Ha giocato in A con Udinese e Torino, ha disputato tante annate in B con Cittadella, Albinoleffe, Salernitana. Riccardo Colombo, esperto terzino destro, ha deciso poi di ripartire dalla serie D, per riprendersi il professionismo, però a casa sua. E’ tornato alla Pro Patria, squadra che nell’anno del centenario ha ritrovato la serie C e ora si giocherà l’accesso ai playoff per la promozione in serie B. Grazie anche all’esperienza di calciatori come lui, o come Mario Alberto Santana, funambolo argentino arrivato a giocare nelle fila del Napoli.

Riccardo, dopo tanto girovagare sei tornato a casa, ma hai dovuto accettare la serie D. Che è successo?

«Dopo i due anni di Salerno volevo avvicinarmi a casa, poi mi sono trovato senza squadra, anche se onestamente non pensavo di trovarmi in questa situazione. Pensavo di trovare qualcosa in serie C, anche qualche società di serie B si era fatta avanti. Tante chiacchiere, progetti seri solo a parole, che poi non riscontravo nella realtà, ho aspettato fino ad ottobre, poi c’è stata questa possibilità di tornare nella squadra della mia città, nella quale ho iniziato la mia carriera. Conoscevo il direttore che mi aveva preso all’Albinoleffe, mi ha presentato l’allenatore, che era un ragazzo che giocava con me, la presidentessa, mi si è aperto un progetto serio, ed eccomi qui».

Che progetto ti hanno prospettato?

«L’obiettivo era quello di tornare nell’anno tra i professionisti nell’anno del centenario, e poi fare un campionato tranquillo in serie C. Direi che siamo in pieno con le aspettative. Poi a fine campionato vedremo il da farsi, ma era fondamentale nell’anno del centenario consolidarsi in serie C, qui ci tengono tantissimo alla propria storia».

Però siete in piena corsa playoff…

«Sì, dobbiamo continuare così. Fortunatamente l’ossatura della squadra è quella della D, eravamo partiti con l’obiettivo salvezza, ma provando a toglierci qualche soddisfazione. Mister Ivan Javorčić è molto preparato, la società è seria. Poi è risaputo, che quando le cose vanno bene ti alleni meglio, i ragazzi crescono prima. Ora cerchiamo di migliorare il nostro piazzamento ai playoff, magari avere uno scontro in casa potrebbe fare la differenza, proveremo a essere la mina vagante».

Diversi giovani interessanti in rosa. Su quali scommetteresti per una carriera importante?

«In rosa abbiamo diversi ragazzi che si possono togliere grandi soddisfazioni, lavorano bene in un ambiente serio e vogliono crescere. Se devo proprio fare un nome, dico Lombrardoni, difensore centrale classe ’98 : gioca già con la maturità di un ragazzo esperto, viene dal settore giovanile dell’Inter. Mi ha impressionato per il suo approccio…».

Tu che sei tra i più esperti del gruppo, cerchi di essere un leader anche per i compagni più giovani?

«Ho un rapporto ottimo con tutti, abbiamo intrapreso un percorso insieme, quando vivi quotidianamente lo spogliatoio e ti seguono, è bello. Come è bello vederli crescere, provare a insegnare loro come approcciare agli allenamenti, alle partite. Io sono tra i più esperti, oltre a me c’è Le Noci, come anche Mario Alberto Santana, ex Palermo e Fiorentina, un campione che fa dei numeri pazzeschi, ho visto fargli certe giocate con la suola in allenamento che mi hanno impressionato, fa ancora la differenza». 

Per quanti anni pensi di andare avanti? E poi dopo che sarà?

«Allora, per adesso ho un altro anno di contratto con la Pro Patria, andrò tranquillamente avanti, mi piace ancora troppo andare agli allenamenti, vivere il calcio giocato. Dopo mi piacerebbe fare l’allenatore, ma penso di andare avanti per altri 2-3 anni. La cosa che conta sono le motivazioni, se ci sono quelle le cose le fai, quindi se ci sono i giusti presupposti…».

E da allenatore, un domani, a chi ti ispirerai?

«Guarda ne ho avuti tanti, si impara un po’ da tutti. Cercherò di prendere da ogni tecnico che mi ha lasciato qualcosa, come ad esempio da Gregucci, da Colantuono. Ma anche da Atzori, che è un po’ uscito dal giro, ma è molto bravo. Non me l’aspettavo, francamente, perché sulla preparazione della partita era uno dei più bravi. Prenderò qualcosa anche Javorcic, come ho già detto è molto preparato».

Che tipo di calcio tenta di proporre con la Pro Patria?

«Utilizziamo il 3-5-2, io da terzino mi sono ritrovato a fare un po’ il jolly. Prima ho agito da terzo centrale, poi anche da mezz’ala, ruolo che facevo da ragazzino. Ho trovato anche la via della rete due volte, quindi sto bene così (ride, ndr). Scherzi a parte, ho segnato nella partita in cui si celebrava il centenario, proprio io nato e cresciuto in questa terra e in questa squadra, stupendo, sembrava un film con il copione già scritto».

Un gol storico, che ricorderai per tutta la vita…

«Sì, assolutamente, anche perché non sono uno che segna molto. Però ho anche un altro gol a cui sono legatissimo, quello segnato a Lecce con la Salernitana. E’ stato il gol che ci ha dato lo slancio per la promozione in B. C’è un video che gira ancora sui social, dove un tifoso predice la mia rete dalla curva. Si vede l’entusiasmo, l’emozione, la passione del popolo granata. Fu un campionato durissimo, un testa a testa con il Benevento quasi logorante, però che bello vedere Salerno in festa, fa male a pensare invece la situazione che si è creata oggi».

A bruciapelo, chi vince il vostro girone?

«Direi Entella, ha la squadra più completa, ha giocatori per risolvere le partite da soli, giocare tante partite in fila non è semplice per loro, ultimamente hanno ottenuto qualche pareggio di troppo. Saranno i nostri prossimi avversari, sarà una partita bella, noi dobbiamo cercare di consolidare il nostro piazzamento, quindi proveremo a mettergli il bastone tra le ruote. Negli altri due gironi dico Juve Stabia, che ha vinto con il Trapani, credo che ormai il più sia fatto, e Pordenone. La più costante, in testa dall’inizio, forse quella che gioca meglio insieme al Sudtirol di Paolo Zanetti, altro tecnico preparatissimo che farà carriera».

 

foto tratta da Malpensa24