Un libro sul sistema difensivo diventato grande successo editoriale, un’app presentata nella tesi a Coverciano valutata 110 e lode, e il grande sogno di approdare nel calcio professionistico. Questione di passione, per Emilio Longo, tecnico della Folgore Caratese impegnata nel girone A di serie D. Qualche difficoltà nel cammino ha complicato la corsa ai playoff, ma fino al termine della stagione la formazione lombarda vuole riprendersi quanto lasciato per strada. C’è un sogno serie C da raggiungere prima o poi…

Mister, nell’ultimo periodo la squadra ha raccolto meno di quanto meritasse sul campo?

“Purtroppo sì, abbiamo disputato tante prestazioni positive, mettendo in atto un buon calcio, con una buona proposta di gioco. Diciamo che ora ci serve raggiungere lo step successivo per cercare di essere più concreti e raggiungere i risultati che meriteremmo sul campo…”

Ora l’obiettivo è la salvezza diretta, da raggiungere il prima possibile. A inizio anno invece?

“Adesso dobbiamo raggiungere quanto prima la nostra tranquillità, ovvero il mantenimento della categoria. A inizio anno speravamo di lottare per qualcosa di più per la proposta di calcio che facevamo, sognavamo di lottare per i playoff, ma da qui alla fine cercare ora dobbiamo cercare di fare più punti possibili senza porci limiti, vivendo il rush finale da protagonisti”. 

Dopo tanti anni al sud, la prima esperienza al nord. Come si è trovato alla Folgore e che differenze ha notato?

“Ho trovato ambiente diverso, si vivono meno tensioni rispetto ad alcune piazze. Vengo da due annate molto positive alla Cavese, concluse con la vittoria dei playoff. C’è ancora oggi un grande rapporto con la tifoseria della Cavese, sognavamo qualcosa in più. Eravamo primi in graduatoria per il ripescaggio in serie C, purtroppo non c’è stato. Qui mi trovo alla grande. Ci alleniamo al Policlinco di Monza, ci sono numerosi campi, piscina, una struttura sanitaria all’avanguardia.  C’è voglia di produrre nel tempo una realtà professionistica, e la famiglia De Salvo (proprietaria del Novara) ci ha messo a disposizione un gioiellino. Così come Novarello, dove abbiamo svolto il ritiro, c’è una qualità di vita e lavoro tale che non sembra per niente di stare in serie D”. 

Alla Folgore Caratese ha trovato il presidente Michele Criscitiello (giornalista di punta di Sportitalia). Com’è il rapporto con il patron?

“Beh, vi dico che conoscendo le mie origini (Longo è di Salerno), mi ha accolto con una maglia dell’Avellino appena arrivato (ride). Ma tra noi c’è un rapporto ottimo, franco, leale. Parliamo senza problemi e ci confrontiamo, non abbiamo paura di dirci quello che abbiamo da dirci…”

Anche dal punto di vista didattico ha ottenuto risultati prestigiosi. Prima con un libro sul sistema difensivo, poi con un nuovo progetto tecnologico…

“Sì, ho scritto in passato un libro sulla difesa (Solidità difensiva, ndr). E’ stato un gran bel successo editoriale, c’è stato un buon riscontro di vendite, sono orgoglioso del fatto che tanti professionisti abbiano apprezzato il mio lavoro, è motivo di soddisfazione sapere che tanti addetti ai lavori hanno poi provato a mettere in pratica quanto scritto nel mio libro, è stato bello poi avere un confronto con molti di loro e vedere dal vivo il loro apprezzamento”. 

E sulla novità tecnologica?

“L’ho presentata nella mia tesi a Coverciano, ha ottenuto il massimo dei voti. Ho ipotizzato un’app, un sistema tecnologico per creare una vera e propria community con la mia squadra. Uso questo sistema anche oggi, c’è un sito dove carico ogni tipo di informazioni. Dagli allenamenti che svolgeremo il giorno dopo, permettendo di ottimizzare il lavoro durante la seduta, a video motivazionali. Non solo, perché ci sono anche analisi delle nostre partite o di quelle dei prossimi nostri avversari. Ho trovato grande disponibilità e i dati sono molto confortanti. Si parla di 400 accessi a settimana, segno che la tecnologia può solo aiutare nel mondo dello sport. In America si utilizza questo sistema con il football americano, poi in Italia arriviamo sempre in ritardo, anche il calcio è più lento rispetto ad altri sport. Voglio precisare una cosa: la tecnologia non sostituirà mai il lavoro del campo, ma può certamente migliorare tanti aspetti degli allenamenti e della prestazione. Ora voglio concentrarmi sul campo, ma è un progetto che continuerò a implementare senz’altro in futuro…”.

Chi sono i suoi maestri e quali sogni coltiva per il suo futuro?

“Sono partito dalla terza categoria e sono arrivato al massimo dei voti con la mia tesi a Coverciano, ma la strada è ancora lunga. Ho iniziato ad allenare per passione a 25 anni, ho 20 di panchina sulle spalle ma sono ancora giovane, e ovviamente sogno di allenare in categorie di altro livello. Il sogno è alla base di questo lavoro, per cui senza sogni non ci sarebbe tutto questo. Si vive di passioni. E’ capitato spesso di fermarmi a guardare anche allenamenti di squadre dilettantistiche, per ampliare la mia conoscenza. Poi hanno contribuito i maestri, come Sacchi, ammirato in vhs, Silvio Baldini ai tempi dell’Empoli, ma anche Maurizio Sarri. Non quello del Napoli o del Chelsea, ma quello che allenava a Sorrento o veniva esonerato ad Avellino. Anche Marco Giampaolo mi è sempre piaciuto per la sua linea difensiva”.

Su quali under della Folgore Caratese scommetterebbe per una carriera importante?

“Beh, non posso non menzionare Bianco, classe ’99 scuola Juve,Drovetti scuola Torino e anche lui classe ’99 e  Ngom, cresciuto nel settore giovanile del Milan, del 2000. Sono calciatori destinati a poter dire la loro, e a fare di questa passione un mestiere. Hanno a dispetto dell’età una grandissima cultura del lavoro, diranno senza dubbio la loro”.