleta questo periodo di inattività?

«Beh, dal punto di vista mentale non è mai semplice, anche in passato in estate ho vissuto situazioni del genere. Negli ultimi 3-4 anni ho sempre iniziato ad allenarmi da solo prima di trovare squadra, per fortuna sono riuscito sempre ad arrivare in una buona condizione alla firma, in inverno non mi era mai capitato. Per fortuna ho trovato un grande aiuto nel preparatore del Matera, professore Pasquale D’Antonio, che mi ha stilato un programma personalizzato».

Come vedi la lotta per la promozione nei 3 gironi di serie C?

«Per quanto riguarda il girone B c’è il Pordenone che ha un ottimo vantaggio sulla seconda. Nel girone C è una lotta a tre tra Juve Stabia, Catania e Trapani. I primi forse hanno avuto un periodo di flessione, vedo bene il Catania, ha anche vinto lo scontro diretto la settimana scorsa, mentre nel girone A ci sono Entella, Piacenza, Siena e Pro Vercelli a giocarsela. Sono tutte società serie, ma avendo giocato a Vercelli faccio il tifo per i piemontesi».

Hai avuto tanti allenatori nonostante abbia solo 28 anni. Chi sono i tuoi maestri, e a chi sei maggiormente legato?

«Grassadonia è quello che mi ha dato di più sia a livello umano che tattico, ho un gran ricordo di lui. Mi ha allenato per tre anni nella Salernitana giovanile, abbiamo vinto un campionato a Pagani, dove ho realizzato 18 gol, e poi a Messina dove mi ha impiegato da esterno, e comunque sono riuscito a mettere a segno 7 gol. Poi posso citare Madonna, ora alla Primavera dell’Inter, e Nello Di Costanzo, attuale vice a Caserta. Ma ho avuto un buon rapporto con tutti, anche Viali, e Catalano, secondo di De Zerbi al Palermo, che mi ha insegnato molto dal punto di vista tattico».

In questi anni hai ricoperto sia il ruolo di esterno, che quello di prima e seconda punta. Dove ti trovi meglio?

«Ho ricoperto vari ruoli, ho agito sia da prima punta che da esterno. Gli anni dove però ho dato il mio meglio, specie dal punto di vista realizzativo, sono quelli dove sono stato impiegato da seconda punta. Penso a Pagani, così come ad Aversa e Messina, avevo prime punte a far coppia con me, come Fava, Vicentin, Corona. Pure a Caserta, sono stato il giocatore in tutta la serie C ad aver fornito più second assist, il passaggio che precede l’assist. Quindi penso di dare il mio meglio in questo ruolo».

Per quanto riguarda i compagni di squadra, invece, chi sono i più forti?

«Potrei fare un elenco di nomi lunghissimo, non vorrei fare torto a nessuno. A Salerno sicuramente ho giocato con Ciccio Caputo, Federico Dionisi, lo stesso Ciccio Cozza. Ricordo anche Jadid, un centrocampista con delle qualità immense, così come Giorgio Di Vicino ad Aversa. Ho avuto Giorgio Corona e Dino Fava come compagni di reparto, ma una menzione particolare va fatta al capitano ai tempi della Paganese, Luca Fusco, è una persona al quale sono molto legato. Pensando agli anni recenti si può menzionare Amato Ciciretti. Da ragazzino invece, penso a Ciro Immobile».

E come andò?

«Avevamo 13 anni, era il primo anno nel settore giovanile della Salernitana, una “sperimentale”. Ciro giocava poco, è la dimostrazione perfetta che ogni calciatore ha i suoi tempi di maturazione. Dopo andò a Sorrento, e dopo due tre buone stagione fu preso definitivamente dalla Juve, e poi è arrivato dov’è ora. Ha avuto anche un percorso di crescita fisico e tecnico con la Vecchia Signora che l’ha portato a un miglioramento importante, sono contento per lui che sia arrivati a questi livelli…».

Di seguito il video con i gol e le migliori giocate di Luca Orlando: