E’ tornato più carico che mai, Sandro Pochesci. Il tecnico romano, dopo l’esperienza con la Ternana, ritorna in pista, con la stessa voglia di sempre. Inizia ufficialmente la sfida Casertana. L’obiettivo è quello di centrare i playoff nel girone C di serie C, e magari conquistare sul campo una riconferma.

A Caserta qualsiasi allenatore verrebbe a piedi. E’ una piazza di calcio, e chi ha passione come me non può che averne piacere. Altrove forse non sarei andato. Bisogna dare merito alla gente e agli sforzi della società, perché cambiare allenatore a sei giornate dal termine a poco senso. Il direttore quando mi ha chiamato ha detto che se non avessi accettato avrebbe richiamato il primo allenatore. L’anno scorso a Terni penso di aver fatto bene fino a dicembre, non pensavo che nel calcio fosse così duro rientrare. Quando il direttore ha chiamato, sono venuto qui, ho fatto una chiacchierata di dieci minuti e mi sentivo già allenatore. Non ho neanche chiesto il contratto. Eventuali conferme me le conquisterò sul campo. Se vado bene deciderà la società, se andrò male, anche avessi firmato due anni, me ne sarei andato. Ero stato contattato già a novembre, ma poi la società ha voluto fare altre scelte”. Il trainer ex Fondi prosegue poi alle critiche sulla poca esperienza, Pochesci risponde così:

“Pochesci ha vinto in Prima Categoria, Promozione, Eccellenza, Serie D, C2, C1 e Serie B. Sono salito 7 categorie, allenatori come Spalletti e Mancini non li hanno vinti questi campionati, sono partiti dalla Serie A. Ho più di 500 panchine, anche quelle in categorie minori fanno esperienza. Loro non hanno le mie esperienze, il calcio è uguale in tutte le categorie, cambiano gli interpreti. In serie A i calciatori pensano in mezzo secondo, in serie B in un secondo, in C un secondo e mezzo. Io non accetto che un calciatore che smette di giocare parte ad allenare subito dalla serie A, senza gavetta. L’ho detto anche a Coverciano, serve almeno un anno di settore giovanile o di categorie inferiori”. 

Infine sul gruppo trovato a Caserta. “Io alla riunione tecnica mi sono arrabbiato con gente come Zito e Castaldo, perché voglio diventare un allenatore forte che allena giocatori forti. Ci sono i problemi? Compattiamoci, ci sono sei partite. Io ho riportato otto o diecimila persone a Terni. In ritiro mi hanno detto che era la peggiore rosa di Terni, ma che stavano con me. In 23 partite non mi hanno mai contestato. Io quei tifosi ce li ho dentro al cuore. Poi mi hanno detto che mi ero fatto rimontare sei volte e che non avevo esperienza. Il presidente, che era mio amico da dodici anni, mi ha detto “ora prendo quello col curriculum”. Risultato? Io ero a due punti dalla salvezza, la Ternana è finita ultima. Io ho visto delle cose in allenamento che non avevo mai visto. Floro Flores lo ripompo, lo faccio giocare fino a 77 anni. Gli metto il ghiaccio sette giorni su sette. Abbiamo queste sei partite? Stiamo vicini. Io sono venuto a Caserta a giocare c’era paura a giocarci. Caserta è il dodicesimo uomo. Oggi la squadra è debole, ha bisogno dell’ambiente, tutti insieme dobbiamo riuscirci. Non attacchiamoci al direttore, al presidente, al giocatore. La Casertana non è loro, è della gente che va in giro con delle bandiere. Va bene contestare, ma contestiamola il martedì, vi apro io i cancelli, ci sediamo e ne discutiamo”. Con lo stesso entusiasmo di sempre, dirompente, vulcanico, Sandro Pochesci è pronto a ripartire.

foto tratta dalla diretta Facebook della Casertana