Relazione di: Nicolas Annoscia – Allenatore UEFA B, Match Analyst FIGC

Nonostante le difficoltà, la Juventus era leggermente favorita dal risultato dell’andata, l’Ajax però ha dimostrato a Madrid di poter fare la partita anche fuori casa. La squadra di Allegri si trovava ad affrontare un dubbio: se provare a tenere il pallone o sfruttare il gioco in transizione.

La Partita

La Juventus si disponeva con un teorico 4-3-3 con De Sciglio al posto di Cancelo, Can a completare il centrocampo a 3 con Pjanic e Matuidi, mentre rientrava Dybala in attacco con Bernardeschi e Cristiano Ronaldo. Ten Hag ha confermato il suo 4-2-3-1, unico cambio forzato Mazraoui terzino destro titolare che passa a sinistra per lo squalificato Tagliafico con la conferma a destra di Veltman.

Avvio con inerzia a favore dei bianconeri che in possesso impostano a 3 con Can che si abbassa centralmente quasi sulla linea di Bonucci e Rugani, Alex Sandro si sbilancia a sinistra con Matuidi largo mentre davanti a lui Cristiano Ronaldo e Dybala si scambiano spesso posizione.

Cambia molto l’atteggiamento senza palla dei bianconeri che portano le punte sui centrali e Pjanic, coperto dalla posizione più bassa di Emre Can, su De Jong per inibire la costruzione bassa degli olandesi. Gli uomini di Allegri mantenevano un elevato livello di intensità per impedire agli ospiti di salire palla al piede.

L’Ajax alza i terzini per avere soluzioni alternative in costruzione vista l’elevata densità centrale creata da Allegri,problema difficile da gestire. De Jong viene controllato a uomo da Dybala o da Pjanic e gli uomini di Ten Hag iniziano a costruire con Blind cercando spesso Ziyech, costretto ad allargarsi per cercare di avere palla, o Tadic, spesso in difficoltà nel mettere giù palla vista l’aggressione immediata di Rugani. L’unica via d’uscita degli ospiti è l’appoggio sui terzini che hanno però la strada chiusa dal doppio lavoro di Matuidi e Bernardeschi.

La grande pressione dei bianconeri sfocia nel calcio d’angolo su cui Ronaldo è bravo a liberarsi dalla marcatura di De Ligt ed incornare l’1-0.

Quando è calata l’intensità del pressing bianconero, l’Ajax ha sfruttato la sua capacità di portare molti uomini in zona palla per salire immediatamente e creare una fitta rete di scambi rapidi nel tentativo costante di liberare il terzo uomo con Neres e Ziyech che si avvicinavano immediatamente a Tadic, ampiezza sempre garantita dai terzini e Van de Beek nel ruolo di attaccante aggiunto pronto ad attaccare lo spazio oltre la linea bianconera. Non a caso il gol del pareggio è avvenuto proprio dopo aver sfruttato questo principio.

Dopo l’intervallo, l’Ajax rientra in campo fedele alla propria tradizione, i tre davanti più Van de Beek creano elevata densità sulla costruzione bianconera mentre i terzini salgono per impedire alla Juve di uscire lateralmente. Sulla costruzione dal basso Kean, entrato al posto di Dybala, è meno attento dell’argentino alla marcatura su De Jong. Ne conseguono 20′ di grande pressione olandese sulla difesa bianconera che rischia almeno 2 volte di andare sotto prima del gol di De Ligt da calcio d’angolo.

L’Ajax avvicinava sempre i 3 attaccanti sul possesso allargando il campo sul lato opposto con la salita del terzino e con l’intelligenza di Van de Beek a coprire lo spazio intermedio o a muoversi verso la profondità. Sulle rapide ripartenze l’Ajax attacca con veloci transizioni sviluppate in 3 passaggi che comportano sempre l’attacco dello spazio sulla discesa di Tadic. Proprio su situazione simile Neres sbaglia il gol del possibile 1-3.

Allegri, visto il momento di difficoltà dei suoi, cambia De Sciglio per Cancelo, portando Can sulla linea dei difensori e ridisegnando la squadra secondo un 3-4-3/3-5-2 che varia a seconda della posizione di Bernardeschi.

La Juve fatica a consolidare il possesso contro la combinazione di pressing e gegenpressing ajacide, né tanto meno riesce ad opporre contro-pressing sulla costruzione avversaria come aveva fatto nel primo tempo.

La compagine italiana cerca rapidi attacchi cercando di isolare Kean o Cancelo sull’esterno della difesa ospite, ma deve subire le rapide transizioni ospiti che sbagliano almeno altre due occasioni per portare a 3 i gol.

Ancora una volta al salire del pressing le squadre italiane vanno in difficoltà, quello che la Juventus è riuscita a fare per quasi 45′, l’Ajax lo ha portato con costanza sia all’andata che al ritorno. Quando la squadra italiana ha smesso di pressare, l’Ajax è uscito e la partita non è più tornata sui binari iniziali. Nel computo di entrambe le gare la squadra di Ten Haag si è dimostrata nettamente superiore, tatticamente e qualitativamente.