E’ la stagione della definitiva consacrazione per Daniele Sarzi Puttini, difensore emiliano in forza alla Fermana, tra le sorprese del girone B di serie C. I marchigiani possono vantare la miglior difesa del raggruppamento, con sole 22 reti subite in 31 gare. Merito di un gruppo, quello alle dipendenze di mister Flavio Destro, che fa della compattezza e dell’aggressività le sue armi migliori.

Daniele, partiamo dal pareggio a reti bianche nel derby di ieri contro la Vis Pesaro…

«E’ stata una gara molto bloccata, tra le due migliori difese del girone. Purtroppo ci sono state poche occasioni per sbloccarla, loro venivano da un periodo difficile quindi erano alla ricerca di punti importanti, ne è nata una gara poco spettacolare, ma che conferma quelle che sono le nostre qualità».

Potete vantare la retroguardia meno battuta del girone, è un primato che rende onore alla vostra organizzazione difensiva?

«Sì, ti assicuro che è veramente difficile farci gol. Non molliamo di un centimetro, siamo sempre compatti. Il merito è soprattutto del mister, ci chiede di essere sempre aggressivi sull’uomo, ma non cattivi. Ovviamente il merito è di tutta la squadra, non solo del reparto arretrato. Siamo una squadra molto compatta, che si chiude bene e prova a colpire in contropiede».

C’è però la carenza in fase offensiva a fare da contraltare…

«Sì, non siamo una squadra spettacolare. Proviamo a colpire in contropiede, cerchiamo di puntare sulle poche occasioni che creiamo, siamo molto cinici sotto questo punto di vista. Purtroppo ieri non siamo stati fortunati…».

Quello di ieri è comunque un pareggio che non tocca le ambizioni di playoff della Fermana. Ma qual era l’obiettivo del club a inizio anno?

«Inizialmente eravamo partiti con l’idea di dover lottare per la salvezza. Poi settimana dopo settimana siamo venuti fuori e abbiamo iniziato a prendere consapevolezza dei nostri mezzi, quindi adesso non possiamo che puntare ai playoff. Dobbiamo cercare di fare più punti possibili fino al termine della stagione, per arrivare pronti agli spareggi, qualsiasi avversario ci troveremo davanti…».

Questa può essere per te la stagione della consacrazione?

«Beh, sicuramente è quella nel corso della quale ho trovato più continuità. Anche nelle ultime due annate ho trovato spazio in serie C, però ho avuto due infortuni alle ginocchia che mi hanno limitato, quest’anno ho fatto questa scelta della quale sono felicissimo, consapevole di aver trovato una crescita importante a livello individuale…».

A posteriori Fermo è stata una scelta indovinata?

«Assolutamente, sono felice di essere arrivato qui. Sia la squadra che la società si stanno dimostrando ampiamente all’altezza della situazione, a inizio anno c’erano tanti giocatori provenienti dalla D, ma abbiamo affrontato questo campionato con tanta serietà, non accusando il salto di categoria».

Provieni dal settore giovanile del Carpi, con il quale hai anche esordito in B. Che percorso è stato, sogni di tornare in cadetteria?

«Si ho assaggiato la B con la squadra nella quale sono cresciuto, ma adesso preferisco restare con i piedi per terra. Non voglio crearmi illusioni, penso solo a concludere al meglio questo campionato, poi si vedrà. Adesso per me c’è solo la Fermana. Con il Carpi è stato un bel percorso, specie in Primavera. Ricordo quando ho affrontato Zaniolo, giocava da “sotto età”, era giovanissimo ma già si vedevano le sue qualità. Un altro ragazzo che mi ha impressionato è stato Bernardeschi, ora titolare nella Juve e numero 10 della Nazionale».

Dal punto di vista individuale dove pensi di poter crescere e quale è invece il tuo punto di forza?

«Il mister mi chiede spesso più “pulizia” nel giro palla, spesso tendo a verticalizzare troppo presto l’azione, quando casomai potrei allargare il gioco. Specie nel calcio di oggi è fondamentale far avviare l’azione già da dietro palla a terra. Il mio punto di forza credo che stia nella velocità, sono un marcatore che cerca di star sempre vicino all’attaccante avversario».

Per quanto riguarda i giovani, chi ritieni tra i tuoi compagni in grado di poter ambire a una carriera importante?

«Cito Maurizi, classe ’95 che purtroppo si è infortunato, e dovrà star fuori nelle prossime settimane. Poi, anche se non sta giocando molto, faccio il nome di Marozzi. Lo vedo in allenamento tutti i giorni e vi assicuro che ha delle qualità importanti, è un classe ’99 scuola Fiorentina».