Dall’incubo vissuto a Modena al nuovo inizio in serie D con l’Imolese. Una scelta azzardosa, una scommessa pazza ma che Federico Carraro ha vinto contro ogni pronostico. Dopo il fallimento dei canarini il centrocampista cresciuto nella Fiorentina, infatti, ha rifiutato diverse offerte da club professionistici per sposare in pieno il progetto di una società seria che ha subito fatto breccia nel suo cuore. E ad oggi ha avuto ragione lui. L’Imolese è una delle rivelazioni del girone B di serie C e con 54 punti ha già prenotato un posto sul treno playoff. Ma nonostante ciò non ha nessuna intenzione di fermarsi e punta ad accaparrarsi quello più comodo.

Federico, dovevate essere la classica neopromossa alla caccia della salvezza e invece…

“Si, anche se al dire il vero fino a luglio non eravamo neanche in serie C. Non a caso la squadra era stata costruita, in attesa del ripescaggio, per affrontare il campionato di D. Poi in un mese è cambiato tutto. E anche per questo che secondo me abbiamo fatto davvero grandi cose per essere lì dove siamo. Oltre ai punti in classifica stiamo dimostrando di essere una forza del campionato soprattutto per quanto riguarda il gioco. Siamo una squadra che gioca bene e che non si è mai fatta metter sotto da nessuno”.

Ad oggi i playoff sono alla portata ma ad inizio stagione quali erano le reali aspettative?

“L’obiettivo della società era sicuramente la salvezza. Ma per quanto mi riguarda posso dire di aver sempre creduto che questa squadra potesse piazzarsi tra le prime 10. Abbiamo svolto un ottimo precampionato vincendo in coppa Italia con la Carrarese e giocando una buona partita a Benevento. Oltre a ben figurare in tutte le amichevoli svolte. Si vedeva già la mano del tecnico che in poco tempo è riuscito a dare la sua impronta alla squadra. C’erano tutti i buoni auspici per fare un ottimo campionato e ora non ci resta che vincere più partite possibili per conquistare la miglior posizione in vista dei playoff”.

Anche dal punto di vista personale quella in corso si sta rivelando una stagione decisamente positiva. Te lo aspettavi?

“Vero. Credo che sia per continuità che per qualità di prestazioni questa è la mia miglior stagione disputata in carriera. Non ho mai saltato una partita oltre ad avere avuto sempre un buon rendimento. Spero di continuare cosi fino alla fine”.

Nonostante l’interesse di diverse società professionistiche, due anni fa decidesti di accettare l’offerta dell’Imolese con il conseguente declassamento in serie D.

“Io ero reduce dall’annata negativa di Modena dove ad ottobre la squadra era già retrocessa, ed ero libero di accasarmi altrove. In quel periodo però non c’era la finestra di mercato aperta. E’ vero ho ricevuto offerte da squadre di serie C ma nessuna di queste mi stuzzicava. Al contrario, invece, mi sono subito innamorato della società dell’Imolese e del progetto. Per loro parlano i fatti, e non mi riferisco solo ai risultati sul campo ma a tutta l’organizzazione che c’è dietro: dal centro sportivo di alto livello al pagamento puntuale degli stipendi. Tutte cose che ormai anche in serie C si fa fatica a trovare. In più con la conferma di diversi giocatori si capisce che c’è la volontà di costruire un’ossatura importante di squadra”.

A proposito dell’annata fallimentare di Modena, come hai vissuta quel periodo?

“Quando firmai la società aveva già mostrato di essere in difficoltà ma tutti pensavamo che la situazione sarebbe migliorata di lì a poco. Anche perché essendo una piazza storica con blasone e una grande tifoseria era lecito pensare che ci fosse qualche imprenditore pronto a sistemare il tutto. Ma i debiti erano davvero tanti, una situazione inimmaginabile per chiunque. La cosa più brutta è stata recarsi allo stadio e perdere le partite a tavolino. Entrare nello spogliatoio, restare un tempo ed andar vita. Una cosa che nel calcio non può accadere”.

Raccontaci dei tuoi inizi nel settore giovanile della Fiorentina, quanto è stata importante quell’esperienza?

“Tanto.  A Firenze ho vissuto 5 anni bellissimi perché oltre a crescere come calciatore sono maturato tanto come uomo. Quando sono arrivato avevo appena 14 anni e vivevo in convitto. E’ stato un periodo fantastico dove ebbi l’occasione anche di allenarmi con la prima squadra ed esordire in serie A a Bari davanti a 50mila persone. Quando mister Prandelli mi disse che sarei entrato ero emozionatissimo. Sono stati anni davvero belli nei quali poi ho incontrato anche la donna della mia vita che in seguito ho deciso di sposare”.

Dei tuoi ex compagni chi è riuscito a raggiungere altissimi livelli?

“Il giocatore con la miglior carriera è senza dubbio Piccini, il quale sta facendo molto bene al Valencia a tal punto da essere convocato anche in Nazionale. Con lui poi è nato un rapporto di grande amicizia che dura ancora oggi”.

In conclusione, quali sono i tuoi sogni per il futuro?

“Adesso penso soltanto a terminare nel migliore dei modi la stagione, avendo anche un altro anno di contratto. In futuro, considerando anche il rendimento avuto nell’arco di questo campionato, un pensiero alla serie B lo faccio ancora. E spero di poter realizzare questo mio obiettivo”.