Relazione di: Nicolas Annoscia – Allenatore UEFA B, Match Analyst FIGC

Nella sfida di San Siro si affrontano due squadre in un buon momento di forma dal punto di vista dei risultati, ma meno da quello del gioco. Con una vittoria la squadra di Spalletti avrebbe potuto ipotecare il posto in Champions, mentre alla squadra di Ranieri i 3 punti avrebbero dato grande fiducia in vista delle ultime e decisive partite.

La Partita

Sin dai primi minuti la partita sembra frizzante soprattutto dal punto di vista delle occasioni per entrambe le squadre. In fase di possesso l’Inter con il 4-2-3-1 imbastiva la manovra con Borja Valero e Vecino che si abbassavano in alternanza per fornire maggiori linee di passaggio con l’uruguagio che, una volta sviluppata l’azione, occupava l’halfspace di destra. Alle spalle di Lautaro lavorava in zona rifinitura Nainggolan con Perisic e Politano a dare ampiezza.

La Roma era disposta quasi a specchio rispetto ai nerazzurri ma attraverso il giro palla rapido gli uomini di Spalletti riuscivano a superare agevolmente la pressione giallorossa. Il baricentro della Roma è rimasto sempre piuttosto basso (41,98m nel primo tempo) cercando di risalire il campo cercando Dzeko che si abbassava per ricevere e portare fuori posizione uno dei difensori nerazzurri.

Proprio questo accorgimento tattico ha permesso alla squadra capitolina di portarsi in vantaggio. Il bosniaco riceve palla vicino alla linea di centrocampo portando con se Skriniar e trova sulla sinistra El Shaarawy che punta la porta. L’inserimento dello stesso Dzeko comporta una scelta da parte dei difensori che lasciano colpevolmente l’italo-egiziano libero di calciare in porta con Handanovic incolpevole.

Il vantaggio acquisito e il passaggio al 4-3-3 permette alla Roma di avere maggiore equilibrio a centrocampo e riuscire a coprire meglio il campo.

L’Inter fino a quel momento era sembrata in pieno controllo della gara (65% del possesso palla nei primi 15 minuti). Nella seconda parte del primo tempo continua il forcing nerazzurro con il solito lavoro sulle catene laterali, da una parte la coppia Asamoah-Perisic e dall’altra D’Ambrosio-Politano. Entrambe le corsie sono state sfruttate ed i nerazzurri hanno provato ad impensierire l’area di rigore giallorossa con un mix di cross e tiri da lontano.

Nel secondo tempo Ranieri cambia Under, autore di una prova incolore con soli 7 passaggi riusciti e 0 dribbling a buon fine, facendo scendere in campo Zaniolo, con il chiaro intento di aggiungere chili e centimetri per uscire dalla pressione nerazzurra.

Dall’altro lato Spalletti decide di aumentare radicalmente il suo potenziale offensivo aggiungendo Icardi al posto di Nainggolan e posizionandolo al fianco di Lautaro.

La maggiore densità in area di rigore giallorossa da parte degli attaccanti nerazzurri ha portato inevitabilmente alla formazione di 1vs1 in una zona del campo nevralgica. Proprio questo aspetto ha portato Perisic a trovare spazio alle spalle di Florenzi, non coperto a sufficienza da Zaniolo, per incornare il gol del pareggio su cross di D’Ambrosio.

Nei minuti successivi le squadre provano in tutti modi a trovare il vantaggio, l’Inter dal canto suo continuando a tenere la palla e provando a servire le torri in area, mentre la Roma provando a colpire la retroguardia avversaria sempre riversata in avanti. Infatti il baricentro medio dei nerazzurri nel secondo tempo ha raggiunto i 62,1 m in fase di possesso.

Nonostante le occasioni da entrambe le parti nessuna delle due squadre risulta essere efficiente nel trovare il guizzo giusto per portare a casa i 3 punti. Nel finale è la Roma a provarci, Kolarov riceve sulla corsa una palla sporca ripulita da Dzeko e calcia di sinistro, ma Handanovic risponde presente e tiene in partita i suoi.

Quella a cui abbiamo assistito è una partita molto equilibrata che fino all’ultimo minuto avrebbe potuto pendere da una parte o dall’altra, ma si è conclusa in un pareggio che non ha spostato la classifica di un centimetro. Allo stesso tempo ha confermato la crescita dell’Inter, mostrando pazienza nella gestione del possesso e dei momenti di difficoltà per poi trovare attaccare l’avversario con raziocinio. La Roma, invece, ha evidenziato la sua difficoltà nel pressare in avanti, dimostrando, ancora una volta, di avere ancora problemi nel giocare ad alti ritmi con squadre sulla carta di pari livello.