Ha fatto parte di tre settori giovanili di primo livello, come quelli di Siena, Torino e Pescara. E’ stato allenato da tecnici che a dispetto della loro giovane età hanno già esperienze in A, come Massimo Oddo e Moreno Longo. Dopo alcune scelte sbagliate, ha deciso di ripartire da una piazza dove poter ritrovare fiducia e minutaggio, e anche i gol. Ben 25 in un anno e mezzo alla Virtus Bergamo, società che l’ha rilanciato e dove Simone Monni, attaccante romano classe ’96, ha dimostrato il suo valore. Con la speranza di recuperare quanto prima i treni persi…
Simone, partiamo dal momento della squadra…
“Stiamo disputando una buona stagione, purtroppo le ultime gare ci hanno un po’ distaccato dai playoff, ma non eravamo partiti con questo obiettivo. La società ci ha chiesto una salvezza tranquilla, magari con vista sulla parte alta della classifica. Poi nel nostro girone, B, le prime 5 hanno una media punti pazzesca, in altri raggruppamenti saremmo senz’altro ancora in corsa per un piazzamento ai playoff”.
E dal punto di vista individuale invece?
“L’anno scorso sono arrivato nel mercato invernale, ho segnato 13 gol in metà stagione. Nelle prime 7 presenze ho trovato 7 reti, merito dei compagni e dell’allenatore, da lì tutto è stato più semplice. Anche quest’anno sta andando bene a livello realizzativo, sono a quota 12. Mancano ancora 8 partite, spero di migliorare il mio record…”
Dopo un paio di annate sfortunate, hai finalmente trovato la piazza giusta dove rinascere?
“Sì, anche se a livello anagrafico sono ancora giovane, pago alcune scelte forse sbagliate da parte mia. Non sono riuscito a trovare la giusta continuità, probabilmente quando hai meno spazio subentrano anche altri fattori. L’anno scorso avevo iniziato bene con la Pro Piacenza, poi ho iniziato a giocare poco e volevo più spazio. Così è nata l’occasione Virtus Bergamo, tra gli addetti ai lavori si diceva un gran bene di questa società, specie per la serietà e per il modo di lavorare con i giovani…”.
Per quanto riguarda la tua avventura nei settori giovanili, come è andata esattamente?
“Ho fatto una lunga militanza nel Siena, sono arrivato anche a giocare in Primavera da “sotto età”, poi purtroppo c’è stato il fallimento della società. Sono ripartito dal Torino, però è stata una breve parentesi non molto fortunata, così dopo 6 mesi sono approdato al Pescara”.
Che tipo di giocatore sei, e dove pensi di poter migliorare ancora?
“Sono un attaccante molto mobile, non mi ritengo il classico centravanti di manovra. Mi piace giocare la palla, venire incontro e muovermi su tutto il fronte. Sono dell’idea che a 23 anni si possa ancora migliorare sotto tutti gli aspetti, in particolar modo sulla fase di non possesso. Oggi il calcio è cambiato, gli attaccanti sono i primi difensori e gli allenatori chiedono molto alle punte anche sotto quest’aspetto”.
Sei ancora molto giovane, ma hai avuto già allenatori di un certo livello…
“Sì, e non lo nascondo. Mi sono trovato sempre bene con tutti. In Primavera ho avuto Moreno Longo e Massimo Oddo, hanno entrambi allenato in A, qui l’anno scorso c’era Armando Madonna, che è approdato alla Primavera dell’Inter, un lusso per la categoria. Anche con Bruniera, il mio attuale tecnico, va alla grande. Così come tutti i miei compagni, e con la società”.
Tre settori giovanili importanti, chi è il compagno più forte con il quale hai giocato?
“Il primo nome che mi viene in mente è Torreira. Ha avuto una crescita mostruosa, costante di anno in anno, fino ad arrivare all’Arsenal. Si vedeva che aveva carisma, personalità, che sapeva stare in mezzo al campo, ma francamente non pensavo potesse avere questa esplosione così veloce. Prima a Pescara, poi a Genova con la Samp, fino ad oggi. Sta dimostrando di essere un grande calciatore”.
Punti a chiudere al meglio la stagione, poi cosa ti auguri per il tuo futuro?
“Beh, sono consapevole che forse a certi livelli, quelli che sognavo da bambino, non riuscirò più ad arrivarci. Però sono convinto di poter dire la mia nel professionismo, quindi ti direi che il primo step è quello per me. Salire di categoria, e dimostrare di avere i mezzi per far bene. Quest’anno ho scelto di rimanere alla Virtus Bergamo per gratitudine, sinceramente avevo altre offerte più vantaggiose sempre dalla D e qualche chiacchierata intavolata con squadre di serie C, ma dopo quello che hanno fatto per me ho ritenuto sia stato giusto rimanere un’altra stagione, poi a fine campionato valuteremo il da farsi, ma posso solo essere grato a questa società”.
foto gentilmente concessaci dalla società