A 16 anni, quando il sogno sembrava svanito, la chiamata a sorpresa del Genoa che stravolge tutti i piani. Le vittorie al fianco di Perin ed El Sharaawy prima del salto tra i professionisti con Pavia e FeralpiSalò e l’approdo al Sudtirol dopo l’esperienza piacentina. Niccolò Romero ora è pronto ad alzare ulteriormente l’asticella e punta a trascinare il club altoatesino al sogno serie B attraverso i playoff appena conquistati. Intanto il primo obiettivo stagionale il bomber piemontese lo ha già raggiunto: la Laurea in Scienze Motorie con 110 e lode.

Grazie ai 50 punti totalizzati finora avete ottenuto la matematica certezza di disputare i playoff. Con il Pordenone ormai distante 13 punti è il secondo posto il vostro obiettivo?

“Sì, per fortuna abbiamo raggiunto in tempo l’aritmetica e di conseguenza guardiamo avanti con più serenità. Ci sono diverse squadre che avendo avuto più continuità di noi durante il campionato meritano di precederci in classifica e giocarsi il primo posto. Diciamo che dalla terza posizione in giù è una bella lotta alla pari, lotta nella quale ovviamente noi siamo pronti a dire la nostra. Anche se non dobbiamo sottovalutare chi invece è dietro di noi, abbiamo diversi scontri diretti e la nostra attenzione deve essere alta. C’è da battagliare con tante società ben attrezzate”.

Dal giorno del tuo arrivo nel mercato invernale hai giocato praticamente sempre. Immaginavi di diventare subito un punto fermo della squadra?

“Lo speravo. Sapevo di venire in una squadra di valore, allenata alla grande e dove ovviamente c’era tanta concorrenza. Però c’era anche tanta voglia di giocar le mie carte e dimostrare le mie qualità. Mi ha fatto piacere essere preso in grande considerazione dal mister e spero con le mie prestazione di star ripagando la fiducia riposta”.

La tua stagione, però, ha avuto inizio a Piacenza ma nonostante stessi disputando un’ottima stagione hai deciso di andar via…

“Vero. Lì c’era la possibilità, come tuttora, di lottare per vincere il campionato ma oltre ai risultati ci sono anche altri fattori da prendere in considerazione. Io ero disposto a continuare la mia avventura a Piacenza avendo preso parte al progetto già 1 anno e mezzo fa. Ho chiesto anche il rinnovo la ma società per sue esigenza voleva aspettare la conclusione della stagione e fare le sue valutazioni in relazione all’eventuale promozione in serie B e agli introiti derivati grazie ai quali intavolare discorsi economici di un certo tipo. Non essendo un giocatore di primo pelo ho deciso quindi di accettare i 2 anni e mezzo di contratto offerti dal Sudtirol che oltre ad una migliore situazione contrattuale mi garantiva la possibilità di continuare ad essere competitivo e lottare per grandi obiettivi. Qui è un’isola felice, c’è una qualità di vita che non ho mai visto da nessun’altra parte. Mi trovo benissimo e poi la gente vive il calcio con grande passione, questo è un ambiente che ha voglia di crescere e lo sta dimostrando anche con i fatti. Sia con gli ottimi risultati dell’anno scorso e di questa stagione ma anche con l’inizio dei lavori per la ristrutturazione dello stadio e la creazione di un nuovo centro sportivo. Proprio per questo noi come squadra non ci accontenteremo di un piazzamento playoff ma abbiamo la voglia di giocarci le nostre carte contro tutti come giustamente ci spinge a fare il mister ad ogni partita”.

Con 10 gol totali sta vivendo una delle tue migliori annate di sempre?

“Si, ho raggiunto la doppia cifra come già successo 2 anni fa. Ora però ci sono 6 partite a disposizione per cercare di migliorare il mio record ma soprattutto per segnare reti pesanti che possano permettere alla squadra di raggiungere posizioni importanti. Anche perché da qui alla fine ci saranno da giocare gare di un certo rilievo nelle quali far gol servirà a dare un valore più alto alla stagione”.

Riavvolgiamo un attimo il nastro e parliamo dei tuoi inizia di carriera nel settore giovanile del Genoa. Che ricordi hai di quell’esperienza?

“Per me fu una grande sorpresa il passaggio al Genoa perché a 16 anni si è un po’ avanti con l’età per un settore giovanile così importante. Io venivo dalla squadra del mio paese in provincia di Cuneo mentre lì giocavano gente del calibro di Perin, El Sharaawy, Sturaro che avevano già alle spalle esperienze di un certo livello. Non mi sarei mai aspettato di trovarmi in una situazione del genere tant’è che stavo anche pensando di fare altro nella vita tenendo sempre viva la passione per il calcio. Questa opportunità invece mi ha aiutato a crescere sia come giocatore ma soprattutto come uomo perché Genoa era una realtà totalmente diversa da quella che vivevo nel mio paese. Il mio stile di vita è cambiato, sono maturato molto in quegli anni. A questo vanno aggiunti gli ottimi risultati sportivi di squadra che hanno aiutato a mettere in luce le mie qualità. Eravamo una grande squadra, oltre ai grandi nomi già citati vi erano anche altri ragazzi promettenti come Bani, ora al Chievo, e svariati giocatori che adesso militano in categoria importanti”.

Oltre ai far bene sui campi da calcio ti sei dimostrato valido anche tra i banchi universitari avendo conseguito una Laurea in Scienze Motorie con il massimo dei voti..

“Sì, essendo la vita del calciatore per ovvie ragioni breve ho deciso di percorrere anche un’altra strada. Sempre, però, con l’obiettivo di operare in ambito calcistico che rispetto ad altri lavori ti dà la possibilità di crescere molto come persona stando a contattato quotidianamente con moltissime persone. Avendo vissuto questa realtà da giocatore credo di essere pronto ma nonostante ciò dovrò comunque dimostrare sul campo le mie doti”.