Dal giorno del suo arrivo nel mercato di riparazione il Portici di mister Mauro Chianese ha cambiato volto, capovolgendo la propria classifica passando presto dall’incubo retrocessione al sogno playoff, ora distante soltanto 1 punto. Ben 6 reti in 8 partite grazie alle quali Michele Di Prisco è riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista nella rapida scalata alle posizioni nobili del club campano. Alla nostra redazione la mezzala napoletana ha parlato del suo periodo d’oro, senza risparmiarsi un tuffo nel passato: dagli esordi alla conquista della maglia azzurra della Nazionale.

Il tuo impatto al Portici è stato devastante: 6 reti in 8 partite. Raccontaci come stai vivendo questo magic moment..

“A dicembre ho ricevuto la chiamata di mister Mauro Chianese, con cui avevo già avuto modo di lavorare sia nelle giovanili della Nocerina che negli anni trascorsi ad Aversa, il quale mi ha chiesto di venire a dargli un mano. Non ci ho pensato su due volte anche perché non mi andava di restare lì dov’ero (Sorrento). Sentivo l’esigenza di cambiare aria. Devo ammettere che qui a Portici sono stato accolto benissimo: dal presidente ai compagni di squadra che mi hanno fatto sentire subito a casa. Ricordo di aver firmato il contratto un venerdì sera e dopo aver svolto la rifinitura del sabato sono sceso immediatamente in campo la domenica segnando all’esordio contro l’Acireale. E’ stata una grande gioia condivisa con mister e squadra. In più siamo riusciti a conquistare 3 punti fondamentali considerato il periodo di crisi di risultati che affliggeva l’ambiente. Gara dopo gara poi mi sono esaltato sempre di più”.

Quanto sta influendo il gioco di mister Chianese nel tuo rendimento?

“Tantissimo. Attualmente il mio ruolo è la mezzala sinistra nel 4-3-1-2, posizione che mi esalta molto perché mi ritrovo il più delle volte a calciare col destro, mio piede naturale. Il mister poi chiede alla squadra di attuare un atteggiamento offensivo e di conseguenza aumentano i miei inserimenti. Soprattutto quando il trequartista si abbassa a prendere palla, creando sempre situazioni di pericolo per gli avversari”.

Nelle tue esperienze passate hai ricoperto diversi ruoli, soprattutto difensivi. Non credi sia stata sottovalutata la tua capacità realizzativa visti i numeri attuali?

“Io cerco sempre di mettermi a disposizione della squadra anche a costo di esaltare meno le mie potenzialità. Penso prima di tutto al bene collettivo prima che ai traguardi personali. Se in momento di emergenze le mie qualità possono essere utili in altri ruolo ben venga”.

Avvolgiamo il nastro e parlaci dei tuoi inizi. E dell’esperienza con la maglia azzurra della Nazionale..

“Certo. La mia carriera è cominciata negli allievi nazionali della Nocerina dove feci molto bene realizzando 10 gol fino a Gennaio, rendimento grazie al quale venni notato dal Brescia. In quel periodo partecipai agli stage della Nazionale Federale di serie A e B. Un anno dopo passai al Torino, anche quella fu un’esperienza positiva dal punto di vista realizzativo con 7 gol. Essendo sempre di proprietà della Nocerina dopo l’avventura in granata tornai a Nocera. In quella stagione fui spesso convocato dalla Nazionale U18 di Lega Pro allenata da Bertotto. Figuravo quasi sempre tra i titolari e in un match di qualificazione contro la Romania realizzai anche un gran gol. Nel 2015 fui acquistato dal Lanciano che al tempo militava in serie B, ma sfortunatamente non riuscii a mettermi in luce a causa della pubalgia che non dava tregua. Poi il passaggio all’Aversa e al Sorrento prima del mio approdo di dicembre al Portici.

Nel tuo presente, invece, c’è il Portici e la salvezza da conquistare. Dopo la netta ripresa nello spogliatoio si inizia a parlare anche del sogno play off?

“Il giorno del mio arrivo la situazione di classifica era precario con soli 18 punti conquistati. Dopo il successo all’esordio con l’Acireale abbiamo raccolto ben 17 punti in 8 gare, in pratica abbiamo eguagliato il bottino della prima parte della stagione. Il nostro obbiettivo resta però la salvezza, solo nel caso in cui dovessimo raggiungerla prima del previsto allora in quel caso potremmo pensare anche ai play off. Noi cerchiamo sempre di mantenere un profilo basso per evitare distrazioni. L’ambiente è sereno, addirittura anche il sindaco si è congratulato con noi ma non ci montiamo la testa e continuiamo a lavorare sodo ogni settimana”.

Nonostante le tante esperienze sei ancora molto giovane, quali sono i tuoi sogni da realizzare?

“Da sempre spero di poter giocare tra i professionisti, magari in serie A e in Champions. A me piace sognare in grande cercherò di migliorare giorno dopo giorno. Ho un sogno fin da bambino e farò di tutto per raggiungerlo, poi vada come vada. L’importante è non avere rimpianti”.