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Paulo Dybala è approdato alla Juventus nella stagione 15/16 dopo un’ottima annata al Palermo del presidente Zamparini. A quel tempo il giovane argentino era spesso impiegato come punta centrale e raramente come rifinitore alle spalle di un altro terminale offensivo. Nel corso del tempo, l’ampiezza della rosa della squadra piemontese e le esigenze tattiche lo hanno visto impiegato come ala destra, in un 1-4-3-3, e come trequartista, in un 1-4-2-3-1. (fig. 1)

Se da un lato, guardando allo score delle ultime stagioni che ho la visto sempre molto impiegato (2400 minuti circa per una media di 27 presenze) rispetto all’attuale campionato qualcuno potrebbe addebitare il tutto all’arrivo di Cristiano Ronaldo in maglia bianconera, dall’altro c’e’ da valutare l’effettivo utilizzo del giocatore e la tipologia di calcio che sta esprimendo.

Dybala sta passando dall’essere un top scorer da 52 reti in Serie A nelle ultime tre stagioni alla Juve, ad un fantasista puro, come dimostrato dalla qualità del gioco espresso. Paulo è sempre stato un giocatore rapido nei movimenti che limitava al minimo i tocchi palla e prediligeva il duello individuale cercando di superare il diretto avversario per poi finalizzare. Mister Allegri lo ha alleggerito di questo compito dandogli più libertà di movimento in campo e maggiori possibilità di esprimersi al meglio. L’argentino è passato da 2.8 dribbling riusciti per gara nella scorsa stagione a 2 di quest’anno ma ha aumentato il numero di passaggi per gara (da 38 a 42.6) ma soprattutto quelli chiave funzionali ai movimenti dei compagni ed alle dinamiche offensive (da 1.6 a 2.3).  La sua propensione in aumento ad un gioco fronte porta lavorando per la squadra e non solo per se stesso si denota anche dal fatto che Paulo è al centro degli sviluppi di gioco anche in termini di cross (da 0.8 a 1.2) e di verticalizzazioni (da 2.3 a 4.4) sintomo ancora una volta di un giocatore che si sta sempre più responsabilizzando del lavoro da collante tra i reparti intestardendosi meno nel cercare sempre e solo la finalizzazione. (fig. 2)

Gli scettici penseranno che stiamo parlando di un talento sprecato e mortificato, se invece parlassimo di un futuro n°10? Se fosse lui l’erede dei vari Platini, Zidane e Del Piero? Alla sapienza di Allegri il compito di trasformare un attaccante di livello top nel trequartista di cui la Juve ha bisogno per spostare definitivamente gli equilibri in ogni competizione.