La firma sul contratto, la voglia matta di sfruttare al meglio una ghiotta occasione tra i professionisti. Il tutto spazzato via da un fallimento. Poi una nuova chance per ripartite, prima dell’ennesimo stop. È stata una stagione decisamente sfortunata, oltre che beffarda, quella che si avvia alla conclusione per Eugenio Lorefice. Una serie di vicissitudini, infatti, lo hanno costretto a star lontano dal prato verde senza un perché. Travolto dal caos Matera e da un regolamento contorto, la mezzala siciliana ha esternato ai nostri microfoni tutta la sua frustrazione per un’annata da dimenticare, senza nascondere però la grande volontà di rimettersi in gioco il prima possibile. 

Eugenio, la tua stagione ha avuto inizio a Matera in serie C. Quali erano le tue aspettative e come hai vissuto il periodo successivo al disastro societario?

“Sono arrivato a Matera grazie al volere del direttore Volume che aveva avuto modo di conoscermi durante la mia militanza a Taranto. Ci tengo molto a ringraziarlo per la stima avuta nei miei riguardi. Per me era una chance importante avendo firmato un contratto biennale. Abbiamo giocato un buon campionato fin quando ce l’hanno permesso, lottando contro tutto e tutti. Poi i problemi societari hanno portato al fallimento del club lasciandoci letteralmente in mezzo alla strada. Era impensabile prevedere una situazione del genere trattandosi di una realtà di serie C. Noi ovviamente abbiamo messo in mora la società per tutelarci. Dopodichè il 31 gennaio ci siamo svincolati anche se era da più di un mese che eravamo a casa. Prima della scadenza prevista sono riuscito a trovare un accordo con il Città di Messina in serie D”.

Ma anche a Messina sorgono diversi problemi…

“Sì, perché io fino a luglio, pur non giocandoci, risultavo essere ancora un calciatore del Taranto e quindi il mio passaggio al Matera risultò come primo trasferimento della stagione. Dopo il fallimento proprio del Matera, e il mio successivo svincolo, la Lega mi dà l’ok per firmare con il Città di Messina. Fin qui tutto normale. Disputai anche diverse partite tra cui il derby contro il Messina. La partita finì 0 a 0 ma il lunedì successivo po stesso Messina fa ricorso sostenendo che la mia posizione fosse irregolare perché una volta trasferitomi da un club di serie D ad un di C non potevo far ritorno tra i dilettanti. Il ricorso non fu accolto perché presentato in ritardo ma la Lega non ha mai chiarito la mia posizione. Al Città di Messina, infatti, non è stato comunicato né un divieto e né un via libera a farmi giocare. Lasciando tutto in sospeso. Di conseguenza la società a giusta ragione non ha voluto prendersi rischi preferendo rescindere il contratto evitando di incorrere in penalizzazioni qualora mi avesse fatto scendere in campo. Una situazione assurda. Per me quest’anno è stato un macello. La cosa che mi fa più rabbia è di non poter giocare per colpe non mie. Alcune regole sono assurde, così facendo non si dà l’opportunità ad un ragazzo di rimettersi in gioco. In questa maniera lo si ammazza calcisticamente”. 

Attualmente stai continuando ad allenarti?

“Sì, mi alleno da solo. Faccio doppie sedute anche in palestra e poi svolgo qualche allenamento con la palla aggregandomi ad una squadra di Prima Categoria a Francofonte, vicino casa. In maniera tale da tenermi in forma”. 

Quali sono i tuoi punti di forza e che aspetti invece stai cercando di migliorare?

“Io sono una mezzala anche se ho ricoperto diversi ruoli come il mediano basso in un centrocampo a tre o a due.  A Taranto poi ho giocato anche come esterno alto nel 4-2-3-1. Il mio punto forte è la tecnica mentre devo migliorare in fase di non possesso”. 

Nonostante la tua giovane età vanti esperienze importanti come l’annata trascorsa in una piazza come quella di Taranto. 

“Vero. A 16 anni feci il mio esordio in C con la Reggina prima di passare alla Primavera della Salernitana e poi al Messina. A Lentini con la Sicula Leonzio vinsi il campionato di serie D e l’anno successivo firmai con il Taranto. Giocare in una piazza del genere è una fortuna oltre che essere davvero emozionante. Ricordo ancora la partita contro il Cerignola, erano in 7000 sugli spalti. Perdevamo 1 a 0 e al gol del 2 a 1ci fu il delirio, la tribuna sembrava cadere giù”.

Qual è il tuo pensiero riguardo la decisione di abolire il numero limite di giocatori “over” in serie C?

“Credo sia giusto. Io penso che al di là dell’età se un giocatore merita è giusto che giochi. Sicuramente a giovarne saranno anche le società che non avranno più nessun vincolo nel costruire la propria squadra”.

Dopo quest’anno decisamente particolare quali sono i tuoi obiettivi futuri?

“Ognuno di noi chiaramente punta sempre al meglio. Spero di ricevere l’offerta giusta e di avere la possibilità di dimostrare il mio valore”.