E’ uno degli under con il rendimento più positivo nel girone H di serie D. Ruben Nives, terzino destro proveniente dal settore giovanile del Lecce, sta disputando il suo primo campionato tra i grandi con la maglia del Savoia. L’obiettivo restano i playoff, il difensore classe 2000 racconta la sua esperienza a Torre Annunziata e si sofferma sul momento di Kean, giovane stella esplosa in Nazionale, con il quale ha giocato ad appena 15 anni.

Ruben, siete reduci da un buon pari ad Andria dopo un periodo non molto positivo. Che momento è per il Savoia?

«Venivamo da due sconfitte consecutive, con Nola e Cerignola, poi c’è stato un punto di volta con la Sarnese. Ci tenevamo a dare continuità alla nostra scia, andando a fare una partita importante contro una squadra forte come l’Andria e in un ambiente ostile. Hanno uno stadio caldo, una tifoseria importante, quindi per me è un ottimo risultato, che evidenzia soprattutto la compattezza di questo gruppo e il carattere della squadra».

Avete dimostrato di essere alla pari dell’Andria, altra squadra in lotta playoff…

«Sì, il nostro obiettivo è quello. Abbiamo ottenuto un ottimo punto che ci dà sicurezza per questo rush finale di campionato. Già domenica con il Fasano dobbiamo fare una gara importante, poi andremo a Gravina e poi l’Altamura in casa. Non ci giriamo troppo intorno, i playoff derivano da questo tris di gare. Dovremo conquistare 7 punti nelle prossime 3 partite, sarebbe fondamentale per la corsa ai playoff, l’imperativo per continuare a sognare è questo».

Come è stato l’impatto con il calcio dei grandi?

«Un po’ di calcio dei grandi già l’avevo masticato con il Lecce, dove stavo nel settore giovanile. Ogni tanto sono riuscito a strappare qualche convocazione in prima squadra. Mi sono distaccato però quest’anno definitivamente dai pari età, è un mondo completamente diverso e hai a che fare con gente che il calcio vero l’ha già assaggiato. Cerchi sempre di migliorarti, ti metti a confronto con tanti calciatori più esperti».

Per quanto riguarda l’esperienza a Lecce?

«Sono cresciuto nel Lecce, ci sono stato bene e non mi hanno mai fatto mancare nulla. Ho bazzicato un po’ in prima squadra, Liverani non l’ho conosciuto molto a fondo, dava molta importanza alle partite, noi giovani andavamo più per dare una mano negli allenamenti, lui era concentrato giustamente sulla prima squadra, ma ha fatto e sta facendo un ottimo lavoro, anche in B il Lecce è una delle squadre che fa il miglior calcio».

In generale, invece, come valuti sino ad ora la tua stagione?

«Beh, sono soddisfatto. Ho avuto grande minutaggio, ho trovato anche un gol, il primo tra i grandi. E’ stata la prima soddisfazione a livello personale. In generale sono felice, ho giocato praticamente sempre, ho saltato solo due partite per influenza».

Quali sono i tuoi punti di forza e dove pensi di poter ancora crescere?

«Sicuramente avrò i miei punti di forza, ma soprattutto cerco di migliorare i miei punti deboli. Quello che mi chiede il mister (che mi dà sempre molti consigli, propendo letteralmente dalle sue parole), è di lavorare molto sotto tutti gli aspetti. In particolare sto lavorando tanto sulle palle scoperte. Mister Campilongo, e Vanacore mi stanno aiutando davvero molto, sono due professionisti con grande esperienza. In confronto all’inizio della stagione, già adesso, rispetto a prima, penso di essere cresciuto e aver migliorato questo aspetto importante, partita dopo partita».

Che sensazioni prova un ragazzo come te in una piazza così calda come Torre Annunziata?

«Sono consapevole di trovarmi in una piazza importante, una delle più prestigiose in Campania. Torre Annunziata merita tanto perché i tifosi sono molto caldi, per un ragazzo giovane come me può essere solo un’occasione di crescita, di maturità. La tifoseria è presente, mette la giusta pressione, sono il nostro dodicesimo uomo in campo. Anche in casa la loro presenza è determinante, peccato che non stiamo giocando più al Giraud ma a Mugnano di Napoli, anche se loro sono sempre presenti».

Che progetti hai per il futuro?

«Per il futuro devo dar conto al Lecce, sono un calciatore di proprietà del club giallorosso e devo aspettare il finale di campionato, e capire cosa sarà. Come ogni ragazzo alla mia età spero di arrivare al calcio professionistico, almeno di avere una chance per giocarmi le mie carte. Personalmente sto facendo di tutto, la mia famiglia sta facendo tanti sacrifici, fortunatamente avendo tante trasferte in Puglia mi vengono spesso a vedere, perché siamo originari di Brindisi».

Per quanto riguarda il Girone H, invece, discorso chiuso per il Picerno?

«Sì, penso proprio di sì. Il Picerno si è dimostrata la squadra più stabile ed omogenea, fino ad ora. Penso che per la continuità durante l’arco del campionato, sia quella che merita la serie C. Avendola affrontata, posso affermare è la squadra che ha meritato di vincere il campionato».

Chi è il giocatore più forte che hai incontrato nel corso della tua breve carriera?

«Quando militavo nel settore giovanile del Lecce, sono stato convocato in Nazionale under 15 per quattro volte, abbiamo partecipato anche al Torneo di Natale, ho giocato contro ragazzi come Kean, e altre promesse. Ma il primo che mi viene in mente è lui, già all’epoca era di un altro pianeta, si vedeva già da ragazzino che faceva la differenza».

fonte foto: U.S. Savoia 1908