A 16 anni l’esordio in serie D, categoria nella quale ha militato per 3 anni. Poi la scelta di vita di giocare vicino casa nel campionato di Eccellenza prima della svolta chiamata Torres. Un progetto vincente che ha convinto Stefano Sarritzu a rimettersi in gioco tra i dilettanti 7 stagioni dopo la sua ultima apparizione. Un ritorno col botto per l’attaccante sardo autore di 9 reti grazie alle quali sta tentando di trascinare il club rossoblù alla salvezza. Ai nostri microfoni l’esterno offensivo torresino si è detto soddisfatto della sua stagione e non ha nascosto l’ambizione di poter confrontarsi anche nella realtà professionistica.

La vittoria sul Città di Anagni vi ha rilanciato in ottica salvezza diretta. A due giornate dal termine siete ad un solo punto dal traguardo…

“Sì, stiamo vivendo questo finale di campionato con la massima concentrazione. Il successo sul Città di Anagni credo sia stato meritato. Avremmo potuto segnare anche qualche gol in più, io stesso ho fallito un paio di ghiotte occasioni. E’ stata una gara ben giocata che avevamo preparato benissimo durante la settimana. Purtroppo spesso ci è capitato di uscire dalla zona playout ma nel momento in cui avremmo dovuto fare il salto di qualità definitivo abbiamo commesso degli errori che ci hanno riportato indietro in classifica. Siamo consapevoli di non poter distrarci un attimo, dobbiamo cercare di dare il massimo fino alla fine per raggiungere l’obiettivo prefissato ad inizio stagione, ovvero la salvezza. Ora ci attendono due partite difficilissime, la prima è contro Avellino che è si sta giocando il campionato mentre nella seconda ospiteremo l’Atletico. Una squadra ben attrezzata che sicuramente vorrà fare bella figura”.

Ad inizio stagione vi aspettavate un campionato così di sofferenza?

“Sinceramente no. Sapevamo di dover affrontare un campionato non semplice ma non credevo potessimo soffrire così tanto. Nel corso della stagione poi abbiamo cambiato ben tre allenatori e per noi non è stata una situazione semplice. Ora però non ci resta che lavorare sodo fino alla fine perché tutta la squadra crede in questo progetto e faremo di tutto per conquistare la salvezza”.

Nonostante le difficoltà di squadra appena citate, dal punto di vista personale questa per te è stata una stagione decisamente positiva. E’ la migliore disputata in serie D?

“Credo di sì. Anche perché prima di quest’anno aveva giocato in D a 19 anni, ben 7 anni fa, per scelta mia. Ho deciso di giocare in Eccellenza vicino casa. Prima, invece, avevo disputato 3 stagioni di fila nelle quali ho realizzato 7 gol in un’annata e 5 in quella successiva pur non giocando moltissimo e nel ruolo di punta centrale. Ora, invece, sono un esterno anche se spesso vengo schierato nel 4-3-1-2. Sono felice per come stanno andando le cose adesso ma so benissimo che si può sempre migliorare. E’ vero ho realizzato 9 gol finora ma ne avrei potuti segnare altri 4/5 che magari avrebbero fatto comodo non solo a me ma soprattutto alla squadra per conquistare qualche punto in più. Il campionato, però, non è ancora terminato e sia io che i miei compagni lotteremo per far bene da qui alla fine”.

Durante l’arco della stagione hai ricoperto diversi ruoli dell’attacco, questo fa di te un jolly per la squadra?

“Sicuramente è importante avere un giocatore capace di sacrificarsi in diversi ruoli. Così facendo è di aiuto sia al mister che può schierare il suo modulo preferito sia ai compagni di squadra che andrebbero a ricoprire il ruolo a loro più congeniale. Credo sia giusto che un giocatore con qualità fisiche che gli permettono di poter essere schierato in diverse posizioni si sacrifichi per il bene della squadra. Anche questo fa parte del calcio”.

Nel corso della tua carriera hai sempre militato in squadre sarde. Scelta personale?

“Sono sincero, vorrei dirti che è stata una mia scelta quella di non lasciare la Sardegna ma non è così. A 19 anni sono uscito dal giro della serie D e di conseguenza è diventato più difficile farmi notare altrove. In questi anni ho deciso di giocare in Eccellenza, una categoria che chiaramente non ha la stessa visibilità della serie D. La scorsa stagione, poi, sono stato convinto dal progetto Torres e dopo aver vinto il campionato sono ritornato tra i dilettanti. Sono rimasto qui a giocarmi le mie carte e mettermi alla prova nuovamente in questa realtà. Inoltre questa è una piazza calda con dei tifosi incredibili. La mia è stata anche una sfida con me stesso perché volevo capire se sarei stato in grado di fare la differenza in questa categoria. E oggi posso dire di essere soddisfatto dei risultati ottenuti quest’anno”.

In conclusione, quali sono i tuoi obiettivi futuri?

“Riconosco il fatto che a 27 anni non si è più ragazzini e le ambizioni di raggiungere i massimi livelli sono difficili da realizzare. Io però mi alleno sempre al massimo per cercare di migliorarmi e restare sempre al top. Non nego che sarei felice di poter confrontarmi con la realtà del professionismo”.