Due lunghi stop per colpa della pubalgia. La trattativa sfumata con il Lecce dopo le buone stagioni a Pontedera, la chance all’Arezzo e la voglia di ripartire dalla Sangiovannese, la squadra dei sangiovannesi per sua stessa ammissione. Una società sana, un ambiente che l’ha accolto con affetto e l’ha aiutato nella sua rinascita. Ora con 9 gol e 7 assist all’attivo, Francesco Disanto sogna di tornare nel professionismo, per potersi (ri)giocare una chance. In fondo ha solo 24 anni…

Domenica avete raggiunto un successo fondamentale in chiave salvezza,  che partita è stata?

“Sì, abbiamo centrato una vittoria davvero importante, la classica giornata perfetta. Risultato tondo (3-0 ai danni della Sinalunghese), c’è stato un rigore parato, la mia doppietta. E’ stata una vittoria fondamentale per la salvezza, che ci ha distaccato ulteriormente dalla zona calda del girone e dato un’ulteriore mazzata a loro”.

Con la doppietta di ieri ti sei avvicinato sensibilmente alla doppia cifra. Non male per un attaccante esterno…

“Vero, non avevo mai fatto così bene, quest’anno ho realizzato 9 gol e 7 assist fino ad ora, l’anno scorso sono arrivato a gennaio, e ho realizzato 6 gol in mezzo campionato. Non sono pienamente soddisfatto, perché non mi accontento ma nemmeno sono numeri da buttare. Sono stato tanto tempo fermo, purtroppo ho perso due anni per una maledetta pubalgia. Ora sono finalmente riuscito a mettere su numeri importanti, speriamo che riesca a raggiungere la doppia cifra, mancano 5 giornate e sarebbe davvero un bel bottino per un attaccante esterno”.

Siete in linea con gli obiettivi di inizio stagione?

“Sì, il nostro obiettivo era la salvezza, l’anno scorso sono arrivato a gennaio, c’erano molto ragazzi giovani, siamo stati un po’ la mina vagante del campionato. Anche l’anno scorso però il nostro obiettivo era la permanenza in categoria, quest’anno siamo capitati in un girone più agguerrito, forse si gioca meno a calcio ma c’è molta più fisicità. Essendo la nostra squadra composta da parecchi giovani spesso si pagano cari alcuni errori, però siamo in linea sulla salvezza, abbiamo un margine di 7 punti, penso che con un paio di punti possiamo stare tranquilli. Anche se non dobbiamo mollare la presa, perché abbiamo perso partite apparentemente vinte, o perso punti importante contro le ultime della classe e casomai abbiamo vinto con squadre attrezzate per un campionato di vertice”.

Dopo l’esperienza al Pontedera, e il ritorno all’Arezzo, la rinascita alla Sangiovannese…

“Sì, sicuramente sono stato accolto bene dalla piazza, anche se a gennaio nessuno mi conosceva. Sapevano solo che avevano preso un giocatore che aveva disputato 3 anni e mezzo di Lega Pro. Sono andato lì perché ho conosciuto il direttore, che mi ha prospettato questa idea. La posizione di classifica era invitante, la piazza importante, così come la tifoseria, calda e passionale. Ma anche la società è composta di persone serie, sotto ogni aspetto. Mi hanno raccontato di un paio di annate tribolate, ma come dico sempre la Sangiovannese è dei sangiovannesi. Un gruppo di imprenditori locali ha rilevato la società, e il loro modo di fare rispecchia una realtà e una città sana”.

Per te, fiorentino doc, una carriera sempre in Toscana…

“Sono onesto, non ho mai avuto tante alternative alla Toscana. Solo una volta, stavo facendo bene con il Pontedera, e si fece avanti il Lecce, purtroppo mentre le due società stavano trattando per il mio trasferimento, la pubalgia mi ha fermato. Sono andato agli allenamenti e mi sono bloccato…”. 

Il mancato passaggio al Lecce cosa rappresenta per te?

“Sicuramente il rammarico più grande, della mia carriera, quando perdi un treno spesso poi dopo fatica a trovarne un altro, spero di continuare a giocare a calcio tanti altri anni, mi rendo conto che non mi sono mai espresso al massimo delle mie possibilità, per via dei tanti problemi fisici. Ho ancora l’obiettivo di dimostrare il mio valore”.

Quali sono le tue qualità migliori e dove pensi di poter migliorare ancora?

“Senza dubbio le mie caratteristiche sono la velocità, così come la tecnica, dovrei migliorare sui duelli aerei. Oppure mi prefiggo di essere un po’ più cattivo sotto porta, non mi manca la cattiveria in tante fasi di gioco, ma a volte sotto porta mi perdo in ‘bischerate’, forse dovrei essere un po’ più concreto”.

A Pontedera sei stato allenato da Paolo Indiani, che ha lanciato tanti giovani…

“Indiani è una persona veramente forte, un allenatore bravissimo con i giovani , ha lanciato tanti ragazzi, purtroppo l’ho deluso ma è un allenatore per filo e per segno. Quando giochi in una sua squadra sai cosa fare in campo dal 1′ al 90′, in Lega Pro ha sempre fatto la differenza, è un tecnico di livello. Forse le cose non sono andate per il meglio quest’anno a Pistoia, ma non so i motivi, per me resta una grande persona e un ottimo allenatore”.

Che desiderio hai per il tuo futuro?

“La salvezza con la Sangiovannese il prima possibile, poi dal punto di vista personale spero di raggiungere gli obiettivi più alti che mi spetteranno, spero in una rivincita per me stesso e per la gente che non ha creduto in me negli anni, e per quello che ci hanno creduto ma ho deluso non riuscendo a ripagare le loro aspettative”.

foto gentilmente concessaci dalla società