Analisi di Marco Giustini, match analyst

L’Inter arriva al derby d’Italia dopo un incoraggiante pareggio contro la Roma (https://www.sarannofamosicalcio.com/uninter-in-crescita-impatta-su-una-roma-in-difficolta-manca-il-guizzo-per-chiudere-la-gara/). Il posto Champions non è ancora sicuro ed è importante per la squadra di Spalletti continuare a fare punti.

La Juventus con l’ultima partita ha ufficialmente vinto il campionato (https://www.sarannofamosicalcio.com/la-juventus-supera-la-fiorentina-e-fa-8-scudetti-di-fila/). Le sfide con le milanesi danno sempre motivazioni ai bianconeri e Ronaldo ha come obiettivo la conquista della classifica marcatori ed il gol numero 600.

LE FORMAZIONI

Mr. Spalletti manda in campo a sorpresa Icardi al posto di Lautaro Martinez.
Allegri si affida ad un 1-3-5-2 con Emre Can difensore destro con Cuadrado e Alex Sandro sulle fasce.



PRIMO TEMPO

Primo tempo targato Inter. La squadra di Spalletti era disposta in campo con un equilibrio perfetto nelle due fasi, unito ad una pressione immediata e coordinata. L’Inter parte con un 1-4-2-3-1 che diventerà un 1-4-3-3 (abbassato Nainggolan) in risposta al cambio tattico  di Allegri, partito con il 1-3-5-2 , modificato in un 1-4-4-2 dopo pochi minuti con il cambio di posizione di Emre Can.

Il gol del momentaneo vantaggio è arrivato al primo tiro in porta: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Politano gira in semi rovesciata la palla in uscita dall’area di rigore. Nainggolan prende la mira e tira al volo da 25 metri. Coordinazione perfetta, meno perfetto l’intervento di Szczesny che tocca ma non blocca la sfera.

Nel primo tempo l’Inter è stata ostinata nel cercare la manovra dal basso, grazie alla buona vena di Brozovic ed al lavoro di Politano e Perisic che entravano regolarmente in campo invece di fuggire larghi e Nainggolan spesso libero tra le linee juventine. Il cambio modulo di Allegri è stato attuato come soluzione alla libertà che stava trovando il belga all’interno della trequarti juventina.  Icardi ha attaccato la profondità, sfruttando il movimento delle ali.  Per due volte è stato provato con successo un lancio a sorpresa di Handanovic a cercare Perisic che serviva di testa Icardi.

In fase di non possesso si nota un 1-4-4-2, Nainggolan aiuta nel pressing Icardi, mentre Perisic e Politano completano la seconda trincea con Vecino e Brozovic. La linea difensiva riusciva a stare alta e a dare compattezza alla squadra.

A testimoniare la qualità dei primi 25 minuti dei nero-azzurri sono le statistiche: un gol, 5 angoli e il 65% di possesso palla.

Sul finale del primo tempo i ritmi si sono abbassati e Allegri ha nuovamente cambiato il canovaccio tattico torando con la difesa a tre per alzare Alex Sandro e tenere Cuadrado a destra. Cancelo era il terzo centrale.

SECONDO TEMPO

Nel secondo tempo la Juventus cambia negli uomini, nel modulo e nella gestione del pallone. Allegri dopo 15 minuti inserisce Kean per Matuidi e ripropone un 1-4-4-2 con due vere punte e due vere ali, che diventa un 3-3-4 o 2-4-4 in fase di possesso palla con Emre Can che galleggia tra fase offensiva ed il supporto ai due centrali difensivi.

Con questo assetto la squadra di Allegri ha ritrovato ampiezza. La presenza di Kean ha avuto come ulteriore risvolto un alleggerimento dalla marcatura stretta di Skriniar e De Vrij su Ronaldo.

Il gol del pareggio arriva pochi minuti dopo, con Pjanic al limite dell’aria che chiude un triangolo con Ronaldo, bravo a smarcarsi e a concludere in rete di prima: 600 gol nelle squadre di club per lui.

Al triplice fischio il risultato sarà di parità, 1 a 1. Primo tempo dominato dall’Inter, secondo tempo controllato dalla squadra ospite. Juventus che come dimostrano gli otto scudetti consecutivi non ci sta a perdere, guidata da Cristiano Ronaldo ancora una volta a segno. L’Inter ha mostrato un buon gioco con ritmi alti ed interpreti fluidi nel posizionamento ma non è riuscita a chiudere la partita prima dell’inevitabile calo fisico.