Ha disputato la prima stagione tra i grandi, chiudendo l’annata con 5 gol e 4 assist all’attivo, numeri davvero interessanti per un esterno d’attacco. Parliamo di Alessandro Carrozza, classe 2000 di proprietà del Sassuolo, che ha militato nelle fila della Vigor Carpaneto. Ripercorriamo con lui le tappe più importanti della sua annata, le emozioni vissute in terra emiliana, e gli obiettivi per l’imminente futuro.

Alessandro, partiamo dal campionato appena concluso, che voto dai alla tua stagione?

«Beh, sono sicuramente soddisfatto. Non al massimo perché penso che non ci si debba mai accontentare e puntare sempre a fare qualcosa in più, ma sicuramente ritengo che la mia stagione sia stata ampiamente sufficiente. Non mi piace però darmi i voti da solo, sono gli altri che devono giudicarmi, però di certo 5 gol e 4 assist non sono male come inizio».

Per te prima stagione nel calcio dei grandi. Che sensazioni hai vissuto?

«Cambia tutto dal punto di vista mentale, l’approccio è totalmente diverso, anche perché si deve considerare che io sono arrivato qui saltando l’anno di Primavera dopo aver fatto la Berretti con il Sassuolo, società detentrice del mio cartellino. Penso sia quella la differenza più grande, oltre all’aspetto fisico. Ci si prepara e ci si allena in maniera diversa, in fondo si passa dal calcio giovanile, a quello che solo sulla carta è un calcio dilettantistico. Non ho fatto la preparazione con la Vigor, e all’esordio ho faticato parecchio, sono onesto. A fine partita mi hanno fatto i complimenti, giocavamo a Modena, ma avevo la sensazione di essere andato in difficoltà sotto quell’aspetto, diciamo che al ritorno mi sono rifatto, figurando tra i migliori in campo».

Come mai la scelta Carpaneto, e che emozioni hai provato nel corso di questa annata?

«Emozioni fantastiche, questo è un posto pieno di persone stupende, che ci hanno sempre supportato dal primo giorno. E’ un’annata che mi porterò sempre nel cuore, per le belle emozioni vissute e per il trattamento che mi hanno riservato, penso che hanno fatto di tutto per farmi crescere nel migliore dei modi, non facendomi mancare nulla. Non posso che ringraziare i due allenatori che abbiamo avuto, Rossini e Veronese. Sono grato a entrambi, specie al primo, con il quale ho avuto più tempo di lavorare, ma anche il suo successore nel poco tempo a disposizione mi ha insegnato tante cose, e poi non posso non citare Julian Rantier. Lui ha detto che sono il suo figlioccio? E allora io rispondo che lui è il mio padrino (ride, ndr). Crescere al fianco di gente così forte e con quella carriera alle spalle è una vera fortuna. Mi sono ritrovato qui dopo un’amichevole contro la Vigor Carpaneto, dove feci una buona gara e mi feci notare. Avevo diverse proposte in serie D, anche dal Modena, ma ho scelto questa piazza e sono felicissimo che sia stato così».

Nel mezzo anche la soddisfazione di partecipare al Torneo di Viareggio…

«Sì, altra esperienza importante e positiva. Sono stato chiamato proprio dal Sassuolo, che mi ha permesso di prendere parte alla competizione, hanno notato il mio buon lavoro a Carpaneto e hanno deciso di inserirmi nella rosa che avrebbe partecipato alla Coppa Carnevale. Posso solo essere grato al Sassuolo…».

Che tipo di società è quella neroverde?

«Una società che lavora bene con i giovani, che non fa mancare nulla e che ha dimostrato già in passato di lanciare tanti ragazzi in prima squadra, chissà che non possa un giorno esordire anche io con quella maglia. E poi dopo un anno di Berretti hanno assecondato il mio desiderio di confrontarmi con i grandi, anche loro hanno pensato fosse meglio per me. E’ stato un bel percorso nelle giovanili neroverdi, ricordo anni fa di aver sfidato Kean, anche se devo citare Giacomo Raspadori (12 gol con la Primavera Sassuolo e convocazione con l’Under 19 della Nazionale italiana) , è il compagno più forte con il quale abbia giocato».

Ora quale sarà il tuo futuro?

«Non mi sbilancio, ma sicuramente posso dire che punto a crescere step dopo step, quindi va da sé che vorrei provare a giocare una chance tra i professionisti. Il mio cartellino è però di proprietà del Sassuolo come già detto, e quindi si vedrà in futuro con loro che tipo di percorso ci sarà la mia carriera, anche perché ad oggi i campionati sono ancora nel clou tra playoff e playout. Di sicuro c’è la voglia di continuare a migliorarmi».

Qual è il tuo punto forte e quale invece il punto debole?

«Sono un attaccante esterno veloce, che fa dello scatto la sua arma in più. Sicuramente lo scatto, la cattiveria agonistica, la corsa sono le qualità che mi contraddistinguono. Mi ispiro a Federico Chiesa, vedo sempre i suoi video, perché ci accomunano diverse cose. E’ un punto di forza ma voglio continuare a migliorarlo, così come con la tecnica. Ritengo che con il lavoro alcune lacune tecniche si possano smussare, ed è quello che proverò a fare giorno dopo giorno».

Credits Foto: Dognini