Analisi di Marco Giustini – Match Analyst

La Juventus arriva a Cagliari con il pensiero già rivolto alla sfida di mercoledì con l’Ajax ma allo stesso tempo con la volontà di non ripetere l’opaca prestazione avuta in casa con l’Empoli. (https://www.sarannofamosicalcio.com/juventus-minimo-sforzo-massimo-risultato/)

Il pensiero del Cagliari è invece quello di fare il colpo grosso. 24 punti sui 33 conquistati tra le mura amiche con la vittoria maturata col Chievo che porta in dote una classifica sempre più tranquilla e li vede contrapposti ad una Juventus indebolita dalle privazioni di Ronaldo, Mandzukic, Dybala, D. Costa, Cuadrado, Spinazzola.



Juventus in campo con un 1-3-5-2 fluido che prevede un Caceres tutto fare che partecipa attivamente alla manovra offensiva ed un Alex Sandro che in fase di non possesso si abbassa andando a formare una difesa a 4.

Il Cagliari che ha studiato e preparato la fase difensiva per non permettere il fraseggio alla squadra di Allegri. Sei uomini a chiudere le linee di passaggio con Barella oscillante tra trequarti e centrocampo a creare ombra su Pjanic senza però andare a soffocare Bonucci, lasciando quindi il lancio lungo come soluzione offensiva.

Lancio lungo per le due punte o ricerca dell’ampiezza per andare al cross sono le uniche soluzioni tanto permesse da entrambe le difese quanto cercate dalle due squadre. Pavoletti e Kean sono il fulcro delle manovre offensive con Bernardeschi e Joao Pedro che provano senza successo a fare da collante tra i reparti. Con le linee centrali intasate non si può che cercare la soluzione in attacco appoggiato ed una eventuale deviazione aerea. Dal grafico dei duelli difensivi notiamo come per tutta la partita nella fascia centrale del campo transiti poco il pallone.

In fase di non possesso reparti compatti e squadra di casa con l’intento di soffocare ogni possibile pericolo. L’aggressività iniziale del Cagliari è evidenziata dal numero di falli commessi, ben 10, prima del gol dello 0-1 al 21°. Saranno solo 7 nei restati 70 minuti.

Il gol della Juventus arriva proprio di testa, non da Kean ma da Bonucci, lasciato libero di colpire di testa su calcio d’angolo.

Dopo il gol il Cagliari continua nella ricerca disperata di Pavoletti, sempre marcato bene dalla difesa juventina e spesso controllato a uomo da Chiellini.

Nel secondo tempo la squadra di casa attacca in maniera scomposta, cercando sempre di superare la barriera creata dai centrocampisti della Juventus con lanci lunghi, portando più uomini nella metà campo avversaria. La ricerca ossessiva di questa soluzione è data dal numero di passaggi effettuati: solo 167 nel secondo contro i 228 del primo con aumento dei lanci lunghi da 21 a 23 dopo l’inserimento di Cerri per Joao Pedro, giocatore in grado di dare più fisicità.

La difesa bianconera è sempre precisa nelle chiusure e il centrocampo rapido nella conquista delle seconde palle.

Il risultato non è la creazione di più pericoli ma il consegnare più spazi alle ripartenze bianconere,  che proprio su una pallone riconquistato segnano il 2 a 0 e chiudono la partita.

Juventus a 3 vittorie dalla conquista matematica dell’8° scudetto consecutivo. Vittoria della difesa che non concede tiri in porta ad un Cagliari che subito il primo gol perde energie e soluzioni.