E’ iniziata sotto i migliori auspici l’avventura del Muravera, regina dello scorso campionato di Eccellenza in Sardegna. I gialloblu galluresi hanno superato il turno preliminare di Coppa Italia al cospetto del Budoni ma l’attesa per il debutto in campionato a cavallo dell’ultimo week-end di Agosto ed il primo di Settembre sale sempre di più. Tra i volti nuovi, frutto di pochi ma mirati e ricercati innesti, il difensore dalla comprovata esperienza Davide Moi.

“Dopo le ultime esperienze, cercavo un progetto duraturo con una società che potesse affermarsi tanto sul suolo regionale tanto su quello nazionale – spiega ai nostri microfoni – Voglio ringraziare il presidente Stefano Boi, il dg Giancarlo Aresu e mister Francesco Loi per avermi dato l’opportunità di dare una mano a questa società e iniziare questo percorso congiunto. Partiamo da una base consolidata, quella che ha vinto l’anno scorso, che ci ha agevolato in fase di preparazione non essendo necessario stravolgere tutto e ripartire ex novo con logici tempi di adattamento. Io, come Bonacquisti e Antonio Loi, siamo andati ad integrare un collettivo già maturo che può ben figurare”.

Sul campionato: “Sulla carta non esistono corazzate come lo è stata il Bari e lo sarà il Palermo, l’unico avversario di cui dobbiamo preoccuparci è noi stessi. E’ naturale affrontare difficoltà in un torneo così equilibrato ed impegnativo ma è proprio da questi momenti che escono fuori le vere squadre e noi contiamo di esserlo per vivere un’annata tranquilla e centrare l’obiettivo salvezza senza patemi”.

Sui giovani: “La Sardegna sta sfornando bei prospetti, il lavoro sinergico di Cagliari ed Olbia sta dando i suoi frutti (vedi Pinna) ma anche altre realtà come il Latte Dolce hanno improntato discorsi seri e lungimiranti. Il problema resta comunque a monte, dei ragazzi negli ultimi anni si è abusato in maniera controproducente, i regolamenti impongono l’utilizzo dei giovani di serie solo in determinati ruoli, limitando le potenzialità di alcuni e snaturando quelle di altri, diventando casi sporadici quelli di elementi che riescono a fare il salto in alto. Sono favorevole alla pulizia delle liste in Lega Pro, a tutela dello spettacolo e della meritocrazia. Anche se, diciamoci la verità, la meritocrazia in Italia è tanto declamata ma quasi mai applicata”.

Ricordi belli e meno belli del passato: “Lo scorso anno con l’Arzachena abbiamo vissuto due campionati: quello sul campo in cui noi giocatori abbiamo dimostrato di valere la permanenza in categoria e quello fuori dove la società non l’ha fatto e ci siamo ritrovati disoccupati. Volendo andare indietro nel tempo non potrò mai dimenticare Salerno, è stata la mia prima esperienza fuori tra i professionisti e abbiamo sfiorato un traguardo storico con Cuoghi alla guida. Quella gara d’andata col Genoa fa ancora male, ricordo come se fosse oggi anche se parliamo di preistoria il rigore generoso concesso a Marco Rossi. Salerno è una piazza abituata a soffrire ma alla fine la spunta sempre, faccio un grosso in bocca al lupo alla tifoseria”.