Dall’Argentina all’Italia passando per Cile, Uruguay, Portogallo, Gibilterra e Bulgaria. A 29 anni Guido Abayian ha girato mezzo mondo prima di accasarsi nel Belpaese, senza farsi mancare davvero nulla. Compreso qualche allenamento con Di Maria, Rui Costa e David Luiz giusto per citarne alcuni. Ora, però, il bomber di Neuquen ha un solo pensiero fisso: raggiungere i playoff con la Cittanovese. Gli 8 gol realizzati in 23 partite sono una buona base dalla quale partire ma ai nostri microfoni la punta giallorossa ha fatto sapere di non volersi fermare proprio sul più bello.

La netta vittoria per 6 a 1 in casa del Gela vi è servita ad uscir fuori da un periodo di profonda crisi. Ora i playoff tornano ad essere un obiettivo concreto?

”Sì, questa vittoria per noi era troppo importante. Erano ormai diverse partite che non riuscivamo a far risultato o comunque a raccogliere quello che meritavamo. A Gela abbiamo giocato una grande gara, e questo successo ci ha ridato fiducia e convinzione nei nostri mezzi. Ora siamo ritornati in zona playoff e anche se non era questo il nostro obiettivo stagionale cercheremo di raggiungerlo ad ogni costo. Abbiamo il potenziale per restare così in alto in classifica e non è una casualità la nostra presenza lì. Come ho detto il potenziale c’è ed è nostro compito sfruttarlo, regalando a società e città quello che meritano. Questo però è un campionato nel quale se vinci balzi in avanti ma se perdi ritorni dietro. Dobbiamo cercar di far punti soprattutto in casa ed affrontare con intelligenza le partite in trasferta. Dipende tutto da noi”.

Questa per te è la prima stagione in Italia nella quale sei riuscito a dimostrare subito le tue qualità realizzando 8 reti in 23 partite. Ti saresti aspettato un impatto così positivo nel nostro campionato?

“Quando scegli di cambiare città o paese lo fai sempre sperando di riuscire a far bene. Qui ho trovato un ambiente fantastico, mi hanno trattato sempre bene sin dal primo giorno. Prima dei gol sono felice di aver trovato una squadra che mi fa sentire importante e con la quale spero di chiudere in maniera positiva la stagione. Onestamente non mi aspettavo di ricevere subito così tante soddisfazioni. Sono entusiasta sia dei miei risultati ma anche e soprattutto di quelli dell’intera squadra. Mancano 6 partite, speriamo di continuare così”.

Qual è stata la tua reazione alla notizia della possibilità di venire a giocare in Italia?

“Ero molto felice, per noi argentini giocare in Italia è qualcosa di fantastico. Poi il mio procuratore e tanti amici mi hanno parlato molto bene del campionato italiano. Uno dei calciatori che mi ha dato tanti consigli a riguardo è stato Marcos Espeche, giocatore del Gubbio, con il quale ho un rapporto di grande amicizia. Sono arrivato qui con la mia famiglia e devo dire che mi sto trovando davvero bene”.

Prima di vestire la maglia della Cittanovese hai girovagato per il Sud America e non solo…

“Vero. Io ho iniziato la carriera in Argentina anche se nella mia città natale, Neuquen, non si gioca molto a calcio. A 17 anni mi sono trasferito in Portogallo ed ho militato nella giovanili del Benfica. Una squadra fantastica con una storia incredibile. Lì sono cresciuto tanto come calciatore avendo avuto anche l’occasione di allenarmi con la prima squadra che all’epoca era piena zeppa di fenomeni come Di Maria, Rui Costa, David Luiz, Coentrao, dai quali potevi imparare tanto. Successivamente sono ritornato in Argentina e ho disputato il mio primo campionato di serie A con il Gimnasia la Plata, prima di trasferirmi in Uruguay. Lì ho giocato anche la Copa Sudamericana, l’equivalente dell’Europa League. Anche quella è stata una bellissima esperienza. Da quel momento in poi ho iniziato a viaggiare molto tra Chile, Gibilterra e Bulgaria. Quest’anno è arrivato finalmente l’occasione di giocare in Italia, sono felice di essere qui e spero di far sempre meglio nei prossimi anni”.

Quando eri bambino a quel giocatori ti ispiravi?

“In generale sono stati 3: Batistuta, Crespo ed Ibra. Ho sempre cercato di imparare qualcosa da loro ma non di diventare loro. Io sono Guido Abayian. Tutti devono avere degli idoli ma poi bisogna sempre restare se stessi e lavorare per migliorarsi senza voler diventare qualcun altro”.

Infine, quali sono i tuoi progetti futuri?

“Non so cosa mi riserverà il futuro ma una cosa è certa: sarà nel calcio. Come allenatore o altro ma sicuramente resterò in questo ambito perché ormai fa parte della mia vita”.