Oltre 500 presenze all’attivo tra serie B e serie C, più di 100 gol tra i professionisti, molti dei quali giunti con il suo mancino fatato. Aniello Cutolo, per tutti Nello, ha girato l’Italia nell’arco della sua lunga carriera, ma ora sogna di fermarsi dove si sente a casa, ad Arezzo. E dove spera di raggiungere un traguardo storico…

La sconfitta di Cuneo rappresenta un brutto stop per voi dopo un periodo di gran forma…

“Sì, venivamo da una serie molto lunga di risultati utili consecutivi, con diverse vittorie importanti. Peccato perché nel primo tempo avevamo anche creato diverse occasioni, poi nella ripresa siamo indubbiamente calati. Non voglio trovare alibi, ma anche le condizioni del campo non ci hanno facilitato nel palleggio. Ma non è un dramma, proveremo a rifarci già da sabato”.

Al momento occupate il secondo posto nel girone A di serie C, qual è il vostro obiettivo?

“Non ci poniamo limiti, è questo il nostro segreto. Ovvio che l’Entella ha un altro passo e rappresenta la corazzata del torneo, devono recuperare anche molte gare. Ma noi siamo lì, e punteremo al massimo fino alla fine. Che poi sia secondo o terzo posto poco conta, sarebbe un sogno andarsi a giocare qualcosa di importante a fine stagione. Ritengo comunque che il nostro girone sia il più equilibrato di tutta la serie C”.

A Livorno hai ritrovato Dal Canto in panchina dopo l’esperienza a Padova, com’è il vostro rapporto?

“Veramente ottimo, qui mi sento a casa. Con il mister c’è grande intesa, anche perché abbiamo lavorato già insieme e conosce bene le mie caratteristiche. Lo ringrazierò perché mi ha allungato la carriera e spero di rimanere ancora diversi anni all’Arezzo. Già a Padova ci siamo trovati bene, non mi spiego come quella squadra non abbia centrato i playoff: c’era gente come Cacia, Perin, Milanetto, Marcolini. Perdemmo contro la Nocerina già retrocessa, e chi se la scorda quella giornata…”

Invece nel corso della tua carriera, a quale mister devi i ringraziamenti più sentiti?

“Senza dubbio a Leonardo Menichini, è lui che mi ha permesso di fare una grande stagione a Crotone, soprattutto dal punto di vista realizzativo. Segnai 14 gol in campionato, ricordo la doppietta al Torino, una delle serate più esaltanti della mia carriera. Con lui alla guida ho fatto il salto di qualità”.

Tornando all’Arezzo, in squadra ci sono due calciatori che sembravano destinati ad altre carriere, come Belloni e Tassi. Che tipo di giocatori sono?

“Beh, per loro i paragoni si sono sprecati fin da subito, di Lorenzo (Tassi, ndr), si diceva che era il nuovo Roberto Baggio. Li conosco bene, quindi non credo che abbiano sentito il peso del paragone, però forse non sono riusciti a dimostrare il loro valore. Ma credetemi sono ragazzi che hanno grandi qualità, e sono giovani, possono ancora raggiungere alti traguardi. Niccolò (Belloni, ndr), per me non c’entra niente con questa categoria.

E invece tra i giovanissimi, per chi prospetti una carriera importante?

“C’è Buglio, che ha fatto 6 gol, ed è molto forte. Ma anche Zappella, Benucci. Non solo loro però, ce ne sono tanti altri. Questa società ha puntato forte sui giovani, completando il mix con alcuni giocatori più esperti, ma ci sono diversi giovani che faranno una carriera sicuramente di ottimo livello, così come anche Sala”.

Concentriamoci su di te: sei il quinto giocatore per numero di conclusioni tentate (3,51 ogni 90′), hai segnato già 8 reti. Cosa ha influito dopo un paio di annate meno fortunate dal punto di vista realizzativo?

“Sì, è nelle mie caratteristiche provarci appena vedo la porta. Sto giocando seconda punta, che forse per adesso è il mio ruolo congeniale, in passato ho fatto l’esterno d’attacco ma ora anche con il passare dell’età è meglio conservare le forze per scattare negli ultimi 20-25 metri. Dopo alcune stagioni con Entella e Juve Stabia dove ho segnato poco, qui ho riscoperto una seconda giovinezza”.

E’ la piazza dove sogni di chiudere la carriera?

“Sì, spero di finire qui la mia avventura, anche se credo di avere ancora qualche anno da calciatore davanti a me. Qui mi sento a casa, si lavora con serenità, conosco bene il mister al quale sono grato e il direttore Pieroni, è lui che tanti anni fa mi ha fatto esordire in B proprio ad Arezzo, anche se ero giovane, sono passati 13 anni, non sono riuscito a lasciare il segno. Due anni fa ha deciso di scommettere ancora su di me, speriamo di riuscire a coronare il nostro sogno…”.