Si gode i giorni di festa, in attesa di capire quale sarà il suo futuro. Si incontrerà con la società Marco Masi, tecnico pisano che ha portato la Pianese in serie C, prima volta dei toscani tra i professionisti. Dopo la promozione con il Pontedera, il trainer con un passato da calciatore pure nelle fila del Napoli, ha servito il bis, regalando un’impresa a un paesino di 3500 abitanti. Un testa a testa estenuante con il Ponsacco, conclusosi però nel migliore dei modi.

Mister, che sensazioni sta provando in questi giorni?

«Beh, sensazioni bellissime. Ora siamo finalmente sereni (ride, ndr), ci godiamo questi giorni di felicità in attesa della poule scudetto. Siamo contentissimi e orgogliosi di quello che abbiamo fatto, francamente a inizio anno era impensabile lottare per questi obiettivi, e invece…».

Quando ha capito che questa squadra aveva tutte le carte in regola per centrare la serie C?

«Quando abbiano vinto i due scontri diretti con Montevarchi e Gavorrano, arrivando a sei vittorie consecutive. Lì ho capito che avremmo potuto farcela. Anche se ho sempre pensato che questa fosse un’ottima squadra, che già l’anno scorso aveva fatto un campionato importante. Dopo aver ceduto il nostro attaccante titolare avevamo dei dubbi su come avremmo potuto sostituirlo, ma abbiamo dimostrato giornata dopo giornata il nostro valore, anche se francamente era impensabile pensare alla promozione diretta a inizio anno, siamo andati oltre ogni più rosea aspettativa. Però penso che quelle due vittorie abbiano dato la consapevolezza a tutto il gruppo di potercela fare, anche perché ci hanno regalato un vantaggio di 5 punti sulle inseguitrici».

Ha già assaporato la promozione in C con il Pontedera. Che analogie e che differenza ha percepito?

«Beh, sono due promozioni bellissime ma completamente differenti. Con il Pontedera era in un certo senso obbligata, era stata costruita una squadra per vincere il campionato. Ci siamo riusciti, ma era un’impresa che era attesa in qualche modo. Anche se, poi lì è iniziato il ciclo del Pontedera, che si è affermata come realtà solida di serie C, lanciando diversi calciatori di valore. Penso ad Arrighini, Grassi, Regoli, Pezzi. Qui invece, siamo in un paesino di 3500 abitanti, la serie C è un qualcosa di inspiegabile, anche se la società è seria ed è sana, e farà di tutto per essere all’altezza anche tra i professionisti, è la prima volta e vorrà fare bella figura».

Questa prima volta in C, vedrà lei in panchina?

«Beh, vediamo, non lo so. Sicuramente mi farebbe piacere, ma ancora non ho parlato con la società. Dobbiamo incontrarci tra pochi giorni, di sicuro prima dell’inizio della Poule Scudetto, ed esporre ognuno le proprie idee. Se collimeranno, non vedo perché non dovrei continuare. Non chiedo assolutamente garanzie, sono sicuro che questa società abbia l’ambizione di misurarsi tra i professionisti, e soprattutto sono convinto che a questa squadra serva solo essere puntellata, perché la base è solida».

Tanti giovani promettenti in squadra, su chi scommetterebbe per una carriera ad alti livelli?

«Abbiamo tanti giovani promettenti in rosa, e non voglio sminuire nessuno, ma un nome lo voglio fare, senza mancare di rispetto a nessuno. Dico Giacomo Benedetti, (centrocampista classe ’99, 2 gol e 5 assist all’attivo), e faccio il suo nome perché lui è proprio di Piancastagnaio, è un prodotto della Pianese, ha iniziato dalla scuola calcio e dopo l’esordio in prima squadra l’anno scorso quest’anno è stato tra i migliori. E penso che la promozione in C per lui, che è di qui sia un traguardo incredibile…».

Cosa rappresenta la Serie C per la Pianese?

«Beh, qualcosa di unico, mai provato prima. C’è voglia di scoprirla ora questa serie C, e di provare a confrontarsi con una nuova realtà, quella del professionismo. Un traguardo impensabile per Piancastagnaio, un paesino di 3500 abitanti…».

foto tratta da Tutto Pianese