Relazione di: Nicolas Annoscia – Allenatore UEFA B, Match Analyst FIGC

In quest’anteprima della finale di Coppa Italia va in scena una sfida avvincente tra due delle squadre più in forma del campionato. L’Atalanta ha conquistato 21 punti nelle ultime 10 giornate e cerca una storica qualificazione alla Champions League, la Lazio invece convive con le sue contraddizioni ormai dall’inizio della stagione e vincendo accorcerebbe su una rivale, aumentando le proprie speranze di raggiungere il 4°posto.

La partita

I modi contrapposti di interpretare il 3-5-2 di entrambe le squadre fanno si che la sfida risulti frizzante sin dai primi minuti. Infatti sono bastati appena 2 minuti alla Lazio per passare in vantaggio, grazie agli sviluppi su rimessa laterale. Caicedo è bravo a far valere la sua fisicità e permettere a Parolo di trafiggere Gollini sul 2° palo.



Subito dopo il gol subìto la squadra di Gasperini non si è disunita, anzi ha cominciato a macinare gioco soprattutto grazie a Gomez che molto spesso si abbassava a prendere palla dai difensori, combinare con i centrocampisti e ritrovarsi a rifinire o a calciare in porta. Non a caso il talento argentino ha fatto registrare a fine partita 4 passaggi chiave, 1 assist e ben 4 dribbling riusciti sintomo della centralità che gode nell’”orchestra” chiamata Atalanta.

 

Mano a mano che la squadra di Gasperini aumentava la sua propensione offensiva la Lazio trovava lo spazio per poter ripartire soprattutto con Immobile e Luis Alberto che in campo aperto risultano sempre abili nel creare pericoli alle retroguardie avversarie. Quello che però, con i passare dei minuti, ha cominciato a funzionare è stato il pressing della squadra bergamasca, orientato all’uomo contro uomo, che indirizzava il pallone sui difensori centrali meno abili nella costruzione bassa laziale costringendoli spesso al lancio lungo.

La grande mobilità di Masiello, poi, ha permesso di aggiungere un uomo in più alla manovra di Ilicic e compagni, portando il difensore bergamasco alto a sinistra per dare maggiore continuità al possesso cercando lo scambio con Freuler e Castagne, supportati da Gomez. Proprio da un’azione costruita prima dalla fascia sinistra poi su quella destra, nasce il gol del pareggio di Zapata. Protagonista è il solito Gomez che prima agevola la manovra e poi rifinisce, da un suo tiro respinto dalla difesa capitolina, la palla giunge a Freuler che si coordina per il tiro che invece diventa un assist per l’attaccante colombiano che sigla il suo 22° gol in 34 giornate.

Superata la mezzora di gioco le squadre si sono allungate alla ricerca del gol del vantaggio con l’Atalanta brava a difendere in avanti ma con la Lazio che non appena riusciva a superare la prima pressione trovava ampi spazi in cui inserirsi soprattutto con Parolo.

Dagli spogliatoi la squadra di Gasperini entra in campo ancora più determinata e consapevole dei propri mezzi, infatti va subito vicino al raddoppio con Ilicic. Gol che, però, non tarda ad arrivare proprio su una situazione che si è ripetuta durante tutta la partita, ovvero portare pressione su uno dei difensori centrali biancocelesti meno abili nel giocare il pallone. Infatti il pressing di Gomez portato su Wallace lo costringe all’errore spianando la strada all’argentino a tu per tu con Strakosha. In prima battuta l’attaccante nerazzurro tarda la conclusione per serve al centro Freuler che non impatta, ma alle sue spalle arriva Castagne che sigla il 2 a 1.

Con l’ingresso di Correa, al posto di Caicedo, la squadra capitolina perde fisicità in avanti aggiungendo fantasia a metà campo. Il terzo gol dell’Atalanta ed il passaggio al 4-3-3 non fanno altro che acutizzare le difficoltà della manovra laziale non riuscendo quasi mai a raggiungere la porta difesa da Gollini con determinazione e qualità.

La squadra di Gasperini, in vista della volata Champions, è riuscita a consolidare il quarto posto con una prova di autorità e in rimonta, con il solito gioco spumeggiante e la sensazione di essere pressoché invincibile in questo momento, non a caso è imbattuta da 12 gare. Inzaghi invece deve ricostruire la fiducia attorno ai propri uomini, soprattutto psicologicamente, magari concentrando tutte le energie sulla finale di Coppa Italia, che vedrà nuovamente a confronto le due compagini, ma che per i colori biancocelesti darebbe un senso all’intera stagione.