UEFA CHAMPIONS LEAGUE

Resoconto di Marco Giustini, match analyst.

Ottavi di finale – Andata Atletico Madrid – Juventus 2-0 Gimenez (78) Godin 83) Se cercassimo su un vocabolario sportivo la definizione di ossessione, sicuramente tra gli esempi verrebbe citata la Juventus e la ricerca della coppa dalle grandi orecchie. Juventus che arriva al Wanda dopo una convincente prestazione contro il Frosinone (3-0), con la ritrovata coppia centrale (Chiellini – Bonucci) e con un Cristiano Ronaldo affezionato nel segnare all’Atletico (già 22 reti per lui). Atletico, squadra ostica, la più “italiana” e con una difesa impenetrabile. In questa stagione hanno concesso il minor numero di gol in Liga e hanno la seconda xGA più bassa nel loro paese. Arrivano da una vittoria risicata contro il Rayo Vallecano, dopo prestazioni altalenanti, ma motivati e concentrati con un obiettivo: la finale del primo Giugno che si giocherà proprio al Wanda Metropolitano. LE FORMAZIONI Atletico che si schiera con il suo abituale 1-4-4-2 e che ritrova Koke dopo un mese di stop. Diego Costa nuovamente titolare dopo oltre due mesi. Allegri sceglie la qualità in avanti, Dybala Ronaldo Mandzukic, e la copertura in difesa con De Sciglio preferito a Cancelo. Bentancur prende il posto di Khedira.

ATLETICO MADRID 1-4-4-2

Fase offensiva 1-2/4-4 Fase Difensiva 1-4-4/2

JUVENTUS 1-4-3-2-1

Fase offensiva 1-2/3-1-4 Fase Difensiva 1-4-3/3

LA PARTITA

In una partita tra due squadre più preoccupate a non prendere gol che a farlo, è la squadra bianconera che parte con maggiore convinzione. Due occasioni nei primi dodici minuti (entrambe da palla inattiva). L’Atletico difende con il suo consolidato muro difensivo: leggero pressing nella trequarti avversaria e pressing nella propria metà campo (pressing difensivo).

4 difensori stretti, 4 centrocampisti in zona palla pronti ad uscire sul primo controllo, reparti vicini tra di loro per non creare spazi tra la linea di difesa e di centrocampo. In caso di possibile traversone il 4° di centrocampo sul lato debole, diventa il 5° difensore. Diego costa pronto a correre su rilanci lunghi per smistare palla a chi gli si avvicina.

Nel primo tempo la Juve controlla la palla ma senza essere pericolosa (18 minuti di possesso contro i 12 dell’Atletico). La squadra bianconera prova ad aggirare la difesa di casa passando per le fasce, senza dare punti di riferimento né agli avversari né però ai propri compagni, con i tre attaccanti che si scambiano regolarmente zona di competenza, e con il supporto di Matuidi o Bentancur che si affiancano alle punte.

 

Molti passaggi orizzontali che non sfociano né in cross né in verticalizzazioni per le punte. Zero passaggi nell’area di rigore avversaria. Zero passaggi tra Mandzukic e Cristiano Ronaldo, dati che rimarranno invariati fino al triplice fischio finale. (nell’immagine vediamo le zone dei tocchi nei 90 minuti degli attaccanti juventini).

I ritmi rallentano con il passare dei minuti, la Juventus non trova sbocchi se non con un tiro dai 30 metri di Dybala, l’Atletico attende il momento propizio difendendo con ordine e decisione.

In avvio di ripresa subito due grandi occasioni per i colchoneros in cui si vede la costante tattica e mentale della squadra di Simeone: aggressività e ripartenza rapida. Su un controllo sbagliato di Chiellini, Griezmann lancia immediatamente per Diego Costa che si smarca preventivamente ma che zappa la conclusione a tu per tu con il portiere. Poco dopo con difesa della Juventus alta, Koke scavalca la linea difensiva con un passaggio per Griezmann che anticipa De Sciglio ma Szczesny tocca e salva con l’aiuto della traversa.

Ma il copione non cambia: Juventus sempre con il favore del possesso palla (22 minuti di possesso contro 10 nel secondo tempo), Atletico sempre più aggressivo sulle seconde palle e pronto a ripartire sfruttando gli spazi lasciati dalla Juventus. Le statistiche manifestano il diverso atteggiamento delle due squadre: la Juve nel secondo tempo ha recuperato 33 palloni contro i 45 dell’Atletico.

Simeone ci crede, inserisce Morata, Lemar e Correa, tre giocatori offensivi. E i gol arrivano, entrambi su palle inattive, entrambi su mischie che hanno portato un difendente della Juventus a cadere a terra e con il corrispettivo uomo dell’Atletico pronto a segnare. Curiosità: sei degli ultimi sette gol subiti dalla Juve sono arrivati da palle inattive. Primo gol:

 

Secondo gol:

Allegri provo a reagire inserendo Cancelo e Bernardeschi, che si fa nuovamente pericoloso su palla inattiva, 70 minuti dopo l’ultima occasione. Triplice fischio in attesa del ritorno a Torino.

Se cercassimo su un vocabolario sportivo la definizione di attributi, sicuramente tra gli esempi verrebbe citata la grinta e la capacità di lottare da parte dell’Atletico di Simeone. Ancora una volta porta inviolata, ancora una volta sofferenza e corsa in fase di non possesso, coraggio e caparbietà nello sfruttare le occasioni. Squadra di Allegri senza idee, lenta in fase di possesso e mai in grado di mettere i giocatori più talentuosi nelle condizioni di tirare in porta. Finirà la partita con il dominio del possesso palla (63% vs 37%) e dei passaggi chiave (543 vs 312), ma con un xG di appena 0,8. Le certezze del campionato messe in dubbio nel primo tempo, sono svanite negli ultimi 45 minuti. A Torino servirà una gara perfetta, sia tatticamente che mentalmente.

FOCUS: Sulle palle inattive a favore, nella propria metà campo, l’Atletico rinuncia a giocare palla preferendo la ricerca costante di Diego Costa e creando densità nella fascia sinistra del campo.

 

Foto: Oscar Del Pozo/AFP