Da 12 anni calca i campi del professionismo con il gol nel sangue e quest’anno, a suon di reti, appunto, ha contribuito in soli 6 mesi alla salvezza dell’AlbinoLeffe grazie alle 7 marcature realizzate in 16 partite. Merito, forse, anche di quella “cazzimma” appresa da Maurizio Sarri, maestro di tattica e mentalità ai tempi dell’Empoli. Stiamo parlando di Sacha Cori, punta centrale di proprietà del Monza che dopo essere stato messo da parte dal club di Berlusconi ha trovato in Bergamo la sua isola felice. Riscattando un’opaca prima parte di campionato con il raggiungimento dell’obiettivo salvezza in maglia seriana.

Ciao Sacha, l’avventura con la maglia dell’Albinoleffe si è conclusa con la conquista della salvezza. Che valutazione dai alla tua esperienza con i bergamaschi?

“Sicuramente positiva avendo realizzato 7 reti oltre a qualche assist e alcuni rigori procurati. Sono stati 6 mesi importanti conclusi con il raggiungimento della salvezza. Quando sono arrivato eravamo messi male ma grazie ai nuovi innesti abbiamo fatto un grande girone di ritorno, subendo meno gol e riuscendo ad essere più incisivi in avanti”.

Come appena sottolineato hai mantenuto alta la tua media realizzativa (quasi 1 gol ogni 2 partite). Merito del sistema di gioco o dell’ottima intesa creatasi con i tuoi compagni?

“Direi entrambe le cose. Io conoscevo già bene mister Marcolini avendolo avuto a Santarcangelo e quindi prima di arrivare a Bergamo già sapevo quali erano le sue idee e il suo modo di lavorare. Per quanto riguarda l’intesa con i miei compagni devo ammettere di aver trovato un grande gruppo che mi ha accolto nella maniera migliore. Non a caso dopo un inizio difficoltoso abbiamo raccolto ottimi risultati”.

Il tuo campionato, però, ha avuto inizio al Monza…

“A dire il vero prima della fine del calciomercato io figuravo tra coloro i quali dovevano restare, infatti mi era anche stato rinnovato il contratto. Poi all’improvviso mi dissero che avrei avuto poco spazio e che sarei dovuto andare in prestito per giocare di più. Ma sono comunque contento della scelta fatta perchè qui a Bergamo ho avuto subito la fiducia di tecnico e compagni che mi hanno fatto sentire un elemento importante”.

Nella tua lunga esperienza tra i professionisti qual è stata la stagione che ricordi con maggiore affetto?

“Quella con il Santarcangelo. Sono 12 anni che gioco in serie C, una categoria nella quale capita spesso di cambiare squadra e ogni volta a fine stagione si perdono i contatti con i compagni. Ma non in quell’occasione. Ancora oggi abbiamo attiva la chat di whatsapp nella quale a distanza di anni continuiamo a scriverci. Ogni volta che uno di noi fa gol o festeggia il compleanno ci sentiamo sempre, siamo molto legati. Quell’anno poi facemmo un grande campionato, partimmo con l’obiettivo di salvarci ma terminammo la stagione ad un punto dai playoff”.

Tra i numerosi allenatori avuti in carriera c’è anche un certo Maurizio Sarri….

“Fu lui a volermi all’Empoli dopo l’ottima annata che disputai alla Carrarese. Inizialmente ero uno dei titolari poi le cose cambiarono a causa di un infortunio al collaterale e dagli scarsi risultati di squadra. A gennaio venni ceduto e al mio posto arrivò Maccarone a formare una gran coppia con Tavano. Ma nonostante tutto Sarri mi insegnò molto soprattutto a livello umano, mi trasmise la cosiddetta “cazzimma” oltre anche tanta tattica a non finire, e sempre con grande passione. Non è un caso che abbia raggiunto grandi livelli”.

A tenere banco in queste settimana ci sono i playoff promozione, chi credi possa arrivare fino in fondo?

“L’Imolese è senza dubbio la grande sorpresa, conosco diversi compagni e spero possano farcela. Ma indipendentemente da questo già nell’arco del campionato hanno dimostrato di essere una squadra molto quadrata che ha i mezzi per arrivare in fondo”.