Una storia recente costellata di fallimenti e rinascite continue. Ora la Chieti calcistica sembra aver trovato finalmente pace e la voglia di tornare con oculatezza a calcare quel palcoscenico professionista perso cinque anni fa. Il 10 Maggio tutta la città renderà onore alla formazione neroverde che ha conquistato al termine di una stagione al cardiopalmo la promozione in D dalla porta principale: “Eravamo partiti sin dalla scorsa estate con un unico obiettivo, vincere – spiega ai nostri microfoni capitan Daniele Ricci, inaugurando la rubrica riservate alle vincitrici regionali dei campionati di Eccellenza – Eppure le cose non si erano messe per il verso giusto, abbiamo accumulato distanze importanti dalla prima della classe arrivando anche a 9 punti. La piazza era scontenta e la contestazione ragionevole ma la svolta era dietro l’angolo”.

Una svolta chiamata Alessandro Lucarelli. Il 45enne tecnico di Avezzano, omonimo dell’ex capitano del Parma, ha preso in mano le redini della squadra e avviato la remuntada: “Il mister è stata sicuramente una delle nostre armi in più – prosegue il giovane leader teatino – I primi risultati positivi ci hanno dato coraggio e la vittoria nello scontro diretto con il Sambuceto la consapevolezza che quell’obiettivo iniziale potesse essere davvero raggiunto”.

Una squadra che ha costruito le sue fortune fuori dalle mura amiche: “Il nostro terreno di gioco ci ha spesso penalizzato – aggiunge Ricci – inducendoci a raccogliere i punti più importanti fuori casa. Il sostegno del pubblico non ci è mai mancato e questo ci ha dato quella spinta in più anche in campo avverso. Dedico questo successo proprio a loro, lo zoccolo duro, il dodicesimo uomo. Il resto l’ha fatto una rosa competitiva, ben amalgamata e soprattutto con under pronti. Chi vuol vincere deve sapere di poter contare su fuori quota di qualità. Per noi è stato facile integrarci, la squadra già di per se è giovanissima con i calciatori più d’esperienza che non superano comunque i 30 anni”.

Teatino doc, l’ex Renato Curi Angolana ha vissuto questa cavalcata con uno spirito particolare: “Indossare la fascia di capitano nella squadra della propria città ha rappresentato una carica emotiva ed una responsabilità non indifferente. Ma una responsabilità positiva che sono riuscito a trasmettere a tutto il gruppo”.

Ora è tempo di festeggiamenti, poi si guarderà alla D: “E’ un altro campionato – chiosa Ricci – E’ necessario un diverso approccio psicofisico e soprattutto poter contare sul giusto numero di elementi d’esperienza in grado di arrecare la giusta mentalità vincente. Fondamentale sarà partire col piede pigiato sull’acceleratore perchè poi a Dicembre con il mercato di riparazione può cambiar di nuovo tutto. L’importante è aver messo ora un primo mattoncino per il ritorno di Chieti nel calcio che conta”.