Nell’ultimo turno dei playoff di serie C sono stati diversi i calciatori “under” schierati dalle squadre in lotta per la serie B. Sui 179 giocatori utilizzati (il conteggio ha tenuto conto anche dei calciatori subentrati) dai 12 club in gara ben 60 sono nati dal 1995 in poi. In pratica 1 su 3 a voler fare un rapido calcolo. Il match con il numero più alto di giovani scesi in campo è stato quello tra Pro Vercelli e Carrarese con 13 “under” che nell’arco dei 90 minuti hanno messo piede sul rettangolo verde. Al contrario Monza-Sudtirol è stata la gara che ha registrato una presenza minore di giovani. La palma di società più “coraggiosa” va attribuita al Ravenna che in questi sedicesimi di finale ha gettato nella mischia addirittura 8 “under”, senza subire reti, nella trasferta in casa della Feralpìsalò. Soltanto uno dei 60, invece, ha trovato la via della rete, ovvero Salandria della Reggina. Gol che purtroppo per i calabresi non è servito a superare il Catania vittorioso 4 a 1.

In via generale, comunque, la presenza della nuova gioventù in un momento così delicato della stagione, resta massiccia. Un dato che porta diverse riflessioni soprattutto in relazione alle norme in vigore a partire dal prossimo campionato che vedrà abolita la limitazione del numero di giocatori “over” presenti nelle rose delle società di serie C. A questo punto io quesito sorge spontaneo: sarà possibile assistere a questo scenario anche tra un anno? Quanti club faranno affidamento sui giovani avendo la possibilità di costruire squadre basandosi sull’esperienza dei “vecchi”? In più non sarà possibile avere alle proprie dipendenze più di 6 calciatori “under” provenienti dalle società di A e B. Una restrizione che costringerà i team di serie C a fabbricare in casa i loro talenti. Un’iniziativa che, però, qualche club ha già deciso di intraprendere considerato che tra i 60 calciatori schierati 31 sono quelli di proprietà. Per rispondere alle domande poste non ci resta che attendere l’esplosione delle nuove leve, un’eventualità che potrebbe servire a convincere le società di terza serie a puntare maggiormente sui giovani, magari nati e cresciuti nella propria “cantera” pur essendo liberi da ogni vincolo.