Relazione di: Nicolas Annoscia – Allenatore UEFA B, Match Analyst FIGC

Il City di Guardiola arriva alla sfida nel miglior momento stagionale ed è la chiara favorita contrapposta alla squadra di Pochettino che, sconfitta in quattro delle ultime sette partite giocate, dovrà fare una grande gara di contenimento e ripartenza per provare a far male agli avversari.

La partita

Il Tottenham ha appena inaugurato il nuovo impianto, uno di quei fattori intangibili che hanno sicuramente influenzato la prestazione degli “Spurs”. La squadra di casa è scesa in campo con un atteggiamento attendista lasciando la costruzione del gioco alla squadra di Guardiola, senza rinunciare all’aggressività in mezzo al campo (58 i contrasti vinti per Kane e compagni).

L’intensità iniziale della squadra di Pochettino ha messo in difficoltà la manovra dei Citizens con Alli e Eriksen a schermare le principali fonti di gioco del City, Fernandinho e Delph che veniva in mezzo al campo a ricevere.

Il palleggio del City difficilmente trovava sbocchi in avanti, visto il pressing portato dal Tottenham, ma non per questo Guardiola ha rinunciato a giocare la palla. Questa scelta è stata importante per attrarre i giocatori in casacca bianca a ridosso della porta difesa da Ederson per poi verticalizzare e trovare spazi in zona rifinitura avversaria.

La fase di costruzione del Tottenham era molto chiara: cercare il prima possibile, soprattutto con lanci lunghi, Kane abile a smistare di testa il pallone per i suoi compagni. Il calciatore inglese ha vinto 2 duelli aerei su 4

Sulla carta la squadra di Pochettino giocavano col 4-2-3-1 che in fase di non possesso si trasformava in un 4-4-1-1 o 4-1-4-1 in base alla posizione della palla. Sissoko, interditore, ha fatto registrare 3 contrasti vinti su 3, indice della grande fisicità e compattezza messa in campo dal tecnico argentino.

Quello che non ha funzionato per il City è stato il tanto osannato “gegenpressing”, volendola dire alla Jurgen Klopp, pressing asfissiante funzionale al recupero immediato della palla, marchio di fabbrica delle squadre di Guardiola. Una volta persa palla gli uomini del tecnico spagnolo, nonostante l’evidente superiorità numerica lato palla, difficilmente riuscivano a recuperare il pallone e ad imbastire una nuova azione. Nel caso specifico, Alli e compagni sono stati bravi a combinare in mezzo a 5 giocatori azzurri e portare al tiro Kane.

A complicare la vita ai Citizens arriva anche il rigore sbagliato da Aguero al minuto 12 che priva di certezze a livello psicologico gli uomini di Guardiola che fino a quel momento avevano faticato nella gestione del possesso.

Nel secondo tempo, complice l’infortunio di Kane, il tema tattico della squadra di Pochettino cambia. Il Tottenham inserisce Lucas Moura e inizia a faticare nel trovare sfogo in avanti. Infatti la percentuale del possesso palla del City aumenta fino al 61% con Gundogan e compagni che riescono ad ottenere una manovra più fluida sfruttando l’ampiezza data da Sterling sulla sinistra e Mahrez sulla destra.

Mano a mano che passa il tempo il City prende fiducia e, complice l’ingresso di Gabriel Jesus al posto di uno spento Aguero, ritrova vivacità in avanti e alza il proprio baricentro.

Proprio questo sbilanciamento in avanti degli uomini di Guardiola ha portato al gol di Son. Su rinvio lungo di Lloris a saltare arriva Delph contrastato da Eriksen, Alli e Lucas Moura danno continuità all’azione servendo lo stesso centrocampista danese. Il fantasista scandinavo accenna ad un apertura larga su Rose, arrivato a dare ampiezza, ma invece serve un pallone in profondità a Son che sbaglia il primo controllo, recupera e scarica un tiro di sinistro che Ederson non riesce ad intercettare seppur centrale.

Nel finale è il City a provarci, inserendo Sanè e Kevin De Bruyne, cercando di dare maggiore qualità in fase offensiva, nel tentativo di sfruttare la maggiore qualità negli 1 vs 1 dei due. Questi due ingressi, negli ultimi 10 minuti, non hanno dato la scossa per raggiungere il pareggio.

In generale, l’1-0 finale può far sorridere Pochettino che si porta avanti nel punteggio in vista soprattutto del ritorno all’Etihad. Il tecnico argentino è riuscito a preparare la partita al meglio inibendo le principali fonti di gioco del City e schermando Silva tra le linee. Guardiola nel post partita ha parlato di una buona prestazione dei suoi, esaltando le poche occasioni concesse al Tottenham e che il discorso qualificazione si gioca sui 180 minuti. Sicuramente il tecnico iberico vorrà giocarsi il tutto per tutto in casa dove in Champions League non ha mai perso.