Più di 30 gol in tre anni, un punto di riferimento per il Sassari Calcio Latte Dolce e l’orgoglio delle proprie origini sarde, esaltate dalla convocazione con la Nazionale sarda allenata dal ct Mereu, che lo ha schierato in campo nel primo incontro della storia della selezione isolana. Paolo Palmas, attaccante esterno classe ’93, è nato a Castelsardo, paesino a pochi chilometri da Sassari, dove il club del quartiere edilizio della città isolana, è tra le principali sorprese del girone G di Serie D. Partito con l’obiettivo di conquistare una salvezza tranquilla, i ragazzi allenati da Stefano Udassi sono al momento quarti in classifica e in piena corsa playoff.

Paolo, che momento è per il Latte Dolce Calcio?

«E’ un buon momento per noi ora, siamo in fiducia, siamo pronti per le ultime 3 partite che verranno da qui alla fine del campionato, che speriamo di chiudere al meglio. Veniamo da due vittorie consecutive e vogliamo provare ad allungare la nostra striscia di risultati utili (per ora arrivata a 4). Dobbiamo continuare così per arrivare al meglio ai playoff».

Magari rosicchiando un’altra posizione nella griglia finale? 

«Francamente non pensiamo alle altre, o alle ipotetiche rincorse, noi facciamo il nostro. Giochiamo partita dopo partita, e se riusciremo a raggiungere prima e superare poi il Trastevere tanto meglio, ma  noi dobbiamo pensare solo a noi stessi. Poi sicuramente scenderemo in campo col coltello tra i denti ai plaoyff, e proveremo a giocarcela contro ogni avversario che ci capiterà. Penso che abbiamo già dimostrato di potercela giocare alla pari con tutti…».

L’obiettivo iniziale era la salvezza, ma avete stupito già tutti. C’è stato però un momento in cui pensavate di poter fare ancora di più?

«Guarda, su due piedi penso allo scontro diretto con il Lanusei, lì forse ci abbiamo creduto davvero. Siamo passati in vantaggio per primi, in caso di vittoria li avremmo raggiunti. Questo può essere il piccolo rammarico del nostro campionato che rimane comunque fantastico fino ad adesso. Siamo partiti per una salvezza tranquilla, poi ci siamo resi conto della nostra forza, e settimana dopo settimana abbiamo stupito tutti, si sa che con i risultati cresce l’entusiasmo, si lavora meglio, aumenta l’autostima. Abbiamo scoperto definitivamente di essere una buona squadra che poteva ambire anche a qualcosa di più di una semplice salvezza».

I vostri conterranei sono in testa al campionato, ma l’Avellino non molla. Chi la spunta?

«Beh, onestamente penso che può perderlo solo il Lanusei questo campionato, difficile ipotizzare un ribaltone del genere, sarebbe davvero un suicidio. Loro dovrebbero perdere due partirte e l’Avellino vincerle tutte,  francamente mi sembra un’ipotesi piuttosto improbabile. Io essendo sardo non posso che fare il tifo per il Lanusei, sarebbe una bella soddisfazione per tutto il movimento calcistico della nostra isola, siamo molto legati alle nostre origini, per cui sarebbe un motivo di orgoglio per tutti, anche per le squadre avversarie. Si farebbe un po’ di luce anche sulle nostre realtà…».

Sembri molto legato alle tue origini…

«Assolutamente, sono di Castelsardo, un paesino distante pochi chilometri da Sassari. Qui mi sento a casa mia, anche per via delle mie origini cerco sempre di dare qualcosa in più. Poche settimane fa sono stato anche convocato con la Nazionale Sarda, una soddisfazione enorme essere scelto tra i calciatori più bravi della Sardegna. Ho esordito in amichevole, è stata veramente un’iniziativa piacevole al quale spero di prendere ancora parte al più presto. Molto big non c’erano, ma abbiamo conosciuto Robert Acquafresca, cagliaritano d’adozione. Non ha preso parte al match, ma ha presenziato in panchina, l’abbiamo conosciuto ed è stato molto simpatico e disponibile. Tra gli assistenti del ct Mereu c’era anche il mister del Latte Dolce, Stefano Udassi».

A cosa punti invece dal punto di vista personale?

«Il mio obiettivo è quello di provare a migliorare il record di reti di due anni fa, sempre al Latte Dolce. L’anno scorso ho chiuso a 9, ma la mia stagione è finita a marzo per un infortunio. Due anni fa sono arrivato a quota 12, quest’anno sono a quota 11, per cui punto se non a migliorare almeno ad eguagliare il record. Spesso non vengono menzionati, ma ho realizzato anche 10 assist, dato di cui sono molto orgoglioso, perché mi piace mandare in porta anche i miei compagni di squadra. Non sono il classico centravanti di peso che vive per il gol».

Che tipo di attaccante è allora Paolo Palmas?

«Sono uno che preferisce la palla sui piedi, invece che fare l’attaccante di area di rigore, soffro particolarmente a giocare spalle alla porta. Forse è un mio difetto, ma preferisco gli spazi, non sono il classico attaccante che fa salire la squadra, mi piace avere la palla sui piedi e puntare l’avversario, o buttarmi negli spazi. Sono un attaccante esterno, preferisco partire da sinistra per accentrarmi sul destro e provare la conclusione, o puntare l’uomo, o magari servire qualche assist per i miei compagni di squadra».

Alla soglia dei 26 anni, sogni ancora il professionismo?

«Sì, il professionismo è sempre un sogno, anche se noi qui abbiamo un bellissimo progetto. Io sono da 3 anni qui,  c’è un grande rapporto con i dirigenti, mi sento a casa. In caso di chiamata, sarebbe da valutare al momento, per capire anche che progetto sarebbe, ma qui sto bene. Poi il professionismo è un sogno che ho da quando ero bambino. Anche se non sono più così giovane, sono nella fascia d’età in cui si raggiunge la massima maturità, però ripeto qui mi sento a casa. Il Latte Dolce è una società giovane, ambiziosa, credo che l’obiettivo del club sia quello di arrivare tra i professionisti, ci sono tanti imprenditori che stanno portando avanti questo progetto, una società che ha una buona forza economica e tanta solidità».

foto tratta da Diario Sportivo