Ha portato per la prima volta tra i professionisti l’Arzignano, vincendo il girone C di serie D con due giornate d’anticipo. Mister Daniele Di Donato, un passato di tutto rispetto da calciatore (è il terzo giocatore di sempre con più presenze in serie B), ha da poco iniziato la carriera da allenatore, ma ha già centrato un traguardo importante, in attesa di misurarsi tra i professionisti nella sua nuova veste, quella del tecnico. Una stretta di mano già c’è stata con la società, resta solo da mettere nero su bianco il prolungamento dell’avventura assieme.

Mister, come sta vivendo questi giorni dopo la promozione?

«Ora sono sereno (ride). Finalmente ci possiamo godere un periodo si tranquillità dopo un’annata così stancante dal punto di vista mentale e nervoso. Anche se non cambierei una virgola di questa stagione, che è stata fantastica sotto ogni punto di vista. Ricordo ancora oggi il momento della promozione, vincevamo ma ci serviva il pareggio dell’Adriese per raggiungere il traguardo alla terzultima giornata, quando l’Este a pochi minuti dal triplice fischio ha siglato il 2-2 finale, c’è stata un’esplosione di gioia incredibile, un’emozione bellissima, la prima della mia carriera da allenatore. Non lo scorderò mai».

Ora la poule scudetto, poi il futuro…

«Sì, mi piacerebbe molto rimanere qui, e penso che non si saranno intoppi. Diciamo che c’è già stata una stretta di mano con la società, quindi sono sereno da quel punto di vista, anche perché è quello che vogliamo sia io che la dirigenza. Ora pensiamo alla poule scudetto e poi ci incontreremo per mettere nero su bianco il contratto. E’ per me una sfida molto importante misurarmi nel professionismo, e poi la C sarà dura, ci dobbiamo preparare bene perché si preannuncia più agguerrita di una serie B…».

C’è stata una spinta in più per permettere alla vostra stellina Maldonado di approdare nel professionismo?

«Beh assolutamente sì. Ho provato un’emozione doppia, perché Luis è veramente forte e gli ho sempre detto di non arrendersi e non mollare perché altrimenti avrebbe bruciato due anni della sua carriera. E’ un calciatore pieno di talento, parlano per lui i 13 gol messi a segno da play davanti alla difesa, se devo paragonarlo a qualche calciatore penso a Torreria, ex Pescara e Samp e ora all’Arsenal. Ora è diventato comunitario, quindi già a gennaio potrebbe andare via, ma gli dico solo di stare tranquillo e pensare a crescere…».

E’ il terzo giocatore di sempre per presenze in serie B, da quali dei tanti allenatori ha imparato di più?

«Sicuramente si cerca sempre di prendere un po’ da ognuno, anche se reputo i miei maestri Conte e Sarri, ultimamente ho studiato molto approfonditamente entrambi, per fortuna c’è la tecnologia che ci aiuta, che ci mette in condizione di poterli osservare. Diciamo che mi ispiro a Sarri, a quella linea difensiva, a quelle uscite, i principi di gioco sono simili. Ho usato per tutta la prima parte della stagione il 4-3-3, poi ho dovuto cambiare, e sono passato al 4-4-2, non mi reputo integralista. Seguo anche Marco Giampaolo, che è nato a pochi chilometri di distanza da me, altro “erede” di Sarri, anche lui preparatissimo».

Da allenatore sarà la gioia più grande, da calciatore invece? 

«Sì, anche perché al momento è la prima (ride), ho iniziato da pochi anni e spero di averne tante altre. Mentre da calciatore non posso che essere legato all’Ascoli dove abbiamo raggiunto delle salvezze importanti, e al Palermo, dove abbiamo conquistato due promozioni, passando dalla C alla A. Sono proprio tifoso del Palermo, quindi pensa un po’ come mi possa sentire in questi giorni, dopo la retrocessione per illeciti. Non entro nel merito delle decisioni proprio perché sono tifoso, ma veramente tutto quello che sta succedendo non è calcio…».

foto tratta dal sito ufficiale dell’Arzignano