Sin da piccoli, i calciatori sono esposti ad una serie di “falsi miti”, ovvero errate concezioni sull’allenamento e sugli altri aspetti ad esso correlati (alimentazione, recupero, fattori psicologici, ecc.), frutto di retaggi culturali, ormai smentiti da anni dalle evidenze scientifiche internazionali. Purtroppo, queste concezioni sbagliate, i giovani calciatori le fanno proprie, portandosele dietro per tutta la carriera, infatti non è difficile trovare anche nei livelli professionistici molti falsi miti rigidamente radicati nelle loro menti, e spesso anche in quelle di allenatori e preparatori, poco propensi al cambiamento, al confronto e all’ evoluzione, sia pratica che culturale. A ciò ne consegue l’attuazione di pratiche d’allenamento a volte sbagliate, a volte inutili, a volte dannose. Di contro, c’è chi pur di cambiare e voler essere un inventore e pioniere di qualcosa, attua metodi poco suffragati da evidenze scientifiche e da risultati concreti, validi, affidabili, riproducibili, condivisi e riconosciuti.
In questo articolo, diviso in due parti, andremo a sfatare alcuni dei falsi miti più frequentemente riscontrabili nella preparazione fisica del calciatore.

1- I dolori muscolari 24-48h dopo l’allenamento o partita sono causati dall’acido lattico.
Falso, falsissimo.
I dolori muscolari che si presentano nei giorni post-allenamento o gara, sono i DOMS (dall’inglese Delayed Onset Muscle Soreness), ovvero l’indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata e quindi non l’acido lattico, che viene smaltito nelle ore successive allo sforzo fisico.
Nella Review di Karoline Cheung et. al del 2003 (Delayed Onset Muscle Soreness Treatment – Strategies and Performance Factors) pubblicata sulla famosa rivista scientifica internazionale Sports Medicine, i DOMS sono definiti come un tipo di lesione muscolare da sforzo che determina rigidezza o dolorabilità alla palpazione e/o al movimento. Nello studio inoltre, prendendo in esame tutta la letteratura scientifica fino al momento della sua stesura, viene specificato che sono maggiormente presenti in seguito ad attività non familiari, molto intense e soprattutto quando l’attività prevede una grande mole di lavoro di tipo eccentrico. Sono molte le teorie che spiegano l’eziologia dei DOMS e gli autori di questa Review le riassumono come segue:
• Acido lattico prodotto durante l’attività fisica;
• Spasmi muscolari;
• Danni al tessuto muscolare e connettivo;
• Infiammazione;
• Teorie sull’ efflusso di enzimi che ne determina la sintomatologia.

Figura 1: andamento dell’indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata.
Sull’asse delle ascisse ci sono le ore, sulle ordinate il livello di DOMS. (Immagine tratta da Wikipedia)

 

2- Allenare la rapidità/velocità il giorno prima della gara rende i calciatori più “brillanti” e scattanti in partita
No!
Già partendo dai principi di fisiologia del movimento umano e della metodologia dell’allenamento si può capire che questa “teoria” è del tutto fallace. Non ho mai letto nulla in merito, né sperimentato ciò da calciatore dilettante e negli altri sport in cui mi sono cimentato.
Per scrupolosità, ho fatto una ricerca su Pubmed, risorsa per la consultazione delle ricerche scientifiche internazionali in campo bio-medico (quindi anche delle scienze dello sport) ma non ho trovato nulla di valido in merito. A questo punto ho chiesto a vari colleghi, opinion leader e a ricercatori di fama mondiale, i quali hanno avvalorato la mia tesi, chi su base scientifica, chi su base esperienziale, ovvero: “leggenda metropolitana”.

Figura 2: dall’ opera di G. D’Annunzio Alcyone (1903).

 

3- Il “risveglio” muscolare migliora la perfomance nella gara serale
Anche in questo caso non ci sono basi scientifiche a supporto di questa teoria. Questa pratica, nata e consolidata nel corso degli anni, potrebbe far riferimento a fenomeni di tipo psicologico, ad esempio maggiore focus sull’obiettivo, maggiore concentrazione, maggiore attivazione psico-fisica, ecc., ma ciò è vero solo se si attuano esercizi volti alla gestione della respirazione e delle tensioni muscolari, nonché tutte quelle pratiche adeguatamente adottabili solo con l’ausilio di uno psicologo dello sport, adeguatamente formato ed esperto in merito. Fisiologicamente è improbabile che effetti di allenamento mattutino possano riverberarsi positivamente nella gara serale. Sicuramente è da escludersi il PAP (post-activation potentiation), ovvero contrazioni isometriche massime o serie di esercizi di forza vicini al massimale (1-RM) che inducono un elevato grado di stimolazione del sistema nervoso centrale, che si traduce in una migliore performance muscolare, soprattutto nelle attività di forza esplosiva. Infatti, questo effetto è durevole dai 5 ai 30 minuti circa (Chiu et al., 2003; Rixon et al., 2007) e i potenziali adattamenti a lungo termine sono non dimostrati o ancora inesplorati.
Dunque, tralasciando l’aspetto psicologico, l’utilizzo di una seduta d’allenamento mattutina (più che un risveglio muscolare), in vista della gara serale, potrebbe essere utile al fine di riepilogare alcuni concetti di tattica collettiva (ad esempio le palle inattive), ponendo sempre l’attenzione sui quei piccoli, ma fondamentali particolari, ovvero, non far calciare sempre allo stesso atleta, svolgere un piccolo ma adeguato riscaldamento, tenere bassa l’intensità e la durata di questa breve sessione d’allenamento.

Figura 3: l’allenamento delle palle inattive, anche la mattina della gara serale, può essere utile, infatti nel calcio moderno è un aspetto che fa la differenza, come dimostrano i dati del mondiale di Russia 2018, in cui le reti su palla inattiva sono stati circa il 43%, precisamente 73 su 169 reti totali.

Dunque, abbiamo sfatato i primi tre miti, che da anni si perpetuano nel mondo del calcio, dimostrandone scientificamente e criticamente la fallacità. Al contempo, abbiamo aperto la mente a nuove definizioni e visioni di queste tematiche, basandoci su quanto scienza, pratica e ragionamento ci suggeriscono.
Nel prossimo articolo, porterò il lettore alla scoperta di altri, tra i più famosi e ricorrenti, “falsi miti” della preparazione fisica nel calcio.

È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. Se la mia teoria della relatività si dimostrerà corretta, la Germania mi rivendicherà come tedesco e la Francia dichiarerà che sono un cittadino del mondo. Se la mia teoria si dimostrerà falsa, la Francia dirà che sono tedesco e la Germania dichiarerà che sono un ebreo. (A. Einstein)

Prof. Pasquale D’Antonio
Dottore Magistrale in Scienze e Tecniche dello Sport
Dottore in Scienze Motorie
Master di I livello in Teoria e tecniche della Preparazione Atletica nel Calcio
Preparatore Atletico Professionista FIGC abilitato
Preparatore Atletico di settore giovanile FIGC abilitato
Certified Strength and Conditioning Specialist (CSCS NSCA certified)
Istruttore di Atletica Leggera FIDAL abilitato
Esperto di Preparazione Fisica per le attività di alto livello CONI
Preparatore atletico con esperienza nei professionisti (settore giovanile e prima squadra)
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