E’ uno degli attaccanti più prolifici della storia della Serie D, lotta per vincere per il quinto anno il titolo di capocannoniere del proprio girone, e ammette di star male quando non riesce a trovare la via della rete. D’altronde ne ha realizzati 251 in carriera, ma nonostante i 35 anni da compiere ad agosto, andrà avanti ancora per qualche stagione. Manuel Pera, bomber della Recanatese, vuole continuare a far bene con i suoi compagni anche nei playoff. Non male per uno partito dalla Prima Categoria che fino a 24 anni lavorava nel calzaturificio di famiglia…

Manuel, che momento è per la Recanatese?

«Beh, direi che siamo in un grande momento di forma. Stiamo allungando la nostra striscia di risultati utili consecutivi, sono 15 partite di fila che siamo imbattuti, ora dobbiamo pensare a chiudere al meglio il campionato e poi giocarci al massimo i playoff».

C’è stato un momento in cui pensavate di poter fare anche qualcosa di più?

«Sì, per diverse settimane. Forse c’è stato qualche pareggio di troppo che ci ha frenato, forse è quello il nostro rammarico più grande».

Dal punto di vista realizzativo altra grande stagione, come vivi il tuo rapporto con il gol?

«Male (ride, ndr). Come ogni attaccante vivo per il gol, chi dice il contrario secondo me mente. Se non segno, se non riesco ad aiutare la squadra con una mia rete non sono sereno, mi arrabbio anche in partita per un’occasione sbagliata. E pensare che ho iniziato da attaccante esterno, ho giocato anche da centrocampista, a volte anche terzino destro, poi ho iniziato a giocare più vicino alla porta. Mi paragonano a Fabio Quagliarella, per me è un onore. Ovviamente spero di poter continuare a lungo come lui, che si sta togliendo grandi soddisfazioni anche da vecchietto, io pure vorrei andare avanti ancora qualche altra stagione».

Obiettivo personale?

«Vincere la classifica dei capocannonieri del mio girone, sarebbe la quinta volta in carriera, insomma un record non da poco. Dopo aver giocato in serie C sono tornato in D e ho voluto fortemente giocare più vicino alla porta, ricordo tutti i miei gol, sono 251 in carriera».

Numeri impressionanti, ma cosa ti ha frenato per ambire a un altro tipo di carriera?

«Ho iniziato a giocare seriamente a calcio solo a 24 anni, fino ad allora lavoravo nel calzaturificio di mio padre, e ci tengo a dire che non ero raccomandato ma dovevo lavorare sodo anche lì. Mi divertivo giocando in Prima Categoria, poi disputammo un’amichevole contro la Lucchese, dove realizzai una doppietta. Il ds Giovannini mi notò e mi portò con sé a Lucca, poi mi volle anche a Pontedera in serie C, però le cose non andarono benissimo…».

Che successe?

«Litigai con il mio allenatore dell’epoca, Paolo Indiani. Sono un fumantino, forse anche per questo non ho fatto un certo tipo di carriera, anche per colpa di alcuni miei limiti caratteriali. Un peccato, anche perché il Pontedera ha lavorato sempre bene con i giovani e valorizzato tanti calciatori. Però ho tanti bei ricordi, come la trasferta all’Arechi di Salerno contro il Salerno Calcio, nel giorno della promozione, quando ero a Poggibonsi. Una scenografia stupenda, tanta gente allo stadio. Diciamo che anche fisicamente non sono sempre stato al massimo, anche negli allenamenti, magari in altre categorie non riuscivo a stare al passo degli altri compagni, quindi forse le mie qualità non venivano fuori del tutto».

Qualche altro rimpianto?

«Di non aver trovato molto spesso persone oneste in questo mondo, fatto di promesse troppe volte non mantenute. Forse mi sono fidato sbagliato delle persone sbagliate, ecco perché sto così bene qua. Rimarrò fino al 2021, perché la Recanatese è una società seria, che fa calcio seriamente e non mi fa mancare nulla anche se devo fare il sacrificio di vivere lontano da casa…».

Chi vince il girone F di serie D?

«Ormai ti dico Cesena. Vinceranno sicuramente la prossima in casa con il Castelfilardo, fanalino di coda del girone, poi basterà un solo punto fuori casa per avere la certezza della promozione. Penso che riusciranno a fare senza troppi problemi i 4 punti che gli servono nelle ultime due giornate. Ho sempre detto che se il Matelica ci avesse battuto in casa avrebbe potuto vincere il girone, ma l’abbiamo spuntata noi, e forse gli mancheranno proprio i 3 punti che avrebbero dovuto fare contro di noi. Però non so se vincerà la più forte, almeno dal punto di vista del gioco. Certo che giocare contro uno stadio con diecimila spettatori in serie D può mettere tanta soggezione…».

In chiusura, chi sono i tuoi compagni di squadra più promettenti?

«Ce ne sono diversi, ma se devo fare un nome ti dico Adriano Esposito, ha 19 anni ed è un difensore centrale fortissimo tecnicamente, potrebbe fare il trequartista per i piedi che ha. Poi ti dico anche Luca Lombardi, un ragazzino, ha solo 16 anni. E’ uscito fuori dopo, ma nelle ultime partite si sta comportando davvero molto bene…».

foto tratta da Marche in gol