Trentanove anni da compiere a giugno e la voglia di continuare a stupire. Non vuole ancora fermarsi Marco Sansovini, l’eterno attaccante romano in forza al Modena, sceso in serie D per aiutare gli emiliani a risalire tra i professionisti dopo una carriera caratterizzata da oltre 180 gol tra serie B e serie C. L’ex Pescara sa che sarà dura, ma il testa a testa con la Pergolettese di Matteo Contini non lo spaventa, c’è una promozione da conquistare, prima di tentare una nuova avventura. Magari in panchina, dopo gli insegnamenti di maestri come Allegri, Zeman e Di Francesco su tutti.

Marco, venite da un weekend molto positivo per voi. Successo per il Modena e stop per la Pergolettese, capolista del girone D. Che momento è per voi?

“Veniamo da un’ottima partita, temevamo il Fanfulla per intensità e aggressività, abbiamo capitalizzato le occasioni avute. Speravamo nello stop della Pergolettese, ma sinceramente non ce lo aspettavamo. Siamo riusciti a ridurre il nostro distacco e ora abbiamo 3 meno di loro. A noi che recitiamo la parte dell’inseguitrice, spetta vincere ogni partita e sperare in un loro stop”.

Ora proverete a sfruttare questa battuta d’arresto?

“Non sappiamo loro come reagiranno, ovviamente speriamo in un contraccolpo da parte loro. Loro andranno a Lodi proprio contro il Fanfulla, in casa si esalta e vende cara la pelle tra le mura amiche. Noi sfideremo l’unica squadra che ci ha battuto nel nostro stadio, la Fiorenzuola, attualmente 4^ nel girone D si serie D. Sappiamo chi andiamo a incontrare, una squadra che gioca un ottimo calcio e che ha tante frecce a disposizione nel proprio arco”. 

Dopo una carriera ad alti livelli tra i professionisti, il primo anno in serie D, come è il tuo esordio tra i “dilettanti” a 40 anni?

“Farla a Modena significa giocare in categorie superiori, sono venuto con estremo piacere qui. C’è un’organizzazione societaria di alto livello, un seguito di tifosi importantissmo. Di Serie D c’è ben poco, per me è solo un onore vestire la maglia di una città così importante”.

Nell’arco di una carriera così lunga, avrai avuto tanti maestri, chi ricordi con piacere?

“Ho avuto la fortuna di avere ottimi allenatori. Ricordano tutti Zeman, ho avuto per qualche mese Allegri, già si vedeva che era molto preparato, ma se devo fare una valutazione a 360 gradi dico Eusebio Di Francesco. L’ho avuto in B e in C, e non parlo solo sotto il profilo tecnico, ma anche umano, gestionale, il suo nome lo porto sempre su un piatto d’argento.

Provieni dal settore giovanile della Roma: due gravi infortuni ti hanno frenato. Ma poi qualche altra grossa chance l’hai avuta?

“Non sono solo scelte economiche, ma anche dettate da una linea tattica precisa. Ero alla Roma, l’ultimo di Primavera, mi sono rotto il ginocchio proprio quando ero molto vicino in prima squadra sul finale della stagione. Era più dura rispetto ad ora esordire, c’era Fabio Capello in panchina e tanti campioni in rosa. Negli anni successivi non credo di aver mai avuto una reale possibilità dalla A, le stagioni migliori anche da un punto di vista realizzativo le ho fatte con Spezia e Pescara ma dopo i 30 anni, a quell’età è difficile se non hai mai fatto esperienze in massima serie”.

Cosa ti auguri per il futuro?

“Vado avanti anno per anno, per ora sono concentrato solo sulla vittoria del campionato. Poi vedrò che occasioni mi si presenteranno, anche fisicamente come starò al termine della stagione. Fosse per me giocherei ancora, anche se dovesse arrivare una chiamata per allenare ci penserei”.

Tanti giovani nel tuo Modena, chi vedi tra i più pronti per il grande salto?

“Nelle ultime ore si parla sicuramente di Spaviero, reduce da una doppietta. Ma ne abbiamo tanti in rosa, posso citare Cortinovis che è classe ’99, dire un solo nome sarebbe brutto per gli altri. C’è anche Duca, che non è under ma ha comunque solo 22 anni ed è un calciatore molto importante per questa categoria. Penso che il Modena abbia tra i migliori talenti della D…”

foto tratta da www.parlandodisport.it