L’inizio di carriera promettente lo aveva lanciato immediatamente tra i “grandi” ma una serie di gravi infortuni ne ha frenato la definitiva consacrazione. Da due anni Luca Artaria ha trovato la sua isola felice, il Seregno, l’ambiente ideale nel quale ripartire. Tenendo ben saldi gli obiettivi da raggiungere e quel sogno, ai nostri microfoni confessato, mai del tutto svanito di ritornare nel calcio professionistico.

Il pareggio casalingo di ieri con il Villa d’Alme vi ha permesso di aumentare a 8 punti il distacco dalla zona playout. E’ un vantaggio rassicurante?

“Diventerà rassicurante solo quando raggiungeremo la matematica salvezza. Quello di ieri può sembrare un punto guadagnato sulle inseguitrici ma per come si è messa la partita sono senza dubbio 2 punti persi. Non siamo riusciti a sfruttare la superiorità numerica e dopo aver subito il pareggio ci è mancata la cattiveria giusta per vincere. C’è un po’ di rammarico ma dobbiamo continuare su questa strada e conquistare la salvezza il prima possibile. Siamo reduci da 6 risultati utili di fila, merito di una grande compattezza in fase difensiva. Non a caso in queste ultime 6 gare quello di ieri è stato l’unico gol subito. Tra l’altro su rigore”.

Dal punto di vista personale come reputi la tua stagione?

“Sono contento di aver dato il mio contributo anche con gli assist (7) oltre che con i gol. Anche se quest’anno ho segnato qualche rete in meno rispetto alla scorsa annata avendo chiuso il campionato a quota 12. In generale reputo la mia stagione decisamente positiva, insieme ai miei compagni stiamo disputando un grande campionato che ci vede essere a meno 2 punti dalla sesta in classifica. Ora, però, non ci resta che archiviare il prima possibile la pratica salvezza”.

La tua duttilità fa di te un elemento importante per la squadra. Senti il peso di tale responsabilità?

“Sicuramente. In questi anni ho giocato in tantissimi ruoli: come mezzala, esterno, trequartista, seconda punta e anche come punta centrale. Quando senti la fiducia di mister, società e compagni è più facile sacrificarti ed è un piacere farlo. A me piace muovermi molto sul fronte d’attacco, non dare mai punti di riferimento, giocare la palla anche con i centrocampisti e attaccare la profondità. Quindi tra i tanti ruoli quello del trequartista è il mio preferito perché mi permette di spaziare liberamente”.

Facciamo un passo indietro. Nei tuoi primi anni di carriera hai militato nella vecchia serie C2 con il Pro Patria, in seguito cosa ti è mancato per far ritorno tra i professionisti?

“Ricordo con grande piacere quegli anni che per me sono stati stupendi. La prima stagione fu caratterizzata dalla penalizzazione di 13 punti senza la quale avremmo addirittura vinto il campionato con due giornate d’anticipo. E nonostante le difficoltà siamo stati vicini al piazzamento playoff. Eravamo una squadra davvero forte con giocatori di categoria superiore, non a caso l’anno successivo conquistammo la promozione in C1. Poi purtroppo, come spesso accade nel calcio, i calciatori pagano per colpe non loro e a causa di alcune divergenze fui costretto a partire. Decisi così di accettare la serie D con il Valle d’Aosta, squadra attrezzata per il salto di categoria. Ed inizialmente le cose sembravano girare per il verso giusto. A febbraio aveva già totalizzato 9 reti poi, però, ho subito due volte la rottura del crociato che mi ha tenuto fermo per quasi un anno e mezzo. Questo insieme a qualche mia responsabilità ha fatto sì che perdessi contatto con il professionismo”.

La tua scorsa stagione si è conclusa in maniera positiva con 12 reti realizzate. Nonostante le offerte ricevute cosa ti ha spinto a prolungare il tuo rapporto con il Seregno?

“E’ vero, ho ricevuto delle proposte da club di una certa caratura ma dopo l’ottima stagione trascorsa non me la sono sentita di lasciare questa società. Qui ho avuto sempre l’impressione di essere apprezzato da tutto l’ambiente, per me Seregno rappresenta una certezza. Questa poi è una realtà solida, non è facile trovare società così serie capaci di mantenere tutte le promesse fatte. La scelta di rimanere la rifarei altre 1000 volte senza nessun problema”.

In conclusione, quali sono i tuoi progetti futuri?

“Chiaramente il primo obiettivo è mantenere la categoria poi a livello personale spero di raggiungere la doppia cifra. Non nascondo anche il desiderio, nonostante non sia più un ragazzino, di tornare tra i professionisti. Sarebbe impossibile avere questa energia senza la voglia di realizzare un sogno. Il mio futuro comunque credo sarà sempre legato al mondo del calcio. Dopo aver smesso mi piacerebbe intraprendere la carriera da allenatore. Qui a Seregno ho iniziato ad allenare i bambini di 5/6 anni anche se per impegni personali ho dovuto un po’ mettere da parte questa attività. Però studio e mi tengo sempre aggiornato perché credo possa essere un’idea concreta per il mio futuro”.