Gli scongiuri sono d’obbligo, anche per esorcizzare la paura che sia solo un sogno. Ma il  Pordenone di Attilio Tesser è sempre più vicino alla promozione in B, un traguardo che avrebbe dello storico in casa neroverde. I ramarri dopo la giornata di ieri conservano ancora 7 punti di vantaggio sulle inseguitrici Triestina e Feralpisalò a 4 giornate dalla fine. Un margine senza dubbio importante, nel girone B di serie C, anche se il tecnico veneto tiene altissima la concentrazione.

Mister, il pari di ieri rappresenta un altro piccolo grande passo verso la B?

“Sì, è innegabile che avere 7 punti di vantaggio a 4 giornate dalla fine sia un buon vantaggio, ma non è per niente finita, quindi voglio la massima attenzione fino alla fine. Solo dopo si potrà parlare di festeggiamenti, ci sono ancora 4 giornate da giocare al massimo, saranno tutte gare insidiose”.

Siete in fuga praticamente da inizio campionato, ma le inseguitrici non mollano. C’è stanchezza dal punto di vista emotivo?

“No anzi. Sono confortato dalle prestazioni dei ragazzi, ad esempio anche ieri abbiamo pareggiato ma per quanto mostrato in campo abbiamo dimostrato di meritare la vittoria, quindi stiamo bene da quel punto di vista, ovvio che è stato un percorso lungo e bello, ma che non servirebbe a niente se non chiuso in un determinato modo”.

A inizio anno la domanda è sorta spontanea: cosa ci fa un allenatore come Tesser in serie C?

“Guarda, mi hanno sempre detto che sono folle, anche se io non ci vedo nulla di folle. Anni fa allenavo in A e accettai l’offerta del Novara in C, dopo Avellino avevo diverse offerte dalla B ma ho preferito andare a Cremona, per me conta il poter lavorare bene sul campo, al di là della categoria, cosa c’è di folle in questo? A inizio anno ho fatto una chiacchierata con il presidente, che conosco da 10 anni, e c’è stata questa possibilità…”.

Forse come blasone storico della piazza Novara e Cremona hanno qualcosa in più, ma dal punto di vista societario il Pordenone non ha nulla da invidiare a tanti club anche di categorie superiori…

“Assolutamente, anche se dico di rimanere sempre con i piedi per terra. E poi i complimenti ce li devono fare sempre gli altri, sennò valgono zero. Però posso dire che dieci anni fa mi ritrovai a chiacchierare con la società, e mi illustrarono nel dettaglio il loro progetto, basato sui giovani. Minuzioso, scrupoloso, per una società che allora militava in quarta serie senza dubbio lungimirante. Poi non sono social, ma tutti mi dicono che dal punto di vista della comunicazione siamo piuttosto bravi, per cui è un indice della serietà di questa società. Certo poi c’è il lavoro sul campo…”

Che lei sta portando egregiamente a termine. Ma a inizio anno cosa le hanno chiesto?

“Di lottare per le prime cinque posizioni, di essere competitivi nelle due stagioni per le quali avevamo preso un accordo. Francamente era impensabile, sulla carta, pensare a una promozione diretta vedendo le rose delle altre squadre, come Triestina, Ternana, FeralpiSalò, ma per fortuna poi si va in campo, e non scende la carta in campo”. 

Lei prima ha menzionato i giovani, c’è qualcuno nella sua squadra che può ambire a una carriera importante?

“Sono onesto, abbiamo una rosa un po’ vecchiotta rispetto ad altre realtà, ma anche noi abbiamo i nostri giovani di valore. Basti pensare a Candellone, ormai è sulla bocca di tutti perché è esploso. Lui aveva fatto la B a Terni senza trovare particolarmente spazio, poi è andato al Sudtirol 6 mesi e ha fatto bene. Poi è arrivato da noi ed ha dimostrato tutte le sue qualità (11 le reti per lo scuola Torino in campionato, ndr). Penso anche a Vogliacco, cresciuto nella Juventus, quando è stato chiamato in causa ha dimostrato il suo valore e penso che abbia tutte le qualità per fare un’ottima carriera”.

Domanda d’obbligo: in caso di promozione resterà al Pordenone?

“Credetemi, ora davvero non conta parlare di questo. Abbiamo già parlato con il presidente e rinviato qualsiasi discorso sul futuro al termine del campionato. In questo momento conta solo una cosa, riuscire a regalare un sogno al Pordenone, poi si vedrà. Ho firmato un biennale, e qui si lavora bene, ho rifiutato diverse panchine di serie B per venire qui, quindi un domani ci siederemo al tavolo e parleremo serenamente. Ma non ora, ora dobbiamo completare quello che abbiamo fatto nel corso della stagione, il finale è la parte decisiva, anche se abbiamo fatto un buon lavoro ora dobbiamo portarlo al termine…”. 

foto tratta dal sito ufficiale della società