Ha stravinto il campionato con il suo Picerno, anche se le vicende a margine della sfida con il Taranto rischiano di turbare la gioia per la prima storica promozione in serie C dei lucani. Per mister Domenico Giacomarro si tratta dell’ennesima promozione in carriera, ma per sua stessa ammissione questa ha un sapore particolare. Il tecnico si sofferma sui momenti chiave del campionato e sui progetti futuri, primo su tutti, la Poule Scudetto.

Mister, partiamo dalla convulsa sfida con il Taranto…

«E’ diventata presto una questione mediatica, c’è un nostro ragazzo che ha preso un calcio nei testicoli, un calciatore del Taranto è stato espulso dall’arbitro, c’è stata anche un’aggressione agli steward. Insomma anche loro hanno fatto la loro parte, mi dispiace perché sono cose di campo. E penso che sarebbero dovute rimanere tali, anche perché tutta questa vicenda è stata gonfiata perché si parlava del Taranto, che ha un seguito e un bacino d’utenza non indifferenti. Secondo me si fosse trattato di un’altra squadra la cosa si sarebbe sicuramente spenta molto prima…».

Dispiace che l’impresa sul campo corra il rischio di essere ridimensionata da vicende extra-calcistiche?

«Non lo so, ma non penso. Certo che è un’impresa, considerando che Picerno è un comune di 5mila abitanti. Ora non so che ne sarà a livello di giustizia sportiva, sento parlare di Daspo, ma non credo. Solo non mi spiego l’atteggiamento del Taranto, non avevano motivo di comportarsi così. Forse semplicemente non volevano che festeggiassimo proprio contro di loro la promozione».

 
Si spieghi meglio…
 
«Beh a inizio anno loro partivano come favoriti, anche vedendo il budget di mercato. Come loro penso ad altre squadre più blasonate, o sulla carta più attrezzate. Poi c’è chi ha finito a 10 punti di distanza da noi, chi a 20. Forse il Taranto aveva gli stessi nostri colori e non volevano che si confondesse chi stava per scrivere la storia…».

 
E’ la promozione più bella della sua carriera?

 
«Beh, sicuramente tra le più belle. Questa è stata entusiasmante, anche perché abbiamo portato il 10% della popolazione allo stadio, una cosa pazzesca. Per un paese di 5mila abitanti è davvero tanta roba, la prima storica volta in serie C. Siamo arrivati alla ribalta nazionale, una soddisfazione enorme perché nessuno ci dava tra i favoriti. Eppure abbiamo fatto 26 risultati utili consecutivi, un record personale. Poi penso alla promozione di Pagani, sono passati più di dieci anni, ma portare allo stadio 12mila persone resta un ricordo indelebile. Vedere oggi sì e no 200 persone mi fa tanto male, c’era un grande entusiasmo al di là della categoria. Sono legato in ogni caso a tutte le promozioni che ho raggiunto, anche quelle con il Pro Vasto, e a Vittoria. Ma sento promozioni mie anche la vittoria playoff con il Potenza, che ci valse il ripescaggio in serie C, e quella con il Marcianise. Venni esonerato da un presidente un po’ particolare a poche giornate dalla fine, ma quella squadra era terza in classifica e vinse i playoff, quindi possono essere contate 4 promozioni o 6, dipende da come vengono lette…».

 
In quale momento ha capito che la sua squadra avrebbe potuto centrare l’impresa?

 
«Non c’è un momento o una partita specifica. Penso però alle gare con l’Altamura, con il Fasano, dove abbiamo affrontato la partita con 7-8 giocatori infortunati, la vittoria a Sarno al 90′, o alla gara con il Sorrento, con un rigore parato al 94′. Sicuramente c’è un pizzico di fortuna, come in tutte le imprese, ma è anche un segnale inequivocabile della nostra forza, i ragazzi non si arrendevano mai, anche dopo il 90′. Così come penso alle seconde linee, i cosiddetti rincalzi, che invece rincalzi non sono, perché quando sono stati chiamati in causa hanno dato il loro contributo fondamentale per la vittoria del campionato con due turni d’anticipo».
 
 
Domanda secca: l’anno prossimo resta a Picerno in C?

 
«Non lo so vediamo, aspettiamo che scenda il presidente e valuteremo il da farsi. Ho la fortuna di avere un solo interlocutore, Enzo Mitro. Vedremo se le nostre idee collimano, ma mi piacerebbe restare qui a giocarmi il campionato di serie C. L’ossatura è assolutamente buona, la squadra ha il miglior attacco e la miglior difesa del girone, ma probabilmente ci sarà in atto la nuova regola sugli under. Non vorrei fare un campionato per accontentarmi, anche se si trattasse di serie C». 

 
Cosa ne pensa della nuova regola?

 
«Io sono sempre dell’idea che i giovani giocano se sono bravi. E per me dovrebbe essere così, penso anche in serie D come la regola degli under sia impattante. Ormai in fase di costruzione della squadra si deve pensare prima a prendere gli under bravi e poi i più esperti, perché se spendi molto per i più bravi ma sbagli gli under rischi di buttare i soldi a mare…».

 
A proposito di under, chi l’ha colpita nel girone H?
 
 
«Ce ne sono diversi di ottimo valore. Penso a Vitale, classe 2001 del Sorrento, o a Salvatore Esposito, centrocampista della Gelbison classe 2000, che un po’ tutte hanno provato a prendere. Per quanto riguarda il Picerno penso a Langone, è un ragazzo di prospettiva, così come Bouba (Sambour, attaccante classe 2000)».
 
 
Ultime due giornate prima della Poule Scudetto. Spazio alle seconde linee?

 
«Giocheranno quelli che si allenano ancora con intensità, anche se qualcuno dopo un campionato stratosferico tirerà il fiato, soprattutto perché c’è la Poule Scudetto. Le squadre di Giacomarro giocano sempre per vincere, quindi è un nostro obiettivo. Il tricolore cucito sulla maglia, per un paese di 5mila abitanti, sarebbe un veicolo di riscossa incredibile, anche dal punto di vista sociale. Ci proveremo…».