Relazione di: Marco Giustini

L’Italia di Mancini arriva a queste qualificazioni con un unico obiettivo: accedere alla fase finale. La mancata qualificazione ai mondiali di Russia scotta ancora e ricominciare questo nuovo percorso affrontando una squadra scandinava sembra un regalo del destino. La Finlandia arriva dalla vittoria del girone di National League ed alla relativa promozione nella fascia B ma non batte gli azzurri dalla Olimpiade del 1912.

ITALIA

1-4-3-3 Annunciato per Mancini che sperimenta l’alchimia tra vecchia guardia (Chiellini, Bonucci, Verratti) e giovani promesse (Barella, Kean).

FINLANDIA

1-5-4-1 Formazione inusuale ma studiata per bloccare il fraseggio azzurro quella proposta dal tecnico Kanerva che nelle scorse partite aveva sempre proposto un 1-4-4-2.

L’Italia scende in campo con soluzioni ben precise. La squadra si schiera sempre alta pronta per un pressing super offensivo finalizzato a mettere in difficoltà la squadra finlandese. La linea difensiva azzurra si posiziona sulla linea mediana per accorciare i reparti ed invitare gli avversari ad effettuare lanci lunghi, le punte escono sui difensori (3vs3) e le mezzali sono pronte ad aggredire eventuali passaggi corti e seconde palle.

Il primo gol azzurro nasce da un sintesi di questa volontà nel recuperare subito palla. Chiellini alto colpisce di testa, Barella aggressivo lotta e guadagna fallo. Sulla punizione ancora Barella rapido sulla seconda palla, arriva per primo e segna.

Altre due occasioni arrivano su palla recuperata nella trequarti ed immediato attacco alla linea difensiva.

Lasciata libera di imbastire l’azione dal basso, l’Italia si schiera in campo con un fluido 1-3/2-1-4. Biraghi parte allineato con i difensori centrali, Veratti e Jorginho sono gli addetti alla regia, Barella occupa l’half-space di sinistra e Bernardeschi che parte largo per poi accentrarsi ed agire sull’half-space di destra, lasciando spazio a Piccini che funge da ala pura, Kean si apre a destra mentre Immobile staziona al centro.

La prima soluzione di gioco è sempre affidata ai registi che vengono però immediatamente ingabbiati dalla linea mediana a 4 di finlandesi. In questo caso le soluzioni diventano 2:

  • Scarico per Bonucci che tenta il lancio in profondità per le punte e l’inserimento di Barella
  • Apertura su un lato per superare la densità centrale

Nel secondo tempo non ci saranno modifiche filosofiche ma un ribaltamento tattico con Kean che si scambierà con Bernardeschi che continuerà a fare un lavoro tra le linee, Barella che si sposterà sul centro destra, Biraghi che si alzerà con relativo abbassamento di Piccini.

La Finlandia, nonostante il gol subito dopo solo 7 minuti, non rende la partita facile agli azzurri.  In fase di non possesso lo schieramento 1-5-4/1 consente alla squadra scandinava di avere un vantaggio numerico a centrocampo. I registi italiani non possono mai giocare in libertà e la rete di passaggi è facilmente ostacolata. La linea a 5 è alta e stretta. Immobile ha sempre 3 difensori vicini, attenti a salire per effettuare la tattica del fuorigioco (Immobile verrà fermato per fuorigioco cinque volte).

La linea mediana una volta ostacolato il gioco dei registi si abbassa a ridosso della linea difensiva, rendendo corto e stretto il campo per gli azzurri, ai quali è concesso solo di girare palla o tentare azioni nello stretto molto veloci. Alla fine della partita si registreranno solo 3 tiri nello specchio per la squadra di Mancini.

All’inizio del secondo tempo la Finlandia ha aumentato la pressione sulla prima costruzione della squadra azzurra, andando ad aggredire non solo i registi ma anche i terzini. In queste situazioni si è vista poca lucidità o eccessiva superficialità con conseguenti errori tecnici che hanno consentito alla squadra ospite di recuperare palla nella trequarti avversaria e di attaccare direttamente la porta.

Con l’avanzare dei minuti in fase di non possesso si è evidenziato anche un allungamento dei reparti tra la linea di difesa e di centrocampo con i giocatori finlandesi poco precisi nello sfruttare gli spazi concessi (un solo tiro in porta per loro nei 90 minuti).

Il 2-0 al 72° chiude la partita ed eventuali preoccupazioni.

Mancini può essere contento dell’approccio e della prestazione dei più giovani, primi 3 punti conquistati e quarta partita senza subire gol. Ci sono ancora aspetti da migliorare ma tutto il tempo per farlo.