Mister, partiamo dal miracolo Rieti…
«Ennesimo successo della mia carriera, fatto con una squadra giovanissima, stesso voi l’avete definita impresa o miracolo. Mi chiedo solo dove sia le meritocrazia, evidentemente non c’è, visto che prima di Rieti ci sono state altre annate importanti ad Arezzo, a Modena, a San Benedetto del Tronto. Non c’è bisogno di andar a prendere le annate vecchie, basta vedere gli ultimi campionati. Al giorno d’oggi mi rendo conto che sono più incisivi gli sponsor, avere amici importanti al proprio fianco o politici dalla tua, piuttosto che i risultati».
La sentiamo abbastanza deluso…
«Ma io non leccherò il sedere di nessuno, il mio nome non sarà mai accostato a certe nefandezze, nonostante queste annate vedo che si continuano a dare chance a tanti allenatori che falliscono gli obiettivi stagionali, ma continuano a trovare panchine prestigiose, gli posso solo fare l’in bocca al lupo. Ci sono anche tante new entry, a cui vengono date panchine importanti, poi però alla prima difficoltà saltano, e magari le società devono ricorrere a chi ha più esperienza, come il sottoscritto…».
Ma cosa sarà del suo futuro?
«Io cerco società serie, proposte serie, e piazze che mi attizzino. Se poi questo non dovesse accadere, mi godrò i miei figli dopo oltre trent’anni di carriera, non sarà un problema. Soprattutto dal punto di vista economico, ringraziando Dio ho lavorato per trent’anni. Cava? Sicuramente è una piazza che mi attizza e che mi porto nel cuore, ogni volta che torno ricevo un’accoglienza da brividi, come anche nella notte del centenario. Ma ci tengo a precisare che non ho avuto contatti con la società, come ha detto qualcuno. Stimo tantissimo Modica, è stato un allenatore che ho seguito con grande piacere e penso che la Cavese sia stata una delle squadre con la proposta di gioco più interessante…».
E invece, a Castellammare di Stabia, quando Gondo ha gelato il Menti, che emozioni ha provato?
«Sono rimasto immobile, le emozioni che provavo le ho tenute dentro di me. Soprattutto per rispetto di una piazza che mi ha amato, non potevo fare diversamente, anche perché credo che il rispetto vada dimostrato soprattutto con i fatti, dopo le parole. Sono stato accolto da un’ovazione prima della partita, ero commosso. Poi ognuno fa il suo lavoro, e sia noi che loro ci giocavamo tanto, ma il rispetto verso una tifoseria e una piazza vanno oltre i 90′. Non ho esultato nemmeno a Cava, nemmeno a Potenza. Da certe piazze ho avuto tanto, il rispetto nei loro confronti è il minimo».
A proposito del Rieti, si parla tanto di Maistro. E’ destinato ad una grande carriera?
«Guarda, si è sempre detto che Capuano gioca con i “vecchi”, invece a Rieti abbiamo spesso schierato 6-7 under in campo, e per me sono tutti molto validi e in grado di potersi regalare una carriera importante. Penso non solo a Maistro, ma a Delli Carri, che è un classe ’99, a Garofalo, altro ragazzo che viene dalla Salernitana e che ha disputato un ottimo campionato».
A proposito di Salernitana, lei da salernitano doc, sarà particolarmente deluso dall’ultimo campionato…
«Sono umiliato, da salernitano, nell’anno del centenario. Penso che si debba parlare di fallimento, e quando c’è un fallimento non è mai solo colpa del singolo, ma di tutte le componenti. Di certo, per ora, ha pagato solo la parte tecnica, ma al di là della giustizia sportiva è stato un campionato veramente deludente, e penso che non tutti abbiano pagato quanto dovevano. E mi riferisco anche ai calciatori, loro sono sempre i primi a scendere in campo…».