La serie B solo assaporata con la maglia della Salernitana, l’ingaggio da parte del Chievo Verona e un errore di gioventù, quello di sentirsi già arrivato. Poi un grave infortunio al ginocchio, la voglia di ripartire, anche dalla D. Domenico Franco ora è il metronomo del Rende, formazione del girone C di serie C che sogna i playoff, grazie anche alle giocate del regista calabrese, che a forza di prestazioni vuole riprendersi la B. E magari regolare i conti col passato…

Siete tornati finalmente al successo domenica, contro la Virtus Francavilla. Quanto vi mancava la vittoria?

«E’ stato successo salutare. Purtroppo venivamo da ben 8 sconfitte nelle ultime 10, ci voleva un risultato importante. Anche se prima abbiamo offerto sempre buone prestazioni, prendevamo gol alla minima distrazione, ma anche le big del girone hanno faticato e non poco contro di noi, vincendo ma spesso messe sotto sul piano del gioco».

 Il successo di domenica vi ha rilanciato in chiave playoff, resta quello il vostro obiettivo?

«Certo, anche perché come ho già detto con le grandi abbiano perso immeritatamente, raccogliendo tante buone prestazioni ma non i risultati che avremmo meritato. Ora siamo virtualmente nei playoff, con il calcio che proponiamo in C possiamo farcela, credo che nessuno giochi come noi, meritiamo di entrare nei playoff. Puntiamo a essere la mina vagante del girone C».

A inizio anno eppure la società vi aveva chiesto la salvezza…

«Sì, la società ci ha chiesto una salvezza tranquilla, quindi siamo in linea con gli obiettivi. Al nostro primo obiettivo mancano pochi punti, ma ora che la salvezza è nelle nostre mani, puntiamo a stupire, non abbiamo fatto calcoli, l’appetito vien mangiando. Lunedì abbiamo una gara importante con la Reggina, in trasferta. Hanno un campo di gioco molto ampio, che può solo favorire le nostre caratteristiche».

Sei tra i centrocampisti di tutta la C con più passaggi in avanti. Negli ultimi mesi hai avuto una crescita davvero notevole, ma dove preferisci giocare?

«Ho ricoperto un po’ tutti i ruoli del centrocampo, anche con Trocini ho agito sia da mezz’ala che da play basso. Poi dopo l’arrivo di Modesto, abbiamo iniziato a giocare a due in mezzo al campo. Personalmente mi ha aperto un mondo. Ha intravisto le mie qualità, mi ha chiesto molte più verticalizzazioni, anche per questo non posso che ringraziarlo. Mi ha fatto davvero crescere, e ovviamente è una grande soddisfazione essere tra i centrocampisti con più passaggi in serie C».

Sei diventato uno specialista anche per quanto riguarda i calci piazzati…

«Sì, anche domenica è andata bene. Ho realizzato due gol, mentre prima lo ammetto, avevo anche timore di andare sul pallone per calciarle. Poi in allenamento Modesto mi ha spinto a calciarle, e ho iniziato a lavorare in maniera specifica sui calci da fermo. Rimaniamo un po’ più a fine seduta sia io che Laaribi, mi dà molti consigli che cerco di mettere in pratica».

Cosa è cambiato dall’arrivo di Modesto, sia a livello individuale che collettivo?

«Innanzitutto è cambiato il sistema di gioco, siamo passati dal 3-5-2 al 3-4-3. Poi teniamo molto più il pallone, giochiamo un gran calcio, cerchiamo sempre di gestire il possesso e di verticalizzare. Senza offesa per le altre ma penso che siamo tra le squadre che giocano meglio in C».

In pochi mesi Modesto sembra già averti insegnato molto, chi sono gli altri allenatori che reputi maestri?

«Ho avuto la fortuna di essere allenato da tanti bravi tecnici, per me è stata una fortuna. Non posso non menzionare Grassadonia, Chianese, ma quest’anno devo tanto a Modesto, sin dal primo giorno che è arrivato, mi ha inculcato il suo modo di giocare, mi ha fatto crescere. Dopo alcune annate non all’altezza è riuscito a farmi crescere tantissimo, mi ha anche responsabilizzato molto. Anche con Trocini ho imparato tanto…».

Dopo alcune stagioni difficili, complice un grave infortunio al ginocchio, è arrivata la definitiva consacrazione?

«Sì, penso di essere cresciuto dopo tanti anni difficili. Ho avuto un grave infortunio al ginocchio, sono ripartito dal basso, dalla serie D. Dall’anno scorso ho iniziato a fare molto bene, sogno il salto di qualità definitivo. Il tecnico ha tirato fuori il meglio di me, anche per ambire a categorie diverse. Ho ancora un anno di contratto con il Rende e qui sto benissimo, ma  non nascondo che sogno di fare un passo importante per la mia carriera, voglio prendermi le mie rivincite, magari tornare all’Arechi e affrontare la Salernitana da protagonista. Sono molto legato al club granata, con il quale ho esordito in serie B. Vedo ancora tutte le sue partite come fossi un tifoso…»

Cosa ti ha frenato nelle annate precedenti? Eppure eri arrivato nella Primavera del Chievo, affrontando tanti ragazzi che ora si sono affermati ad alti livelli…

«Sono andato via presto da casa, prima a Salerno poi al Chievo. Sono onesto, lì forse ho pensato di essere arrivato, quindi ammetto che ci possano essere responsabilità da parte del sottoscritto. Le colpe sono anche mie, ma ora sono diventato maturo, riesco a gestire meglio tante situazioni. Ho più consapevolezza dei miei mezzi. In Primavera ho giocato contro giocatori come  Duncan, Crisetig, tutta l’Inter che ha vinto la NextGen Series, la Champions League delle formazioni giovanili».

Nel tempo libero aiuti tuo padre (ex calciatore ed allenatore, ndr) con la scuola calcio di famiglia, nella tua Castrovillari, a pochi chilometri da Rende. Studi già da mister?

«Mio padre è un ex giocatore, abbiamo aperto la scuola calcio insieme. Non nascondo che quest’anno abbiamo anche effettuato un investimento importante, e un domani mi piacerebbe intraprendere la carriera di allenatore. Cerco di tornare spesso al mio paese nativo, Castrovillari, e penso che dare consigli, o raccontare le mie esperienze possa solo aiutare i ragazzi. Qui sono un po’ un punto di riferimento, non voglio che magari commettano i miei stessi errori…».

foto tratta da Journalism Zoom 

Di seguito il video con i goal di Domenico Franco con la maglia del Rende: